Va il piano casa?

E’ passato oramai più di un anno dall’entrata in vigore della Legge Regionale n.14 del 08.07.2009 “interventi a favore del settore edilizio e per favorire l’edilizia sostenibile” più comunemente conosciuta come piano casa.

 

Il provvedimento, messo a punto dalla Regione Veneto, sulla scorta di un provvedimento governativo, si prefiggeva lo scopo di attenuare la violenza con cui la crisi ha colpito il settore edile, favorendone il rilancio attraverso una serie di piccoli interventi tendenti a: migliorare la qualità abitativa, riqualificare e rivitalizzare il patrimonio edilizio esistente, migliorare le prestazioni energetiche e favorire l’utilizzo delle energie rinnovabili.

 

Per raggiungere gli obiettivi prefissati sono stati individuati una serie di interventi in deroga agli strumenti urbanistici esistenti: aumento fino al 20% del volume per la residenza, aumento del 20% della superficie coperta per gli altri usi e aumento del 20% delle attrezzature all’aperto per gli strumenti turistico ricettivi anche in area demaniale.

 

Premi più consistenti sono altresì previsti in caso di demolizione con ricostruzione: aumenti fino al 40% per il volume residenziale o della superficie coperta per gli altri usi, possibilità di arrivare ad incrementi fino al 50% in caso di ricomposizione planivolumetrica all’interno di un Piano Urbanistico attuativo.

 

Nel campo delle energie rinnovabili è stata favorita la realizzazione di pensiline e tettoie fotovoltaiche, integrate e semintegrate, realizzate su abitazioni esistenti fino alla potenza di 6 Kwp, senza che le stesse concorrano all’aumento della cubatura. Tutti questi interventi possono essere realizzati con Denuncia di Inizio Attività (DIA), possono essere attuati su tutto il territorio comunale esclusi i centri storici e sono soggetti a particolari incentivi, riduzione degli oneri di costruzione del 60%.

 

Nelle intenzioni del legislatore questo provvedimento straordinario dovrebbe avere efficacia per un periodo di due anni (scadenza luglio 2011), arco temporale all’interno del quale è possibile presentare le richieste di intervento.

 

E’ stata superata la metà del periodo di applicazione e quindi è tempo di stilare i primi bilanci per capire se effettivamente la legge ha sortito gli effetti sperati: i dati dicono che a livello nazionale il Veneto con i suoi 10.731 interventi è stata la Regione più attiva d’Italia, Verona e provincia con 1681 pratiche edilizie contribuisce a livello regionale con il 15,8% e si attesta al 4° posto dopo Padova, Treviso e Vicenza; numeri lusinghieri se si pensa che gli interventi hanno prodotto investimenti stimabili tra i 600 mila e il milione di euro.

 

Un altro dato interessante riguarda la distribuzione degli interventi per singolo Comune: tra i comuni in cui l’attività legata al piano casa ha avuto maggior riscontro c’è anche quello di Sona che con 40 istanze è molto vicino per numero di interventi a centri come Legnago e Villafranca.

 

Nonostante questi dati non tutti nel settore sono concordi nell’affermare il successo di questa iniziativa, dalla quale si attendevano sicuramente numeri più consistenti, sono perciò al vaglio del legislatore regionale: la proroga di un anno (luglio 2012) ed una serie di correttivi per rendere meno tortuosa l’applicazione di questa legge considerando anche la vastità e la complessità del quadro normativo che regola il settore delle costruzioni.

 

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