Vandalismi a Lugagnano: Le telecamere hanno ripreso chi ha spaccato la statua di Gesù Bambino

Le telecamere presenti in piazza hanno fatto il loro dovere. Questa la necessaria premessa che sta portando alla conclusione della triste vicenda che lo scorso 15 gennaio aveva interessato Lugagnano.

Come il Baco ha raccontato in esclusiva, quella domenica la frazione si era svegliata con un ennesimo episodio di vandalismo. Era stato Sergio Castioni, titolare dell’edicola in via Cao del Prà, all’apertura del suo esercizio intorno alle 5.30, a notare qualcosa di anomalo nei pressi del grande presepe posizionato proprio di fronte al suo esercizio. Castioni si era infatti accorto che la statua del Bambin Gesù giaceva riversa a pezzi e senza braccia (nella foto, dopo il recupero).

La realizzazione del presepe ubicato in piazza della chiesa a Lugagnano, e inaugurato lo scorso 8 dicembre con la benedizione del parroco don Giovanni Ottaviani, è opera di Bruno Zarpellon, Gianpaolo Badin ed Ernesto Perina, con il prezioso contributo di Antonio Fazio che lo aveva ulteriormente arricchito con l’installazione di un carro armato. Un simbolo volutamente inserito dall’ideatore Zarpellon come riferimento alle tante, troppe, guerre che l’umanità sta affrontando.

Secondo le informazioni raccolte dal Baco, già lunedì 16 gennaio la polizia locale di Sona ha visionato le telecamere presenti in piazza, dalle quali è risultato che il danneggiamento della statua è opera di quattro giovani.

I quattro, tre ragazze ed un ragazzo, hanno sottratto la statua di Gesù Bambino dal presepe ed hanno iniziato a lanciarsela l’un l’altro, fino a quando è cascata a terra rompendosi in più pezzi. A quel punto i ragazzi hanno lasciato i resti della statua nel punto dove si è frantumata e si sono allontanati.

Grazie alle riprese delle telecamere è ora in corso l’identificazione dei ragazzi, tramite una collaborazione tra il sindaco Gianluigi Mazzi, la polizia locale di Sona ed i Carabinieri della stazione di Sommacampagna.

Il Baco ha contattato il sindaco di Sona che però non ha voluto aggiungere nulla alla ricostruzione dei fatti. Mazzi ci tiene però a far sapere di essere disponibile ad incontrare questi ragazzi. “Se vogliono fare un passo avanti, di loro spontanea iniziativa, per ammettere le loro responsabilità, scusarsi e rimborsare il danno causato possono contattarmi: sarebbe la modalità migliore per chiudere questa sgradevole vicenda”, conclude Mazzi.

Da quasi 15 anni Lugagnano è per me e la mia famiglia divenuta casa. Sono nata il 6 aprile 1981, mamma pasticciona, mi definisco un’accanita fan della vita. Mi piace modificare la mia prospettiva sul mondo e sulle cose e considero i cambiamenti fonte di potenti opportunità (ovvero adoro mettermi continuamente in discussione).