Un’estate di centrifughe non fa bene alla musica (e quanta nostalgia per i juke-box in spiaggia)

Beh, forse l’argomento è un po’ scontato, ma credo di interesse popolare. Perché subito dopo il periodo di Sanremo a catalizzare l’attenzione della musica in Italia di una larga fetta di noi italiani tutti, sono le canzoni estive.

Una volta erano quelle dei juke-box sulle spiagge, raccoglitori di monete con cui si accendevano le emozioni, o quelle suonate dagli altoparlanti gracchianti e fastidiosi delle trasmissioni del circuiti dei bagni di tutta la costa.

E’ il ricordo di un tempo molto romantico, molto meno evoluto ma molto più aggregante, anche se magari ci si svegliava di soprassalto quando, rapiti dal dolce mormorio del mare e dalle tiepide carezze di vento e dei raggi del sole, si scattava dalle sdraio come cavallette impazzite, per l’improvvisa ripartenza a tutto volume della musica che rispettava la classica pausa del riposo dell’ora di pranzo.

Dunque estate 2023 si diceva. La posso fare una premessa? Oramai che la maggior parte dei pezzi estivi sia caratterizzato da accoppiate, featuring, collaborazioni, duetti, trielli e compagnia, ha letteralmente stancato ogni forma di vita del pianeta. Anche perché tutto è studiato a tavolino in modo quasi aritmetico, e quindi lontano anni luce dalla spontaneità che dovrebbe caratterizzare le espressioni artistiche.

L’ho già scritto in altri articoli? Forse, ne scrivo tanti, potrebbe essere. Ma la musica deve andare avanti, e questo karakiri discografico rischia invece di uccidere la fabbrica di emozioni da sempre in partenza dalla stazione del cuore, e non da quella di un laboratorio di applicazione delle formule chimiche.

Ciò detto, mettere insieme Mengoni ed Elodie nel pezzo Pazza Musica, significa avere già iscritto una ipoteca su quella che sarà la canzone dell’estate per eccellenza. Leggera ma con una costruzione compositiva non scontata, basa le sue fondamenta su due interpreti di eccellenza indiscutibile. Ma anche su due “belli da morire”, “acchiappasocial”, “nazionalpopolari”, che numeri alla mano hanno già vinto prima di partecipare.

Discorso analogo per Fedez, in compagnia di Annalisa e Articolo 31 che, con Disco Paradise strizzano l’occhio a Mille e La dolce vita con una tipica atmosfera anni ’80. Anche qui, si vince facile, ma è una centrifuga che di nuovo non ha nulla.

Mentre aspettiamo l’annunciato ma non ancora uscito duetto tra Marracash e Tananai, cosi come quello che vedrà il ritorno di Orietta Berti insieme a Fabio Rovazzi.

Citiamo altre centrifughe. Fragole di Achille Lauro e Rose Villian; Parafulmini di Ernia, Bresh e Fabri Fibra; La fine del mondo di Mr.Rain e Sangiovanni; Amore indiano di Tommaso Paradiso e i Baustelle; Per sempre mai di Shade e Federica Carta; perfino Massimo Di Cataldo con Andrea Agresti con una pezzo dal titolo profetico Una canzone brutta… E ce ne sarebbero ancora.

Detto questo, fuori dalle macedonie (giusto per non ripetere centrifughe) porto alla vostra attenzione Riviera, un pezzo scanzonato ma originale di Max Gazzé; Rubami la notte dei Pinguini Tattici Nucleari, tra i pochi innovatori di questi tempi. Gia uscita da un mesetto, ma a mio modo di vedere efficace sia nella scrittura, sia nell’interpretazione, la vivace Mezzo Mondo della leonessa Emma Marrone, che però dovrà sdoganare per farsi notare per un semplice motivo. E’ troppo presente sui media da troppo tempo. Alla lunga la sovraesposizione si paga.

Come sempre raffinato Fulminacci che propone Ragù; Destinazione Mare di Tiziano Ferro, che cerca di darsi una scossa dall’appiattamento classical-melodico in cui si è intappolato da solo. Mare caos di Paola e Chiara che tornano sulla scia di Vamos a Bailar. Si distingue Tridimensionale di Biagio Antonacci, pezzo da buono spunto anche se non si capisce più che genere faccia.

Da evitare il suicidio artistico di Miss Ketà con Profumo (rifacimento di Love Boat), Bellu Guaglione di Rosa Chemical (altra cover) e 80 voglia di te di Raf, con cui sono amico da quasi quarant’anni ma che negli ultimi anni è entrato in un labirinto di cui non trova più l’uscita.

Fatico a credere che Dargen D’Amico non sia diventato una meteora ascoltando Ubriaco di te, trovo interpretata magnificamente ma troppo “releonica” la canzone Non vado via di Arisa. Dimenticabile, ma perlomeno originale, Agosto morsica dei Coma_Cose e tristemente povera di creatività Italodisco dei Kolors, che non saprei nemmeno piu come collocare discograficamente.

Sperando che il dio della creatività torni a frequentare l’arido mondo musicale delle sette note, vi auguro buona estate. Tranquille e tranquilli amiche e amici, la fabbrica della pianificazione promozionale dei network ci farà piacere per forza qualcosa. Ma sarà vera gloria? Ridateci i Righeira…

Massimo Bolzonella nasce a Verona il 13 maggio 1965 intorno alle ore 22. Giornalista pubblicista dal 1991, ha prestato la sua voce alla radiofonia veronese per quasi 40 anni. Scrive e vive di musica Italiana, ha curato la comunicazione web di Umberto Tozzi per 12 anni. Sposato, ha due figli, due gatti e un cane. La frase della sua vita è "Sai dove vado adesso? A farmi il mondo", pronunciata da John Travolta nel film "Stayin'alive" dopo il trionfo da primo ballerino a Broadway.