Vicolo Volti, oggi angolo caratteristico ma fino agli anni Settanta vero immondezzaio di Sona capoluogo

Vicolo Volti (sopra nella foto Pachera) è sempre stato uno degli angoli più suggestivi e antichi di Sona capoluogo. Posto tra via Roma e via Molina, è caratterizzato da una serie di arcate che lo sovrastano, rendendolo pertanto accessibile soltanto ai pedoni e non ai mezzi di trasporto.

Non è facile sapere né l’epoca precisa di costruzione, né quale fosse la sua funzione. Purtroppo i sonesi, tutt’altro che affascinati da tanta bellezza architettonica, hanno sempre trattato questo luogo – nel passato ma fino a non molti decenni fa – come una discarica a cielo aperto.

Approfittando della posizione vicina al centro del paese, ma appartata e non frequentata, gli abitanti avevano preso la cattiva abitudine di venire a buttarvi i rifiuti. Quanto il problema risalga a un passato remoto, ce lo dicono alcuni documenti, datati 1941, che abbiamo trovato nell’archivio storico municipale.

Una famiglia che abitava in una casa all’angolo tra via Roma e via Montecorno, a ridosso di via Volti, evidentemente esasperata dall’esalazione degli odori provenienti da quest’ultima e dalla vista di tanto sconcio, scrisse al Comune una lettera dai toni giustamente indignati: “Porto a vostra conoscenza che il passaggio pedonale (Volti) che conduce dalla Piazzetta della Posta alla strada delle Scuole, è tenuto in uno stato di assoluto abbandono, cosicché è diventato il gabinetto pubblico di tutto il  Paese. Vi prego pertanto di disporre perché sia eliminato l’inconveniente, non certo decoroso, e tanto meno confacente alle elementari norme d’igiene pubblica”.

Il primo cittadino del Comune, il podestà Luigi Tonelato, girò la segnalazione al responsabile dell’igiene nel nostro territorio, il medico condotto e ufficiale sanitario dott. Emanuele Beggiato. Questi si recò sul luogo per la verifica della situazione. Inviò quindi una dettagliata relazione: “Signor Podestà, ho visitato oggi il noto passaggio sotto i Volti. Ho notato che il massimo inconveniente è dato dal letamaio adiacente alla casa Granuzzo. Questo spesso sovrasta il ciottolato di cinta e così i polli hanno agio di spargere il contenuto all’interno. Altro inconveniente è dato dall’acqua che scende dalla pompa pubblica, che fermandosi nelle buche macera le foglie sparpagliate determinando altrettanti letamai. Più avanti e fino alla strada delle scuole non ho notato alcuna sporcizia; però per ragioni di indole locale (radici, ciottoli sconnessi) il passaggio pare sporco anche quando non lo è, ecco perché pur facendo pulizia, per le ragioni suddette sembra non fatta.  L’odore poi che può essere emanato deriva dalla stalla vicina al suddetto letamaio ove vi sono polli, una capra e un maiale, cose del resto indispensabili per una famigliola, o da altre stalle viciniori. E’ necessario spostare il letamaio più lontano e costruirlo razionalmente, e per evitare una possibile sporcizia da parte dei passanti, chiudere i Volti”.

Il podestà rispose a chi scrisse la lettera di proteste, e assicurò: “Ho dato ordine di spostare il letamaio, il quale verrà costruito in muratura nella parte centrale dei Volti”. Può darsi che quella volta sia stata fatta un po’ di pulizia del vicolo, ma era difficile sradicare nei paesani l’abitudine a considerarlo una specie di immondezzaio.

Bisognerà attendere la fine degli anni Settanta perché l’Amministrazione comunale intervenisse a ripulirlo definitivamente, e liberarlo dalle sterpaglie che lo invadevano tutto, ponendo fine a uno stato di degrado e abbandono.

Nel frattempo, erano cresciuti nei sonesi il senso civico, il rispetto delle norme igieniche e l’interesse per i propri beni storici.  Speriamo, dunque, che da allora in poi via Volti si mantenga sempre ciò che deve essere: uno degli scorci più pittoreschi del paese di Sona. 

Nato a Verona nel 1956, lavora come medico di base. Dal 2003 è redattore del “Baco da seta”, su cui pubblica articoli che trattano quasi sempre di storia del nostro Comune. E’ presidente del “Gruppo di ricerca per lo studio della storia locale di Sona”, che fa parte della Biblioteca comunale di Sona.