Smartphone: Strumento del demonio?

C’era una volta il giornale poi è arrivata la radio, la televisione, i computer ed ora gli smartphone. Come questi “strumenti” hanno influenzato le nostre abitudini, le nostre fonti di informazioni ed in generale le nostre vite considerando tutto il tempo che ci “rubano”?

Evoluzione del cellulare, questo piccolo mini computer o telefono intelligente ha letteralmente invaso il mondo. Nel 2001 è stato creato il primo smartphone con accesso ad internet ma possiamo indicare con l’arrivo del primo iPhone nel 2007 l’inizio della diffusione di massa.

Lo smartphone tutti lo conosciamo, tutti lo usiamo, tutti ne siamo più o meno hooked e/o addicted (agganciati, dipendenti). Internet banking, Whatsapp, Telegram, Facebook, Instagram, YouTube e tutti i loro cloni sono per molti di noi pane quotidiano, con il gruppo di lavoro, il gruppo della scuola, degli amici o per la ricerca di informazioni, musica e video. Si può dire che sia diventato una piccola scatola nera della nostra vita dato che tantissime cose “passano” da esso e magari state leggendo questo articolo proprio da uno smartphone.

Ma è veramente “cattivo” questo telefonino? E’ uno strumento del demonio che rende schiavi, elimina le relazioni sociali ecc?

La prima cosa che mi viene in mente sentendo queste affermazioni è che nella storia le nuove tecnologie sono spesso state malviste per poi diventare di uso comune. Emblematiche la foto di anni fa di file di persone tutte intente a leggere il giornale così come le persone sedute in metro con le cuffiette del leggendario walkman. Tutti questi richiami per dire che ora la situazione è simile ma è cambiato lo strumento che nel tempo si è evoluto.

Facciamo un piccolo salto nel passato. Nel 1885 Stoccolma aveva la più grande penetrazione telefonica del mondo. Tuttavia, non tutti erano entusiasti di questi sviluppi. Il telefono è stato spesso visto con scetticismo e non poca paura. C’era qualcosa di magico nei suoni che provenivano da un filo sottile. Molte persone anziane si rifiutavano di toccare un telefono per paura di scosse elettriche. La paura più grande, però, era che il telefono fosse in qualche modo in grado di attirare gli spiriti maligni, tanto che nelle chiese i predicatori indicavano il telefono come strumento del demonio.

Oggi fa sorridere leggere queste notizie, che sembrano preistoriche ai nostri occhi, ma se nel passato la poca cultura “tecnologica” era una scusante per diffidare del nuovo che avanza, al giorno d’oggi la situazione è più complessa.

Il passato, a volte, può essere erroneamente visto come migliore del presente, si stava meglio quando si stava peggio, ritengo invece che sia impensabile ad oggi un mondo senza smartphone. Sono molti i vantaggi che derivano da questo telefonino: telefonare (ovviamente), mandare messaggi e immagini favorendo la telecomunicazione, navigare sulla rete per la ricerca di informazioni, in sintesi possiamo dire che è come avere un coltellino svizzero dalle infinite potenzialità.

Secondo il professor Matt J Duffy del Berry College, “l’introduzione degli smartphone rappresenta una rivoluzione nella capacità di un giornalista – e di qualsiasi altro osservatore – di raccogliere informazioni e diffonderle rapidamente”. 

Lo smartphone porta con sé anche dei rischi derivanti perlopiù da un uso/abuso che ne viene fatto, per esempio il preoccupante numero di incidenti stradali, il vortice dei social network, delle chat, del gaming. E’ innegabile l’effetto colla che lo smartphone può creare, Nomofobia” è un termine di recente introduzione (nomophobia nel mondo anglosassone) che designa la paura incontrollata di rimanere sconnessi dalla rete di telefonia mobile.

Uno strumento in sé non è buono o cattivo ma è responsabilità nostra farne buon uso e magari cercare di educare noi stessi ed i più giovani andando a conoscerne pregi e difetti. Solo con la conoscenza e la consapevolezza di cosa può offrire una tecnologia credo che sia possibile trarne il meglio. 

Nato a Bussolengo nel 1974, risiede da sempre a Corte Salvi, tra Lugagnano e Verona. Sposato con Chiara ha un figlio di nome Emanuele. Analista programmatore presso il Banco BPM. E’ appassionato di tecnologia, computer, fotografia, di manga/anime. Nel tempo libero gioca (male) a tamburello e segue con passione la squadra della propria contrada A.T. Salvi per la quale è segretario fotografo e reporter. Amante del freddo e dell’inverno, della buona cucina e delle persone che ridono di gusto.