Estate, vacanze, mare (nostrano): un trinomio familiare e rotondo, un luogo comune dell’immaginario collettivo, in cui ci si ritrova per abitudine e per puro piacere.
Sulle minuzie della vita turistica degli italiani si possono raccontare moltissime cose. Ad esempio… Passeggiare per una località balneare qualunque della nostra Penisola, ricca di scorci e di tesori da scoprire, con trepidazione o pigrizia. Imbattersi, sempre o quasi, in un rivenditore di cartoline. Notare – per i più curiosi e attenti – forme e colori e scritte sui rettangoli illustrati, soffermarsi fino a chiedersi… Perché?
Perché ti mando una cartolina? Principalmente, per tre motivi.
Condividere: sono qui, sono lontano da casa e dal tedio della quotidianità fatta di incombenze e date, mi godo ogni momento o almeno ci provo, sono sereno o vorrei esserlo, ho voglia di scrivertelo in tempo reale per sentirti vicino.
Stupire: non crederai a cosa ho trovato in uno di quei tabaccai che ancora ne vendono, scommetto che una così buffa non l’avevi mai vista, valeva la pena spendere qualche spicciolo per fartela arrivare cogliendoti di sorpresa.
Ricordare: un giorno mi dirai che l’hai ricevuta e che vedendola sei scoppiato a ridere, così io potrò tornare con la mente a quando l’ho ideata, scottato dall’ultima luce della sera o curvo sopra la cassetta postale poco prima di prendere il treno.
Queste sensazioni traspaiono dal libro di Lorenzo Marchionni edito da Il Saggiatore “Tanti cari saluti. Cartoline dall’Italia. Storia trash delle nostre vacanze”: un volumetto con le pagine staccabili formato “cartoleena”, ciascuna pronta per essere scritta e inviata.
@Cartoleena è il nome del profilo Instagram che l’autore cura dal 2016. Una carrellata di cartoline – appunto – scansionate e postate con un commento che le rende speciali. Grafico di professione ma grande appassionato di semiotica, Lorenzo ha elevato queste immagini a minuscoli monumenti al folklore, riflettendoci su con una professionalità e una puntigliosità bonarie che strappano un sorriso.
Vi sono “tanti cari saluti” da ogni parte d’Italia, molte inoltrate proprio dai followers, in particolare dalla Riviera Adriatica che dagli anni ’70 agli anni ‘90 fu capitale indiscussa di una vecchia e cara abitudine, di cui alcuni di noi sono stati – sono ancora? – “portatori sani”. In uno dei primi post, appare anche Verona.
Sono naif, sono kitsch fino a sfiorare – e spesso oltrepassare – il limite del trash; sono squillanti, inquietanti, maliziose, spassosissime; sono il risultato a volte inspiegabile di una serie di scelte (stamparle, metterle in commercio, acquistarle, dedicarle, collezionarle). Dopo che il postino le ha recapitate, nella loro forma finita sono sopravvissute a diari segreti, raccoglitori, cassetti, traslochi; hanno abitato cantine di case e scatoloni di negozi vintage, finché spiegazzate e sfinite sono arrivate a noi nel 2021, ai nostri occhi e alle nostre mani che le guardano e le toccano permettendoci di fantasticare sul viaggio che hanno fatto, sulla storia che custodiscono e tramandano.
Il merito dell’autore e dell’editore è senz’altro di aver riconosciuto a un medium, a un supporto cartaceo, la potenzialità e la dignità di veicolare messaggi e di testimoniare una parte di usi e costumi che – altrimenti fagocitate dal progresso e dall’immediatezza dei social – oggi rischiano irrimediabilmente di scomparire, lasciandoci orfani di uno spaccato di “italianità” curiosa e malinconica, che nel suo piccolo ci appartiene e a cui apparteniamo.
La Scheda
Il profilo Instagram @cartoleena: https://www.instagram.com/cartoleena/
La “cartoleena” di Verona: https://www.instagram.com/p/BUWbJoAlISz/