Trevisani-Calderara a Sona, una villa con una lunga storia poco conosciuta

La scuola materna di Sona “Cavalier Annibale Romani” ha sede in un edificio denominato Villa Trevisani-Calderara (erroneamente citato in alcune pubblicazioni come Calderari). Ripercorriamo le tappe storiche di questa prestigiosa residenza.

Nella prima metà dell’Ottocento il proprietario era Girolamo Meschini (1783-1836), che abbellì il parco con la costruzione di una torretta, oggi nota come “guglia”. Quando morì, a soli 53 anni, non lasciò eredi, perché era figlio unico, scapolo, senza figli.

I suoi beni andarono, pertanto, alla sua mamma, la vedova Marianna Trevisani (1765-1838). Costei diede in eredità, al suo trapasso, i propri averi ai fratelli. Uno di questi, Vincenzo, ebbe tra i suoi figli uno che diventò un noto avvocato, Antonio Trevisani (1830-1891), per molti anni assessore del Comune di Sona.

Due figlie di Antonio sposarono personaggi illustri; una si maritò con Temistocle Raineri (1853-1921), un generale dell’esercito che fu sindaco del nostro Comune dal 1914 al 1920; un’altra sposò Ettore Calderara (1853-1914), avvocato, deputato al parlamento italiano, benefattore (fondò un orfanotrofio a Verona).

Dell’epoca della permanenza dei Calderara a Sona abbiamo solo alcune foto (risalenti all’incirca agli anni ’30). In quelle che pubblichiamo si vede la signora Anna Lia Calderara (qui sopra) e lo scalone monumentale (in alto); questo appare un po’ diverso rispetto ad oggi: non ci sono più i putti decorativi, né la statua in basso a destra (copia della “Venere italica” di Antonio Canova).

Un decreto ministeriale datato 7 maggio 1952 (epoca in cui erano ancora proprietari i Trevisani e i Calderara) stabilì che il bellissimo parco era da considerarsi ufficialmente di notevole interesse pubblico, “per la sua ricca vegetazione arborea che conferisce alla località una nota paesistica di non comune bellezza”, e quindi sottoposto alle norme per la tutela del paesaggio.

Per un periodo la struttura fu adibita a preventorio anti-tubercolare: risalgono al 1964 gli ultimi pazienti, poi dirottati in altri presidi. Infine, fu acquistata dal Comune di Sona, allo scopo di ottenere spazi di pubblica utilità.

Nato a Verona nel 1956, lavora come medico di base. Dal 2003 è redattore del “Baco da seta”, su cui pubblica articoli che trattano quasi sempre di storia del nostro Comune. E’ presidente del “Gruppo di ricerca per lo studio della storia locale di Sona”, che fa parte della Biblioteca comunale di Sona.