Sona, causa pesticida chiuso un pozzo in località Presa

Tracce di diserbanti in un pozzo comunale a Sona. Per questo motivo, l’impianto è stato chiuso, dopo la scoperta che la quantità della sostanza ha superato i limiti imposti dalla legge. Il pozzo è in località Presa, ed è controllato, come gli altri tre impianti comunali, da Acque Veronesi, la società che gestisce il servizio idrico di Sona.

A seguito di un rilevamento effettuato dai tecnici dell’Ulls 22 nella rete dell’acquedotto in via Donizetti a Sona, si sono riscontrati nei prelievi delle acque di uno dei due pozzi di Sona (gli altri due sono a San Giorgio in Salici) la presenza di 0,10 microgrammi per litro di un pesticida, il desetilterbutilazina, utilizzato soprattutto dagli agricoltori come diserbante per le piante.

Il valore rilevato è di 0,06 microgrammi per litro in più rispetto al consentito (il decreto legislativo 31 del 2 ferbbraio 2001 impone un massimo di 0,16). Per questo motivo la società consortile a proprietà pubblica ha deciso di chiudere l’unico pozzo dove si sono riscontrati questi dati e di utilizzare gli altri tre presenti sul territorio comunale.

I referenti di Acque Veronesi in una nota sottolineano che la situazione ora è sotto controllo. «La qualità dell’acqua è sicura e non si sono registrati disservizi per i cittadini». Tuttavia si stanno effettuando ulteriori verifiche per tenere monitorati i valori del pesticida presente nelle acque. Per l’Ulss 22, non ci sono pericoli per la salute della popolazione.

Il Comune di Sona si è attenuto alle indicazioni date dall’Ulss 22 e da Acque Veronesi e ha deciso al momento di non predisporre ordinanze per limitare l’utilizzo dell’acqua ai cittadini. L’inquinamento delle acque sembra sia dovuto all’effetto delle piogge delle ultime settimane che ha trascinato il diserbante a fondo nel terreno.

Sulla vicenda Gianluigi Mazzi, consigliere comunale di minoranza e capogruppo della lista civica “L’Incontro”, ha inviato al sindaco Gualtiero Mazzi un’interpellanza dove chiede se l’amministrazione richiederà agli enti preposti ulteriori rilievi e quali siano le garanzie che hanno permesso di non intervenire e di ritenere non a rischio la salute della popolazione. “Perché il sindaco e gli assessori non rendono pubblici i dati periodici delle analisi dell’acqua a garanzia di una maggiore informazione e tutela della salute dei cittadini? Per quale motivo la trasparenza di questi dati anziché migliorare peggiora e perché i dati non vengono resi disponibili al pubblico e le analisti sul sito internet di Acque Veronesi risalgono al 2008? Qual è – si chiede infine Gianluigi Mazzi – la certezza riguardo la qualità dell’acqua che sgorga dai rubinetti?”.

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