E’ morto ieri dopo essere stato investito dal “trenino” sopraelevato che gira all’interno dell’area di Gardaland.
Così è finita in tragedia la giornata lavorativa di Alessandro Fasoli (nella foto), diciotto anni, residente a Sona capoluogo, addetto ai cancelletti di ingresso e uscita di una delle stazioncine della monorotaia. Dalla prima ricostruzione dei fatti sembra che Fasoli avrebbe cercato di raccogliere una carta dai binari, ma non avrebbe fatto in tempo ad allontanarsi all’arrivo dei vagoni e sarebbe rimasto schiacciato tra due convogli.
Alessandro aveva iniziato a lavorare a Gardaland da circa due mesi, il suo era un impiego stagionale. La zona dove è avvenuto l’incidente è stata transennata e posta sotto sequestro: saranno compiuti accertamenti per stabilire eventuali responsabilità dei gestori del parco.
Nessuno ha assistito direttamente alla tragedia. Anche per questo, probabilmente, lo “show’ non si è fermato. Il parco ha continuato a funzionare, con i visitatori ignari di quanto era successo. E quando l’hanno saputo – ha spiegato all’ANSA l’ad della società, Aldo Vigevani – si sono pure lamentati perché la monorotaia era chiusa. In mezzo alla folla di famiglie e bambini vocianti, attratti da giostre e personaggi animati, è così entrata la cronaca più dura. I vigili del fuoco, i carabinieri, gli addetti alla rimozione della salma. L’area vicina al treno – convogli a 5 vagoncini che attraversano sopraelevati il parco – è stata transennata e sequestrata. Fermate, per il tempo dei rilievi, anche alcune attrazioni vicine, le ‘Sequoia Adventure’, le Tazze rotanti, che poi hanno riaperto. La morte del 18enne non ha bloccato Gardaland.
Ma, a giudicare dalle reazioni di alcuni visitatori, non tutti lo avrebbero apprezzato. “Mi vergogno quasi a raccontarlo – riferisce Vigevani sempre all’ANSA – ma c’é stata gente che ci ha chiesto il rimborso del biglietto d’ingresso, perché l’attrazione era chiusa…”. Altri che avevano prenotato la visita al parco, una volta appreso dell’incidente, hanno chiamato i centralini per assicurarsi che fosse aperto, ricevendo risposta affermativa.
“Era un ragazzo d’oro, ed era felicissimo di lavorare a Gardaland”. È il ricordo di Giuseppe Fasoli, zio di Alessandro, il 18enne morto oggi in un incidente nel parco di divertimenti sul Garda. “L’ho visto l’ultima volta stamattina, mentre saliva in moto per andare al lavoro – racconta Giuseppe Fasoli -, ci siamo salutati e lui mi ha chiesto come stavo, di buon umore, come sempre“.
Alessandro, spiega lo zio, è il sostegno anche della mamma, Orlandina, pensionata e vedova. Un’altra figlia della donna, 27enne, è sposata e vive altrove. Il ragazzo frequentava un istituto superiore della provincia ed era stato promosso con buoni voti in quinta. “Quello di Gardaland – spiega lo zio – era proprio un lavoro che Alessandro faceva volentieri. Gli serviva anche per le piccole spese. Proprio oggi doveva andare a fissare l’appuntamento per l’esame di guida della patente“.