Ho scoperto mio malgrado che la scelta di un nome per un blog è un’impresa assai ardua. È un po’ come creare un abito: deve essere accattivante, deve incuriosire e al contempo trasmettere la sicurezza di chi si espone vestendolo, anche a rischio di ricevere qualche critica. Inoltre, esattamente come un abito, scegliere un nome implica il saperlo portare senza tradire il suo significato implicito, saperne reggere il peso. Fare dunque un gioco di parole? Un riferimento storico? O letterario? Richiamare il proprio nome? E deve essere pertinente con ciò di cui si ha intenzione di parlare? Che poi, di cosa ho intenzione di parlare?
In preda all’oblio che solo un eterno indeciso può provare, mi getto nelle braccia consolanti di Google, sperando di trovare una risposta alla mia domanda. Penso sia scontato dire che, come si suole dire, non ci ho cavato un ragno dal buco. È a questo punto che vengono chiamati in aiuto gli amici, tra i quali è comparsa l’idea che è risultata poi vincente: “V per Veronica”.

A onore del vero, il primo impatto con questa proposta ha fatto emergere non poche di insicurezze: un riferimento cinematografico di questo calibro, per giunta inserendo il mio nome, mi può far apparire un po’ mitomane. Così ho deciso di (ri)guardare il film “V per Vendetta”, arrivando alla conclusione che anche V è un po’ un mitomane, ma è al contempo un giusto e a modo suo un eroe, seppur inusuale.
V è un individuo in mezzo a tanti, celato sotto una maschera, che decide di opporsi, con i fatti, ma soprattutto con la voce, perché come egli stesso dice “le parole non perderanno mai il loro potere, perché esse sono il mezzo per giungere al significato”. Ed ecco dunque ciò che mi ha convinto: il voler utilizzare le mie parole per raggiungere un significato, per dare qualcosa di mio ogni volta che scrivo, mi avvicina a V.
La felicità di aver trovato una connessione tra me e un personaggio così importante è effimera, considerato che nonostante la comune voglia di essere ascoltati, le differenze sono lampanti in tutto il resto: nel modo di farsi ascoltare, nel nostro passato, o più semplicemente per il fatto che io sono reale e lui un personaggio di un fumetto!
Per chi non mi conoscesse, dunque, ho 22 anni, sono da pochi mesi un’infermiera ma da molti anni una redattrice del Baco. Scrivo dal 2010, con tanta passione e interesse nei confronti del territorio in cui vivo, concentrandomi soprattutto su interviste a nostri coabitanti che rendono la popolazione di Sona a suo modo speciale. Parlo degli altri, ne racconto le storie: le loro vite, cosa li rende speciali, e soprattutto parlo dei loro punti di vista. Un po’ come un camaleonte mi adeguo a ciò che ascolto negli incontri, lo metto per iscritto, e non mi espongo. Questo ha i suoi aspetti positivi e negativi: protegge dalle critiche reali, ma al contempo non permette di esprimersi a voce piena.
È arrivato perciò anche per me il momento di espormi.
Quindi da oggi io sono V, ma non sono vendetta, non sono un’eroina e non sono una rivoluzionaria, sono solo Veronica. Sono una voce in mezzo a tante, sono una penna in un gruppo di giornalisti appassionati del proprio territorio e del parlare per un significato.