Sona-Mondo andata e ritorno. Fabio Girardi da Palazzolo, Head Chef in un boutique hotel a Cork in Irlanda

Il viaggio che puntualmente ci porta a conoscere le esperienze dei giovani del nostro territorio all’estero continua con una nuova puntata.

Il protagonista di questa puntata è Fabio Girardi, 36 anni, di Palazzolo. Dopo diverse esperienze in giro per il mondo, Fabio ha fatto dell’Irlanda la terra dove realizzare il suo progetto di vita nel settore della ristorazione.

Iniziamo con una breve presentazione del tuo percorso di studi alle scuole superiori?
Certo! Sin da piccolo, nella mia casa di Palazzolo, ho avuto un interesse per i fornelli, da qui la mia passione per la cucina che mi ha portato a frequentare l’Istituto Carnacina di Bardolino e, nel 2005, a conseguire un diploma di Tecnico dei Servizi della Ristorazione. Attualmente ricopro la posizione di Head Chef in un boutique hotel, “The Dean Hotel”, a Cork in Irlanda.

La dimensione dell’esperienza all’estero ci spieghi da dove ha origine?
In seguito al diploma, ho vinto una borsa di studio dell’Unione Europea chiamata ‘Progetto Leonardo’. Questa mi ha portato a trascorrere quattro mesi in Inghilterra potendo coltivare la mia seconda passione: le lingue straniere. Durante il mio soggiorno in Inghilterra ho vissuto in famiglia mentre frequentavo il college e successivamente ho svolto un tirocinio in un albergo a Plymouth in Cornovaglia. Una volta rientrato a casa ho iniziato a vedere le cose sotto un’altra prospettiva. Quel breve periodo all’estero mi aveva arricchito molto ed aiutato a superare molti preconcetti che inconsciamente avevo dentro di me, come tutte le persone che non lasciano mai la propria zona di comfort/paese d’origine.

Perché hai scelto di andare in Irlanda?
Dopo un’esperienza di diversi anni in hotel di lusso e ristoranti tra Italia, Svizzera, Francia e navi da crociera, ho conosciuto la mia compagna (irlandese) a Melbourne in Australia dove mi trovavo con un visto di vacanza/lavoro. Terminato il periodo australiano ci siamo spostati in Svizzera per alcuni anni e poi, al momento, di decidere il passaggio successivo, le condizioni socio-economiche e linguistiche ci hanno portato a preferire l’Irlanda all’Italia.

Conosciamo meglio il tuo percorso. Conclusi gli studi, quali opportunità di lavoro hai incontrato?
Le opportunità di lavoro non sono mai mancate, tra borse di studio/tirocini, stagioni al mare/montagna o lavori a tempo indeterminato. Terminata la borsa di studio sono rientrato in Italia, per la stagione estiva sul lago, ma poi ho deciso di ripartire. Prima tappa Ginevra, dove ho fatto la gavetta per due anni in alberghi di lusso. Agli inizi, non conoscendo il francese, è stata dura, in contesti multietnici parecchio competitivi dove la pressione era elevata. Grazie però al networking internazionale che da subito mi sono creato, è stato poi semplice trovare lavoro seguendo le stagioni e la voglia di viaggiare. Negli anni queste mi hanno portato in Alto Adige, a Lugano, Crans Montana, Nizza ecc… la lista è molto lunga. Riassumendo, l’esperienza all’estero ha influito molto positivamente sul mio percorso professionale e di vita, la rifarei senz’altro.

Entrando più nella dimensione sociale di questa tua esperienza, come si vive in Irlanda?
Lo scoglio principale da superare in Irlanda è il meteo, le giornate grigie e piovose non mancano. Gli inverni e le estati sono miti rispetto a quelli italiani. La temperatura non scende mai sotto lo zero in inverno e raramente supera i 25 gradi d’estate. Una volta acclimatati ci si sente subito a casa grazie all’ospitalità e simpatia degli irlandesi che, a differenza dei cugini inglesi, sono molto aperti ed alla mano. I panorami che offre l’Irlanda sono mozzafiato: scogliere a picco sull’oceano, prati verdi a perdita d’occhio, laghi, montagne. Riguardo gli irlandesi mi raccomando non confondeteli mai con gli inglesi, perché giustamente si offendono quando vengono paragonati ai loro ex-colonizzatori. A riguardo, vi consiglio di approfondire il tema del conflitto nordirlandese, periodo buio della storia dell’Irlanda con strascichi che sono ancora attuali.

In un contesto come quello che stai vivendo, come vedi il tuo futuro? In Irlanda o in Italia?
Domanda difficile questa, mi piacerebbe rispondere in Italia, ma sono realista e dico Irlanda. Dopo sei anni sull’isola verde la mia vita ormai è qui. Ciò però non toglie che un giorno possa magari tornare a “svernare” nella madre patria.

Fabio, concludiamo con un messaggio a quei giovani che devono fare scelte di studio e di vita ed hanno bisogno di un consiglio. Che cosa ti senti di dire loro?
Suggerisco sicuramente di uscire dalla zona di comfort, di lasciare il nido, a prescindere che vogliano costruirsi una vita in Italia oppure no. Per questo consiglio di fare un’esperienza di studio/vita all’estero, anche se breve. Confrontarsi con realtà diverse dalla propria porta arricchimento a livello umano ed aiuta a emanciparsi velocemente. Questi vantaggi non hanno prezzo, perché si torna con una mente più aperta e con un bagaglio culturale superiore rispetto a quelli rimasti al “bar del paese”.

Nato a Bussolengo il 16 agosto 1964, risiede dall’età di 5 anni a Sona (i primi 5 anni a Lugagnano). Sposato con due figli. Attivo nel mondo del volontariato fin dall’adolescenza, ha fatto anche esperienza di cooperazione sociale. È presidente dell’associazione Cav. Romani, socio Avis dal 1984 e di Pro Loco Sona dal 2012. Fa parte della redazione di Sona del Baco da Seta dal 2002. È tra gli ideatori del progetto Associazioni di Sona in rete attivato nel settembre 2014 e del progetto Giovani ed Associazioni attivato nel 2020.