Nella bella stagione, o comunque anche in inverno in qualsiasi giornata di bel tempo, sulle nostre strade si riversano decine e decine di atleti, o presunti atleti, che vogliono rinverdire la forma perduta, che vogliono risvegliare il proprio fisico, o che semplicemente vogliono fare due passi per godere di un paesaggio che non c’è più.
Sta il fatto che a tutte le ore della giornata, ma in particolare con l’approssimarsi della sera, su alcune strade è un quasi ininterrotto passaggio di novelli Bartali o aspiranti maratoneti. Non mancano neppure gli iron-man o chi, praticamente trasfigurato, a passo di marcia, si muove ondulante lungo la linea che demarca la carreggiata stradale, quasi a seguir la musica dei Pearl Jam che suona nelle cuffiette attaccate alle orecchie.
La strada maggiormente presa d’assalto è via Molinara Nuova, che deviando il suo percorso rispetto alla strada principale all’inizio di Mancalacqua, si dirige nella tranquillità di alcuni tra i pochi campi coltivati che ci rimangono in direzione di Madonna di Monte e di conseguenza verso la valle di Sona. La trascendentale faticata sui pedali o sui propri sofferenti piedi, incarcerati nelle Nike di ultimo grido, verso i luoghi ameni della vallata sonese è però interrotta dal contemporaneo passaggio a velocità decisamente elevate di molti che percorrendo la stessa strada evitano il traffico e i controlli elettronici sulla via principale.
Chi non lo fa direte voi? Vero, senonchè in questo modo si mette a repentaglio la salute nostra e altrui, quelle tre volte all’anno che ci improvvisiamo atleti soltanto perchè la domenica successiva ci aspetta la sfida calcistica tra gli over 40. Visto che effettivamente è difficile obbligare il traffico ai 50 km all’ora su una strada diritta e praticamente priva di abitazioni, se non in contrada Bellona, e visto che comunque fosse anche andar a 50 all’ora non elimina il rischio per i poveri ciclo-podisti, perchè non ipotizzare un bel percorso separato dalla strada attraverso una cordolatura bella spessa e un filare di alberi, che partendo appena fuori Mancalacqua possa raggiungere in sicurezza la strada dell’Ancap, sotto Madonna di Monte?
Non è una cosa irrealizzabile, se pensiamo ad esempi concreti quali quelli della Bassona qui vicino o il bellissimo percorso ciclo-pedonale che stanno completando tra Affi e Costermano, del quale riportiamo alcune foto. Come vediamo in quest’ultimo caso, una stradina larga due metri corre lungo la strada provinciale che dirige un flusso enorme di autoveicoli verso il lago, mantenendosi sempre però rigorosamente separata, o attraverso delle alberature o degli ostacoli fissi.
Gli stessi attraversamenti della strada sono in perfetta sicurezza essendo eseguiti attraverso sottopassi della strada carrabile. Ma allora perchè dalle altre parti riescono a fare cose così apprezzabili e noi non riusciamo mai ad eseguire un’opera che effettivamente porti un beneficio strutturale alla vivibilità del nostro territorio?
Come son riusciti ad Affi, dovremmo poter riuscire anche noi a realizzare questo percorso lungo via Molinara Nuova. In fondo si tratta di recuperare una striscia di terreno larga non più di 3 metri lungo via Molinara Nuova, sul primo metro mettere un’alberatura di consistente dimensione, tipica magari delle nostre zone, potremmo ipotizzare dei pioppi, nei restanti 2 metri realizzare questa stradina, utilizzabile per bici e pedoni.
Partendo dalle ultime case di Mancalacqua sino all’incorocio sulla provinciale sono circa 2.250 metri. I conti son quindi presto fatti: la superficie che verrebbe utilizzata per questo percorso è quindi pari a 6.750 mq, poco più di due campi veronesi, che con le quotazioni attuali di mercato per i terreni agricoli non supererebbe il valore di 100.000 euro. In questo modo sin avrebbe modo di fare un po’ di attività fisica in sicurezza, sia per adulti che per i più piccoli e di godere un po’ del nostro territorio.
Se a tutto ciò poi si riuscisse ad aggiungere un sottopasso della provinciale e un passaggio sotto la ferrovia, ecco che ci ritroveremmo catapultati in piena valle di Sona, consentendo così anche ai “poveri” cittadini di Lugagnano di godere di un ambiente ancora preservato e di notevolissimo pregio come quello che va dalle colline sonesi sino alla valle del Mincio.
Una conclusione finale. Concordiamo con chi farà un sorrisino su questa proposta classificandola con una frase del tipo “con tute le robe che ghe da far guarda sa i pensa sti qua!”. Vero, molte altre sono le cose da fare e alcune decisamente più importanti e decisamente improrogabili. Vero anche che è importante, fondamentale che certe idee, certe soluzioni vengano vagliate, studiate sicuramente più a fondo di come abbiamo fatto noi per poi esserle considerate nella pianificazione territoriale.
Un piccolo segno sul Piano Urbanistico può impedire che lì sorgano altre case o altri capannoni, la cui costruzione eliminerebbe del tutto la possibilità di realizzare questo ideale percorso. E quel segno non costa nulla e si può fare subito.