Beatrice Zoccatelli, una ragazza di San Giorgio in Salici molto conosciuta sul territorio per le numerose iniziative culturali locali a cui ha prende parte tramite il “Progetto Gutenberg” e l’Associazione “Evento tra i Salici”, si è occupata recentemente della modifica sartoriale dei costumi dello spettacolo teatrale del “Don Giovanni” messo in scena presso il Teatro Filarmonico di Verona.
Come ci racconta Beatrice la partecipazione a questo progetto è stata un vero e proprio colpo di fortuna “dovuto ad un’amica che purtroppo ha dovuto declinare questa offerta di lavoro” e, quindi, l’ha messa in contatto con il responsabile della direzione costumi del Teatro Filarmonico.
A livello tecnico-lavorativo, durante questa esperienza, Beatrice si è occupata della modifica degli abiti di scena che fanno parte del magazzino di Fondazione Arena, adattandoli ai due cast che hanno messo in scena lo spettacolo del Don Giovanni.

Ciò è necessario in quanto se dopo uno spettacolo cambia l’artista che riveste un determinato ruolo, anche l’abito deve essere modificato in meno di ventiquattro ore. Ad esempio, nel caso di Don Giovanni erano presenti due cantanti lirici con due taglie diverse, quindi, la mattina successiva ad ogni spettacolo andava modificata la taglia dell’abito, affinché calzasse a pennello in entrambe le situazioni.
Si tratta di un lavoro in cui si passano giorni in laboratorio a cucire, modificare e aggiustare abiti e a controllare e ricontrollare tutto, dai camerini del coro donne e uomini, a quelli dei mimi, dell’orchestra e degli artisti, facendo estrema attenzione che nulla sia fuori posto e ogni abito sia in ordine di apparizione.
Durante le prove e gli spettacoli, invece, vengono prima controllati tutti i camerini dal cast e, dopodiché, a ogni sarta viene assegnato un determinato settore di cui occuparsi.
Beatrice e un’altra ragazza, si sono dedicate ai due piani occupati dal coro donne, il coro uomini, i mimi e gli orchestrali. Ciò che ha richiesto particolare attenzione è la vestizione delle donne, che portando corsetti del 1700 impiegavano più tempo a vestirsi, ma anche la zona palco, che viene controllata da dietro le quinte per supportare i cambi dei mimi, ovvero i figuranti, che cambiano spesso personaggio durante lo spettacolo e, di conseguenza, abito.
Infine, dopo ogni spettacolo, con l’aiuto del magazziniere vengono raccolti tutti gli abiti utilizzati e si valuta quali vanno lavati, quali aggiustati e così via.
“E’ stato molto emozionante – racconta Beatrice al Baco al termine di questa esperienza -. Inizialmente temevo di non essere all’altezza della situazione perché non stiamo parlando di una realtà piccola, bensì di un ambiente rinomato e consolidato con artisti che girano il mondo per esibirsi. Eppure, tutto lo staff tecnico che sta dietro le quinte ha dimostrato una grande disponibilità e apertura. In due settimane, grazie a loro ho imparato moltissimo e alla fine, nonostante gli orari non fissi o canonici, mi sono divertita, imparando che dietro le quinte di uno spettacolo c’è un mondo di lavoratori che nessuno vede mai, ma che fanno moltissimo: corrono, rimangono calmi, sistemano gli intoppi, sono i primi che arrivano e gli ultimi che escono. Questo aspetto mi ha fatto amare ancora di più il lavoro che ho scelto e che nel corso degli anni mi ha portata a fare molti sacrifici per conseguire delle qualifiche tramite svariati studi in questo settore”.
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