Si conclude oggi l’ultima settimana di campagna elettorale prima delle elezioni politiche anticipate di domenica 25 settembre.
Una settimana in cui anche Sona ha avuto un ruolo nella presentazione dei programmi e dei candidati: lunedì scorso 19 settembre, infatti, sia il PD di Sona sia i gruppi locali del centrodestra hanno organizzato in concomitanza (anzi, in concorrenza) due incontri con la cittadinanza per illustrare le ragioni del voto al partito o alla coalizione cui appartengono.
E non è mancato pure un opuscolo elettorale distribuito fuori dalla chiesa di Sona che invitava a votare contro “lo stato di polizia delle lobby gay“, notizia rimbalzata su testate provinciali e nazionali.
Per le elezioni politiche domenica i seggi rimarranno aperti dalle ore 7 alle 23, e le operazioni di spoglio cominceranno subito dopo il termine delle votazioni. Per votare è necessario presentarsi al seggio di appartenenza con la propria tessera elettorale e un documento di riconoscimento. Per chi avesse perso o completato la propria tessera elettorale, può recarsi all’ufficio elettorale di Sona in Piazza Roma, 1, aperto non solo domenica per tutta la durata delle operazioni di votazione, quindi dalle 7 alle 23, ma anche il 23 e 24 settembre dalle ore 9 alle ore 18.
Si possono tracciare al massimo due segni: o sul candidato uninominale o su una lista del proporzionale. In entrambi i casi, il voto si estende per osmosi all’altro. È comunque possibile tracciare una croce su entrambi i riquadri. Non esiste voto disgiunto e non sono previste preferenze.
Nelle due schede relative alle Camere (rosa per la Camera dei deputati e gialla per il Senato) è presente il nome del candidato del collegio uninominale; sotto il nome vi sono il simbolo o i simboli del partito o dei partiti che lo sostengono, con i nomi dei candidati dei listini proporzionali.
Come già avvenuto nel 2018, la “legge Rosato” prevede che, una volta tracciata la propria scelta mediante la matita copiativa sulla scheda elettorale, fuori dalla cabina non si dovrà inserirla nell’urna, ma consegnarla al presidente di seggio. Anche quest’anno, infatti, al fine di evitare brogli è previsto il tagliando anti frode.
Le elezioni del 25 settembre presentano, infine, due novità assolute rispetto al passato: la prima riguarda la sforbiciata del numero dei parlamentari rispetto alla legislatura precedente, avvenuta a seguito del referendum costituzionale del 2020; mentre la seconda è relativa all’abbassamento dell’età minima a 18 anni (non più 25) per votare per il Senato.
Il numero dei parlamentari da eleggere passa, dunque, da 630 a 400 per la Camera dei Deputati e da 315 a 200 per il Senato; ciò ha implicato un allargamento geografico dei collegi elettorali, soprattutto per il Senato, nonostante la legge elettorale, il Rosatellum, sia rimasta la medesima delle elezioni politiche precedenti.
Il sistema elettorale sarà ancora una volta misto, in cui circa il 60% dei deputati viene eletto con un sistema proporzionale a lista chiusa, mentre quasi il 40% è eletto con sistema maggioritario. Questo sistema (già di per sé macchinoso), unito alla riduzione dei parlamentari (con tutti i pro, ma soprattutto i contro che comporterà), potrebbe causare una combo devastante per il corretto funzionamento di un sistema elettorale, in quanto non è detto che la ripartizione dei seggi “proporzionali” rispecchi il risultato elettorale all’interno della propria circoscrizione, creando distorsioni e opacità.