Settant’anni fa, tra agosto e settembre del 1953, furono girate nel nostro territorio – nei Comuni di Sona, Valeggio, Sommacampagna e Castelnuovo – parecchie scene del film “Senso”.
Il regista Luchino Visconti volle riprendere gli esterni della sua opera cinematografica, ambientata all’epoca della Terza Guerra di Indipendenza, nei luoghi dove avvennero veramente i combattimenti fra gli eserciti italiano e austriaco.
Nella foto in alto vediamo un fotogramma, tratto dal film, che raffigura la località Pernisa presso San Giorgio in Salici. Di fronte a questa fattoria furono inscenati alcuni momenti della sanguinosa battaglia, con le cineprese nascoste dentro ai covoni di grano (nell’immagine sotto, un altro fotogramma, dove si scorge in alto a sinistra la chiesa di S. Lucia ai Monti).
Furono reclutate sui luoghi anche numerose comparse. Alcune sono ancora viventi, e ricordano con piacere quella loro “avventura”, sotto la guida di giovani e promettenti aiuto-registi che si chiamavano Franco Zeffirelli e Francesco Rosi. Molte di loro, però, rimasero deluse, perché quando andarono a vedere il film scoprirono che le scene che le riguardavano erano state rimosse!
E qui cominciano le note dolenti. La censura, infatti, intervenne sulla pellicola con pesanti tagli. Il Governo e il Ministero della Difesa accusarono il regista di vilipendio del Risorgimento e dell’Esercito italiano, ostacolarono il montaggio, tagliarono e fecero sparire alcune scene, obbligarono a cambiare il finale.
Non fu consentito il titolo originale, “Custoza”, che fu mutato in “Senso”, dalla novella di Camillo Boito da cui fu tratto il film. Alla sua uscita nel 1954, la pellicola non ricevette alcun premio cinematografico ma fu un successo di pubblico, mentre la critica si divise.
Attualmente quest’opera di Luchino Visconti è considerata un capolavoro, le accuse di cui era stata oggetto sono state superate, anzi oggi si apprezza la lettura non retorica che egli ha fatto del Risorgimento.
Per quanto ci riguarda, anche se le scene riguardanti i nostri Comuni alla fine durarono solo una decina di minuti (a fronte di un enorme dispendio di uomini e mezzi tecnici impiegati), dobbiamo essere grati al regista milanese che per primo considerò alcuni scorci di Valeggio, di Borghetto e dei territori circostanti degni, per la loro bellezza, di ambientazioni e sfondi cinematografici.