Era arrivata al Baco qualche giorno fa una lettera di una signora che chiedeva lumi circa i motivi per cui, a Sona, non era più presente una ambulanza dedicata alla emergenza extraospedaliera gestita da SOS. Una presenza che non era mai venuta meno per ben 32 anni sin dalla costituzione dell’Associazione.
A quella lettera aveva poi risposto il presidente del SOS Giordano Cordioli spiegando in dettaglio i motivi che avevano portato a questa situazione. Notizia di questi giorni è che dal primo luglio il mezzo base con personale non sanitario a bordo ha ripreso servizio con partenza dalla sede di piazza della Vittoria 10. Si tratta di un mezzo dedicato alle richieste di servizio che arrivano dal territorio e sarà coordinato dal SUEM 118.
”Le nostre istanze sono state ascoltate sia da parte della ULSS9 Scaligera sia da parte della Regione Veneto – ci riferisce Cordioli -. Abbiamo presentato un dossier approfondito circa la utilità/necessità di avere questo mezzo di stanza a Sona. I numeri dei servizi e la dislocazione territoriale degli stessi rendevano il quadro abbastanza eloquente”.
La “riammissione” di SOS SONA nella rete dell’emergenza parte da un’iniziativa di ULSS9 Scaligera, sostenuta da Regione Veneto, che, nell’ambito del potenziamento temporaneo dell’assistenza sanitaria extraospedaliera, ha stabilito che fossero attivati altri mezzi di soccorso in previsione del notevole afflusso turistico di cui sarà beneficiata la provincia di Verona.
”Il nostro mezzo – precisa Cordioli – gode di una riattivazione temporanea che termina il primo settembre. Ma non ci vogliamo fermare lì: riteniamo che le necessità del territorio siano tali indipendentemente dai maggiori flussi turistici. Lo sono durante tutto l’anno, per cui il nostro obiettivo è far diventare stabile e continuo nel tempo il nostro stazionamento. Non vogliamo fermarci primo settembre!”.
La lettera della signora pubblicata dal Baco da Seta è rimbalzata sui social. Da questo tam tam mediatico SOS Sona ha ricevuto una richiesta di chiarimento direttamente dalla Regione Veneto e, presa carta e penna, ha elaborato un memorandum che ha fatto pervenire direttamente al presidente Luca Zaia.
”Nello stesso tempo – prosegue Cordioli – non veniamo meno all’impegno preso nei confronti di ULSS9 per quanto concerne il mezzo dedicato ai trasporti interospedalieri dei pazienti tra gli ospedali. Grazie ad una proficua collaborazione con i cugini del SOS VOLONTARI VALEGGIO assieme riusciremo a garantire anche questo servizio. Che è altrettanto importante nel quadro dei bisogni sanitari del territorio”. Emerge e si conferma quindi il ruolo di organizzazioni storiche e strutturate che da decenni operano nel soccorso sanitario extraospedaliero.
La ripartenza del mezzo base a Sona è stato reso possibile grazie ad un proficuo lavoro di squadra che parte da lontano svolto tra SOS Sona, UNI.VER.SO Unione Veronese Soccorso, ULSS9 Scaligera, il consigliere regionale Filippo Rigo, l’amministrazione comunale di Sona grazie al supporto dell’allora sindaco Gianluigi Mazzi in qualità di presidente della Conferenza dei Sindaci.
Il focus ora si sposta sul primo settembre: da li in avanti si confida che il mezzo riattivato non debba “spegnere di nuovo il motore“.
Una considerazione finale: la provincia di Verona è ricca di realtà non profit che, in maniera più o meno organizzata più o meno strutturata, si mettono a disposizione dei bisogni dei cittadini. La politica e con essa gli enti enti pubblici hanno il dovere di prestare loro attenzione e dedicarvi le decisioni che non ne mettano a rischio l’esistenza.
L’esempio di SOS Sona, che al bisogno gira la chiave e riparte seduta stante, è lo specchio di questa incredibile capacità tutta italiana di agire con concretezza assoluta il senso civico. I cittadini che operano nel volontariato, messi davanti alle sfide, le combattono. E spesso le vincono trovando le soluzioni che servono.
Politica e istituzioni pubbliche sono chiamate a prendere decisioni che siano il più possibile armoniche e di visione d’assieme. Le decisioni prese a compartimenti stagni, ognuno per le proprie competenze (in particolare quelle economiche) tirando “ognuno a sè la coperta”, lasciano scoperto qualcuno. Una coperta “sistemata” a tutti e quattro gli angoli è una coperta condivisa e mai corta.