24 agosto 2016, come oggi quattro anni fa. Un tremendo terremoto di magnitudo 6.0 sconquassa il centro Italia. Una furia devastante che mette in ginocchio intere comunità che sono parte, da secoli, della tradizione storica culturale e religiosa italiana. Parliamo della Valle del Tronto, dei paesi a ridosso dei Monti Sibillini, dei Monti della Laga. Siamo nella zona al confine tra il Lazio e le Marche. Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto, Norcia, Castelluccio di Norcia. Paesi che, da perle di antica bellezza Italica, si sono trasformati in cumuli di macerie e disperazione.
La memoria va a quelle ore immediatamente successive all’evento. Scene strazianti che si ripetono dopo ogni evento catastrofico naturale. Il sentimento popolare di vicinanza al dolore di quelle popolazioni si trasforma in un fiume di aiuti di ogni genere straordinario. Come accade spesso purtroppo finirà con il trasformarsi in un fiume in piena che, oltre a dare concreto aiuto, ha generato problemi organizzativi di ogni genere. La straordinaria solidarietà italiana che, se non opportunamente gestita e veicolata, diventa un flusso disorganizzato difficile da gestire.
La fase del dopo terremoto è sempre quella più critica. Sia per chi l’ha subito, sia per chi deve gestirne le conseguenze con il ruolo di attore principale delle ricostruzione. Parliamo dell’apparato pubblico, a partire dallo Stato per arrivare fino ai singoli Comuni colpiti dall’evento. Svanita la “sensibilità di massa” dell’immediato, ci si deve scontrare la dura realtà del far ripartire le comunità squarciate da una ferita profonda. Compito arduo, ma non impossibile.
La causa del piccolo centro di Fonte del Campo, frazione del Comune di Accumoli, è stata adottata con grande passione e trasporto dalla Comunità di Sona, per tramite della Pro Loco. Anche dalla pagine de Il Baco da Seta ne abbiamo parlato in maniera profusa in questi quattro anni che ci separano da quel tragico evento.
Un trasporto popolare che ha ottenuto il favorevole e proficuo appoggio anche delle Comunità di Povegliano Veronese, Castelnuovo del Garda e Sommacampagna. Una gara di solidarietà che si è articolata attraverso iniziative ed eventi, anche nelle comunità gemellate con il Comune di Sona di Soayux in Francia e Weiler in Germania. Una maratona che ha portato alle casse della causa di Fonte del Campo un raccolto complessivo di ben 75mila euro.
A cosa sono destinati questi soldi? Alla ricostruzione di un centro di aggregazione per la comunità di Fonte. Il precedente centro, gestito dall’Associazione Vico Badio, è infatti completamente collassato su se stesso. Il grande moto solidale che si è sviluppato ha incontrato purtroppo, in questi anni, i vincoli e le inefficienze della burocrazia italiana. Oltre all’emergenza Covid-19 a tutti nota. Tutto ciò ha dilatato tempi di realizzazione delle opere e solo in queste settimane è arrivata la notizia che l’area destinata alla zona ricreativa è praticamente completata.
Oltre alla opere primarie di urbanizzazione, campeggia ora anche un basamento in cemento di circa 150 metri quadri sul quale verrà installata una tendostruttura acquistata grazie alla raccolta fondi di cui stiamo parlando. L’ultimo passaggio burocratico è l’assegnazione dell’area da parte del Comune di Accumoli all’Associazione Vico Badio. Un’altra iniziativa a sostegno dei cittadini è stato l’acquisto di un certo quantitativo di casette in legno che sono state installate accanto alle SAE (soluzioni Abitative di Emergenza) con la funzione di magazzino/dispensa a supporto delle abitazioni. Le SAE sono moduli abitativi di 65 metri quadri all’interno delle quali lo spazio a disposizione è un fattore di grande criticità. Passo successivo sarà l’installazione di due defibrillatori pubblici.
I cittadini e le organizzazioni, che hanno dato sostegno a questo progetto, sono parte integrante di questo tentativo di rinascita della Comunità di Fonte del Campo. La solidarietà è un moto circolare, si riceve e si dà. Durante il clou dell’emergenza coronavirus, che ha avuto come focolaio principale il nord Italia e con esso anche la provincia di Verona, l’Associazione Vico Badio ha a sua volta dato un grande segnale di solidarietà, inviando, tramite della Pro loco di Sona, un sostegno di 2mila euro al SOS per l’acquisto dei preziosi Dispositivi di Protezione Individuale.