In un’atipica giornata di inizio novembre, che vede gran parte dell’Italia e del Veneto alle prese con l’allerta meteo, abbiamo avuto modo di intervistare Samuele Scala (nella foto), membro della classe Quinta CG1 e rappresentante d’istituto del “Liceo scientifico Enrico Medi” di Villafranca, uno dei pochi Comuni della provincia di Verona in cui l’ordinanza del prefetto ha consentito di far proseguire regolarmente le lezioni, causando un malcontento generale tra gli alunni e grande felicità, invece, tra i professori che hanno delle verifiche in programma.
In realtà, il clima è tutt’altro che avverso e ci permette di approfondire la conoscenza con il neo eletto rappresentante d’istituto nelle migliori condizioni meteorologiche possibili.
Il sole è radioso, di un colore arancione tendente al rosso e illumina i campi da calcio del centro sportivo di Valeggio sul Mincio, dove fin da piccolo Samuele gioca, esprimendo sé stesso e coltivando una delle sue più grandi, se non la più grande passione. Samuele ha un carattere deciso che gli permette molto spesso di fare la differenza, un’attitudine che lo caratterizza anche fuori dal campo di calcio come manifestato dalla volontà di candidarsi quale rappresentante d’istituto per cambiare le cose.
Samuele, cosa ti ha spinto a diventare rappresentante d’istituto?
Inizialmente, è nato tutto un po’ per gioco con alcuni miei compagni di classe e amici, siamo andati alla conferenza per capire cosa volesse dire diventare rappresentanti di istituto e non c’era quasi nessun interessato, così ci siamo proposti. Sicuramente ha influito il fatto che fossimo un gruppo di amici molto unito già da prima, in più negli ultimi anni trascorsi come studente le proposte sono state sempre abbastanza simili e volevo portare delle innovazioni.
Quali sono le tue responsabilità?
Ammetto che in passato ho un po’ sottovalutato questo ruolo, non pensavo che gli studenti si appoggiassero così tanto a noi rappresentanti. Siamo un punto di riferimento per tutti e abbiamo il compito di mediare le problematiche che sorgono, rapportandoci con i docenti ed il preside.
Qual è il principale obbiettivo della vostra lista?
Indubbiamente quello di portare qualcosa di diverso dal solito, in particolar modo durante le assemblee di istituto rendendole più interattive, più partecipate, e introducendo nuove tematiche.
Come ti aspetti di collaborare con la dirigenza e i docenti per migliorare l’esperienza degli studenti?
Sono molto fiducioso. Prima assumere questo ruolo mi aspettavo meno collaborazione e interesse da parte loro, invece il confronto si è rivelato positivo e aperto, li ho trovati parecchio disponibili e ho scoperto che molte delle nostre idee sono condivise anche da loro.
Quali sfide hai affrontato sin qui?
Probabilmente gli aspetti burocratici e organizzativi che sono necessari, e quindi inevitabili, per attuare i progetti che vogliamo realizzare.
Quali sono le richieste già emerse dagli studenti?
Per ora non abbiamo ricevuto alcun tipo di lamentela. Ci è stato chiesto, invece, di organizzare delle feste d’istituto e attivarci per quanto riguarda i mercatini di Natale. Con l’incontro di formazione, che si tiene a Fontanafredda il 16 di questo mese, i rappresentanti di tutte le classi avranno l’occasione di sollevare questioni, dubbi e problematiche.
Quali strategie proporrete per migliorare la comunicazione tra studenti e insegnanti?
Con il progetto “We care” puntiamo a sensibilizzare i problemi della vita quotidiana degli studenti come ansia da prestazione, paura e stress. In sostanza vogliamo rendere più sereno il rapporto tra studenti e professori.
Ed il tuo rapporto con i professori è cambiato da quando sei diventato rappresentante d’istituto?
Ovviamente dipende da professore a professore, ma in linea di massima il rapporto è ottimo e collaborativo. Tutti poi scherzano con noi chiedendo di non fargli perdere ore di lezione in favore di assemblee e sono orgogliosi del nostro lavoro. Inoltre, capita anche che professori che non sono della tua classe ti fermino per congratularsi. E’ molto appagante.
La responsabilità di rappresentare tutti gli studenti del liceo “Enrico Medi” non ti incute timore?
Onestamente un po’ di paura inizialmente c’era, rappresentare 49 classi è una grande responsabilità che sento molto. Non è facile ma credo molto nel nostro gruppo, in ciò che stiamo facendo e in ciò che vogliamo proporre.
Quale consiglio daresti agli studenti che volessero diventare rappresentanti ma che, magari, si sentono bloccati da dubbi e paure?
Sicuramente direi che i compiti e le responsabilità sono molte, così come il tempo che ci devi impiegare. Tutto ciò però è compensato dall’importanza del lavoro che facciamo e dal riconoscimento dei professori, che sono comprensivi e tengono conto del tuo incarico. Nonostante non sia un ruolo semplice, le sfide che si presentano non sono minimamente paragonabili alla gratificazione che comporta essere di supporto per tutti gli altri studenti.