Domenica 29 ottobre è tornata nella sua parrocchia d’origine, San Giorgio in Salici, suor Maria Carmela Granuzzo, per il ringraziamento dei cinquant’anni di vita religiosa nelle Suore Orsoline di Verona.
La sua presenza testimonia con semplicità e fermezza il grande dono della vocazione religiosa e la comunità di San Giorgio in Salici ha voluto far festa con lei nella S. Messa delle 10.30.
Alcune note della sua storia di vita raccolte dai famigliari illustrano il percorso e la sua origine. Nata nella corte Brolino della contrada di San Rocco in una operosa famiglia cristiana di agricoltori, essendo tra i figli più grandi, non ha frequentato la scuola media, allora facoltativa, ma ha dato un aiuto alla famiglia numerosa.
Nell’adolescenza, come tutte le ragazze di quel tempo, ha lavorato come operaia in varie piccole fabbriche del luogo, nel frattempo ha frequentato le scuole serali per conseguire la licenza di Scuola Media, sostenuta dai volontari della parrocchia. Mentre lavorava ha fatto anche pratica per conseguire la patente di guida.
In quel periodo, 1970, ha maturato la scelta di entrare in convento scegliendo l’Istituto delle suore Orsoline di Verona, fondato dal Beato Zefirino Agostini.
Da qui inizia la sua nuova vita, sviluppando quelle doti migliori della sua personalità che il convento ha capito e sostenuto: la preparazione religiosa e personale durante il noviziato, il conseguimento del diploma di Scuola Magistrale per l’insegnamento nella scuola Materna che per qualche anno sarà la sua professione.

Consegue in seguito il diploma di maturità per Assistenti Infantili e successivamente, tramite la frequenza dell’Istituto Teologico a Bari e a Crotone, ottiene il titolo in Scienze Religiose per l’insegnamento della Religione nelle scuole di ogni ordine e grado, titolo che le ha permesso di insegnare per diversi anni nella scuola statale.
Nei primi anni da suora è stata in alcune parrocchie del Veneto insegnando nella Scuola Materna. Dal 1978 ha vissuto per quarant’anni al Sud un “invio missionario” richiesto al suo Istituto dalla Chiesa italiana per rinforzare la presenza delle religiose nel sud Italia. E’ stata in Puglia, a Gioia del Colle e Capurso in provincia di Bari, ad Andria e anche in Calabria a Crotone e a Cerenzia in provincia di Crotone.
Racconta che quando è arrivata a Gioia del Colle, dove ha iniziato la sua attività di Orsolina nel 1978, ha trovato una realtà molto desolante. Non c’era soltanto la povertà nelle famiglie perché mancava da mangiare, ma anche una situazione sociale molto complessa con atti di violenza nei rapporti famigliari, scarsa scolarità e poca educazione religiosa. Lì, dice di aver trovato un parroco molto in gamba che ha costruito la chiesa e la Scuola Materna e a poco a poco ha raccolto la sua gente e cercato di farla rinnovare e crescere. Le suore facevano da supporto alla parrocchia e andavano a visitare gli ammalati, ma soprattutto seguivano il doposcuola per i ragazzi.
Dice di essersi sempre sentita bene accolta ed inserita nelle parrocchie dove ha vissuto dando la disponibilità nell’insegnamento della Catechesi, l’animazione liturgica, dei gruppi giovanili, nella formazione delle famiglie ai Sacramenti e nell’assistenza spirituale agli anziani e ammalati portando la Comunione.
Ora, dal 2018 per problemi di salute, è ritornata a Verona e vive in una casa per sorelle anziane dando un aiuto in infermeria.
Concludendo il racconto del cammino fatto da questa religiosa, si riporta il grazie che lei esprime in questo particolare momento al Signore per il seme della vocazione piantato nel suo cuore, per aver messo nel cammino le Suore Orsoline e per tutti i doni che l’hanno accompagnata nella sua vita.
Questa è stata anche l’occasione per la comunità di San Giorgio in Salici, ma soprattutto per la grande famiglia Granuzzo, di cementare la coesione fra tutta la parentela e le persone vicine partecipando ad un gradito rinfresco nel salone parrocchiale. I volti erano distesi e la letizia brillava nei loro occhi. Anche stavolta la zia suora ha saputo seminare la gioia di star bene insieme.
