Vivere con una famiglia numerosa: incontriamo Annarosa e Gerardo di Lugagnano. Ed i loro sei figli

Attualmente, in Italia, solo l’8.5 % delle famiglie ha più di tre figli, e la maggior parte di queste risiedono nel Sud del Paese. Le eccezioni però sono sempre presenti, persino a Lugagnano che conta famiglie con una prole di sei ragazzi. Una di queste è quella di Annarosa e Gerardo Bertoncelli, che gentilmente si sono resi disponibili per raccontarci la loro esperienza di genitori di Nives (31), Monica (29), Isacco (27), Nicolao (25), Giovanni (20) e Zeno (17).

Era vostra intenzione fin da giovani avere una famiglia numerosa?

Gerardo: No, non lo era. Ci siamo sposati giovanissimi e l’idea di avere figli spaventava soprattutto Annarosa, così abbiamo aspettato un paio di anni, ma la prima figlia è arrivata molto tempo dopo. Nel frattempo abbiamo incontrato don Eros Zardini, che era Curato, e con lui abbiamo iniziato un cammino spirituale, mettendo Gesù nella nostra vita e nelle nostre scelte.

Perché la volevate numerosa? Se la risposta è no, cosa vi ha fatto cambiare idea?

Annarosa: Mi ricordo ancora quella volta al camposcuola di Trignale, dove facevo la cuoca. Don Roberto, fratello di don Eros, mi chiese quanti figli avrei desiderato avere; io, avendone già uno, risposi tre. Lui allora mi disse: “Perché vuoi porre limiti alla Provvidenza di Dio?”. Così queste parole hanno condotto il nostro cammino, facendoci cambiare idea.

Quali sono le difficoltà di avere una famiglia numerosa?

Più che difficoltà, noi le chiameremmo fatiche. Possono essere fisiche, come lavare, stirare, cucire, far da mangiare e curare i bambini (le malattie ordinarie trasformavano la casa quasi in un ospedale!). Oppure spirituali, che talvolta sono le più pesanti, come cercare di capire il sogno per ciascuno di noi, prima come coppia e poi per i singoli figli, e sintonizzarsi con esso. Quindi, per seguire questo sogno, ci sono talvolta le fatiche che richiedono la disponibilità all’ascolto e la rinuncia a qualche idea/desiderio personale.

Cosa vi è stato di aiuto per superarle?

Principalmente la fiducia nella Provvidenza di Dio. Ci diciamo spesso: “Il Signore ci ha donato questi figli, sono suoi, siamo certi che lui ci aiuterà a crescerli, ed educarli bene”, dunque ogni giorno li affidiamo a lui. Molto importante inoltre per noi è stato il poter passare qualche serata da soli come coppia, e cercare di vivere con una certa sobrietà e semplicità. Come il non avere una televisione, il passarsi i vestiti, l’uso del cellulare soltanto all’età di 17/18 anni.

Cosa dà in più una famiglia numerosa?

Innanzitutto l’aiuto reciproco e l’affetto fraterno, sia da piccoli che da grandi: i nostri ragazzi si aiutano molto, anche se non mancano momenti di litigi e simpatie/antipatie più per uno che per un altro. Poi ci aiutavano fin da piccoli nei lavori domestici: davamo loro i turni e di conseguenza erano e sono più responsabili e in grado di arrangiarsi. Se la famiglia è numerosa, c’è anche più comunione in casa: noi l’abbiamo sperimentata soprattutto grazie al perdono reciproco, dato nel nome di Gesù durante la preghiera serale; inoltre i bambini che arrivano trovano più persone ad accoglierli, e loro sentono questa “maggiorazione” d’affetto. Adesso che due sono sposati, il trovarsi tutti insieme, con in più due nipotini, un genero, una nuora ed una fidanzata, è una gioia grandissima, e le fatiche e le difficoltà che abbiamo vissuto sono come cancellate.

Consigliereste una famiglia numerosa? Perché?

Consigliare una famiglia numerosa è una responsabilità troppo gravosa da prenderci, perché la numerosità dei figli dipende dai desideri e dalle scelte di ciascuna coppia. Crediamo che bisogna fare una scelta personale, però noi possiamo dire con franchezza che siamo molto felici della nostra esperienza, fatta comunque cercando di camminare dietro a Gesù. Ecco, così anche ciascuna coppia che lo vorrà, potrà scoprire il sogno di Dio per loro, e, aprendo il proprio cuore, aderirvi.

Classe 2000 e residente a Lugagnano, Milena frequenta a Trento la facoltà di Giurisprudenza. Collabora con il Baco dal 2017