Sin dal primo momento in cui mi è stato offerto un angolino su questo sito per dire la mia, la domanda che mi sono posta è: sarò capace di dedicarmici in modo costante? Costanza significa iniziare con un entusiasmo che non si spegne con il passare del tempo, mantenendo dunque un pari livello di interesse, di rendimento, dedizione e passione. Tutto ciò combinato a quelli che sono gli altri impegni.
La costanza si sa, non è una qualità di tutti. Io stessa, ahimè, sono stata definita per anni “un motore a diesel”: il mio rendimento scolastico partiva a ribasso, con voti a cavallo della sufficienza, per poi dover inevitabilmente rimboccarmi le maniche nel secondo quadrimestre, finendo con l’alzare poi la media di uno o due punti.
Nella scuola come nella vita, la costanza non è mai stata il mio forte. Posso nominare decine di interessi che mi hanno stimolato nella vita, ma quelli che ho mantenuto per anni sono meno delle dita di una mano. Mi ci vuole dunque molto impegno per tenere le fila e mantenere sempre vivo l’interesse in ciò che faccio, e soprattutto deve essere uno stimolo molto forte.
D’altronde quanti possono riconoscersi in questo? Nella vita dei nostri giorni impegnarsi con costanza risulta complesso, per i continui stimoli e cambiamenti a cui siamo sottoposti. La vita è fatta di cambiamenti, in meglio o in peggio, e chi lo nega probabilmente non ha chiaro il concetto di evoluzionismo. Una nuova moda, un nuovo approccio al lavoro, un nuovo partner. In un periodo in cui su molti fronti ci stiamo migliorando, è difficile rimanere focalizzati su qualcosa per molto tempo. Ciò è da considerarsi positivo, se a ciò che si sta abbandonando subentra una miglioria, ma non è da considerarsi così in un ambito in cui è necessario un impegno continuo. Cambiare idea è lecito e auspicabile, ma sono i valori e gli interessi coerenti ad identificarci come persone autentiche. Arrendersi al primo ostacolo, o perdere l’interesse, ci può far apparire come poco affidabili e incostanti.
Similitudine perfetta per il concetto di costanza è l’aereo: viaggia in rotta, sempre alla stessa velocità e alla stessa altezza per quasi tutto il tragitto, dal punto A al punto B. Inizia e porta a termine la sua missione cercando di mantenere sempre lo stesso standard, malgrado le turbolenze. Chi li userebbe se non fossero affidabili? Quando si guarda il cielo, tuttavia, un aeroplano può essere confuso con una stella cadente. L’unica differenza è che la costanza di un aeroplano permette all’osservatore di distogliere lo sguardo un momento e ritrovarlo lì il secondo dopo. Una stella cadente non ha mezze misure. Viene vista solo per un istante, viene contemplata nella sua luce che corre e poi scappa nel buio. Scappa lontano velocemente, finendo inevitabilmente per schiantarsi al suolo.
Perciò, come ognuno dovrebbe fare in procinto di intraprendere una nuova strada, mi chiedo: sarà un aereo o una stella cadente?