La cultura sono i costumi, le credenze, le arti, i valori e le norme che una comunità pratica e trasmette da una generazione all’altra. A Sona, l’ufficio cultura è guidato con passione e competenza dalla responsabile Raffaella Tessaro (nella foto di Mario Pachera), dal 1985 al servizio del Comune, prima bibliotecaria di Sona dopo la laurea in filosofia. L’ho incontrata per vedere con i suoi occhi qual è il ruolo della cultura nel Comune di Sona.
La cultura lega l’uomo al suo prossimo, creando uno spazio comune di conoscenze, ma lo connette anche al suo tempo e al passato. Come si concretizza questo a Sona?
A Sona la cultura è sempre stata centrale e, negli anni, si è sempre cercato di portarla nel cuore della comunità, dando spazio anche alle voci locali, al territorio, all’identità storica. Stiamo percorrendo un lungo cammino che ha portato ad un’evoluzione della proposta ai cittadini, in tre ambiti principali: la biblioteca, l’università popolare, gli eventi e le iniziative culturali. La biblioteca l’ho presa in mano quando aveva soli 1.200 titoli e ora vanta un patrimonio di 47 mila libri, tra capoluogo e Lugagnano, frutto di cura e ricerca continue. Dal 2004 siamo entrati con entusiasmo a far parte del sistema bibliotecario della provincia di Verona: una realtà stupenda! Che consente a noi e ai nostri utenti di accedere al vasto mondo rappresentato da circa 80 biblioteche, oltre alle reti bibliotecarie di Vicenza e Padova, per un patrimonio complessivo di oltre 4 milioni di libri. Fiore all’occhiello dell’offerta culturale dell’amministrazione Mazzi è senz’altro l’istituzione, nel 2014, del “Gruppo di ricerca per lo studio della storia locale del Comune di Sona” (di cui fanno parte gli storici del Baco, NdR) che si è impegnato – realtà unica nel panorama della provincia – a pubblicare annualmente una monografia sul passato dei nostri territori per ridare onore e memoria ad aventi, luoghi e persone che insieme rappresentano l’identità storica di Sona. I “Quaderni della nostra storia” sono ritirabili gratuitamente in biblioteca a Sona e a Lugagnano. Altro pezzo pregiato dell’offerta culturale sonese è rappresentato dal programma di corsi dell’università popolare, tra i più vasti della provincia, trasversale per contenuti e modalità di fruizione in presenza e online. Il segreto sta nella capacità di rinnovarsi, dopo ben 34 anni di attività, con nuovi docenti, tematiche, appuntamenti e corsi corposi, a lunga frequenza. L’offerta è popolare, ma non “per vecchi”. Infine, le iniziative: la rassegna estiva nasce nel lontano 1995 e da allora, ogni anno, porta musica e teatro tra la gente, in tutte e quattro le frazioni. Il programma è costruito cercando di ascoltare i desideri delle persone e, nel tempo, di coinvolgere in rete le associazioni del territorio. Negli anni le abbiamo affiancato anche una rassegna invernale.
Le biblioteche sono spesso percepite come anacronistiche nell’era digitale. Crede abbiano perso il ruolo di custodi del sapere e la capacità di influenzare la società civile?
No, non credo sia così. Il servizio bibliotecario resta molto apprezzato dalla cittadinanza e la biblioteca continua ad avere un ruolo centrale nella comunità. I miei primi utenti avevano 6-7 anni quando sono entrati per la prima volta in biblioteca a Sona ed ora tornano con i loro figli. Credo sia fondamentale il rapporto di empatia e fiducia che si costruisce tra bibliotecaria e utenti: io personalmente li osservo e ne rispetto il gusto, i tempi e gli spazi, lasciandoli assaporare la magia tra gli scaffali. Solo in un secondo momento, o su loro sollecitazione, chiedo loro cosa desiderano leggere e li consiglio. Certo, oltre a questo i servizi devono essere costantemente promossi e resi coerenti con l’evoluzione dei tempi. Per questo ci impegniamo ad acquisire settimanalmente le novità librarie e abbiamo aderito ad un sistema di catalogazione e classificazione che semplifica la ricerca. E grazie all’aiuto di Elisa Melloni, Irene Canzian e Alessandro Boretti, fidelizziamo i nostri lettori e ne coinvolgiamo di nuovi, inventandoci nuovi servizi come la consegna a domicilio “Biblioexpress”, il Bookcrossing o il catalogo sfogliabile online. E un parametro qualitativo importante è il diffuso utilizzo delle sale della Biblioteca da parte di studenti universitari, lavoratori o da lettori di riviste e quotidiani, anche senza l’utilizzo del servizio di prestito. Questo è sintomatico del fatto che la biblioteca sia ancora individuata come la casa della cultura, del sapere e della formazione del pensiero critico.
E i numeri, vi danno ragione?
Nel 2020, in piena pandemia, gli utenti attivi della biblioteca che hanno preso in prestito almeno un documento sono stati 1.354, su una popolazione di 17.688 persone, ed i prestiti sono stati 17.795, in media 1.483 al mese. Nel 2021 i prestiti sono cresciuti a 21.646 e puntiamo a tornare ai numeri del 2019 con 27.227 prestiti complessivi e 2.269 prestiti mensili. Da questi numeri sono esclusi gli ebook prenotabili direttamente dall’utente iscritto alla Biblioteca (SBPvr) sulla piattaforma MLOL (Media Library On Line) che hanno avuto un incremento notevole durante il Covid.
Qual era dieci anni fa e qual è oggi l’età media e la tipologia dei fruitori di biblioteche e centri per la lettura?
La fascia d’età media dell’utente della nostra biblioteca che ha preso in prestito almeno un documento, libro, rivista, DVD, era pari a 30-35 anni nel 2011 e a 40-45 anni nel 2021. Tra questi ci sono utenti più o meno attivi e neo-iscritti, dato che l’iscrizione una volta effettuata è permanente. Il dato appare congruo con l’età media dei residenti nel Comune di Sona in quegli stessi anni: 40,21 anni nel 2011 e 43,84 nel 2021. A frequentare maggiormente la biblioteca sono adulti in età lavorativa o pensionati d’età non molto avanzata ma anche bambini e ragazzi dalla scuola dell’infanzia ai primi anni della scuola secondaria di secondo grado, che trovano in Irene il punto di riferimento per la letteratura per ragazzi. Gli adulti coltivano i propri interessi di lettura anche attraverso la partecipazione a gruppi di lettura, attivi a Lugagnano e a Sona.
Come si coltiva nei più piccoli l’amore per la lettura?
Promuovendo la lettura con iniziative dedicate come “L’ora del racconto” in biblioteca, rivolta ai bambini della scuola dell’infanzia o dei primi anni della scuola primaria, seguita da laboratori di approfondimento, o collaborando con la scuola, come nel caso delle visite guidate e didattiche per le classi, alla scoperta dei servizi e delle collezioni della biblioteca. Mentre con il supporto dei servizi socio-educativi ci rivolgiamo alle neomamme con il “Progetto Nati per Leggere”.
Oltre alla biblioteca, all’università popolare e all’organizzazione di eventi, quali altre funzioni ha l’ufficio cultura?
L’ufficio cultura si occupa anche della promozione turistica del territorio e della gestione dei gemellaggi, così come di “progetti speciali” come quello per il rilancio del Museo Fedrigo o del Mudri, il Museo Diffuso del Risorgimento, un progetto di rete al quale abbiamo aderito e che rappresenta la frontiera attuale della proposta culturale sovracomunale. E poi, dietro la bellezza di tutte queste iniziative, c’è una sfilza di atti amministrativi, indispensabili per far rientrare la creatività della cultura nella realtà di un ente pubblico.
Quanto incide la cultura nel bilancio del Comune di Sona?
Riferendoci allo scorso anno, il settore cultura inteso come biblioteca, università popolare, manifestazioni ed iniziative culturali e personale ha inciso sul bilancio comunale per l’1,73%.