Sona al decimo posto nella provincia di Verona per spesa comunale pro-capite più alta

L’acquisto di beni e servizi, nonché l’esecuzione di opere pubbliche, comportano un impegno economico per le casse comunali, che si ripercuote nel breve, medio o lungo termine. Una lettura chiara e oggettiva dell’ammontare delle spese comunali suddivise per il numero di residenti è fornita da ContrattiPubblici.org, che Infodata del Sole 24 Ore ha successivamente elaborato.

Il risultato dei dati raccolti è la seguente mappa:

Nel momento in cui l’intensità del rosso incrementa, significa che in quel Comune tanto più grande è stata la spesa pro-capite registrata nel 2018. Il rosso scuro indica una spesa superiore ai 5 mila euro per abitante.

Dal grafico traspare che i Comuni “più spendaccioni” si concentrano in Valle d’Aosta e nella provincia autonoma di Bolzano. Aree di un rosso più scuro sono presenti anche nell’alto Friuli, nelle zone alpine delle province di Torino e Cuneo e in gran parte della regione sarda.

Un corollario applicato all’analisi di questi dati è dato da un importo tanto maggiore di spesa pro capite in un determinato Comune quanto minore è il numero di abitanti residenti. Si spiegherebbe, pertanto, considerando solo la provincia di Verona, la presenza del Comune di Malcesine (circa 3.700 abitanti) al primo posto con oltre 7.200 euro di spesa pro capite, Sant’Anna d’Alfaedo (2.500 abitanti) al secondo posto con quasi 3.500 euro pro capite, e Castagnaro (3.750 abitanti) al terzo con poco più di 3.100 euro. Sona è classificata al decimo posto con 2.106 euro spesi per abitante.

Spesa pro capite dei primi 15 Comuni veronesi

Il database realizzato da ContrattiPubblici.org tramite il quale Infodata ha eseguito l’elaborazione grafica fa riferimento alle informazioni che le amministrazioni comunali mettono a disposizione al pubblico con trasparenza. ContrattiPubblici.org segnala che alcuni Comuni hanno pubblicato male i propri dati, come Pettinengo (Biella) dove la spesa pro capite nel 2018 ha sfiorato gli 850 mila euro, o Oschiri (Sassari) e Pieve Vergonte (Verbania), che hanno sfiorato i 750mila euro.

Ritornando sulla mappa, è importante considerare la grandezza della spesa pubblica comunale non come una gestione qualitativamente buona o cattiva dell’amministrazione locale. Anzi, a un Comune come il nostro, che si qualifica come virtuoso e che richiede attenzione a livello urbanistico, non conviene ridurre le spese o gli investimenti al fine, pertanto, di evitare una sorta di immobilismo economico. Una spesa elevata, infatti, può essere dovuta a importanti opere pubbliche destinate a durare nel medio-lungo termine, senza essere necessariamente sinonimo di mala gestione della cosa pubblica.

Il fulcro della questione non è da ricondurre al quantum della spesa pubblica, ma al perché è stata realizzata. Un tema che viene affrontato pubblicamente durante i Consigli comunali.

Nato nel 1994 e residente a Lugagnano, scrive per il Baco dal 2013. Con l'impronta del liceo classico e due lauree in economia, ora lavora con numeri e bilanci presso una società di revisione. Nel (poco) tempo libero segue con passione la politica e la finanza e non manca al suo inderogabile appuntamento con i nuovi film al cinema (almeno) due volte a settimana. E' giornalista pubblicista iscritto all'ordine dei giornalisti del Veneto.