Quando a trionfare in Arena era Bepi Lugo da Rosolotti di San Giorgio in Salici

Giuseppe Lugo (1899-1980), originario di Rosolotti di San Giorgio in Salici, uno dei più grandi tenori della prima metà del ‘900, si esibì per la prima volta all’Arena di Verona nella stagione lirica del 1937.

La sua interpretazione del personaggio di Mario Cavaradossi, protagonista di “Tosca” di Giacomo Puccini, mandò in visibilio il numeroso pubblico presente. Troviamo gli echi di quel clamoroso successo nelle cronache di quei giorni riportate dal giornale L’Arena.

Giuseppe Lugo, terzo da sinistra, con amici e giornalisti, prima di entrare in Arena per le prove. Sopra, Lugo nel 1937 durante la rappresentazione areniana di “Tosca”.

“La sua voce – scrisse infatti il quotidiano veronese – possiede uno dei migliori timbri tenorili del mondo e inoltre è perfettamente omogenea nella gamma, onde le note del suo canto in ogni registro attraggono e conquistano. Gli acuti, sempre facili e persuasivi, escono di una limpidezza impressionante (…). La parte di Cavaradossi sembra pensata per la sua ugola e per il suo senso di esprimere: nessuno potrà superarlo, pochi potranno eguagliarlo in questa interpretazione; il pubblico ne fu ben convinto, che gli decretò un successo trionfale. Le ovazioni toccarono l’estrema vetta nel ‘Vittoria…’ del secondo atto, col ‘la diesis’ preso di scatto e tenuto con sicurezza superba, e nel ‘Lucean le stelle…’, riprodotto con una tecnica adorabile e con la più intensa e pura espressione di accenti. In questo punto l’effetto presso il pubblico fu addirittura sbalorditivo e un uragano di applausi con insistente frenetica richiesta di bis consacrarono l’esaltazione”.

Lugo tornò a esibirsi nell’anfiteatro areniano nel 1938 con “La Boheme” di Puccini, interpretando con maestria il personaggio di Rodolfo. Di lui il quotidiano di Verona disse che “ha pochi rivali, (….) specie per la freschezza della voce e per la larghezza con cui sa profondere il tesoro del timbro”.

Il trittico di Lugo in Arena fu completato nel 1939 con “Rigoletto” di Giuseppe Verdi. E’ facile immaginare che egli raggiunse il trionfo quando intonò La donna è mobile, dove “il pubblicoè sempre L’Arena a raccontarlorimase sorpreso dalla perfezione del gioco del respiro, alla eguaglianza e finezza dell’emissione, allo squillar delle note oltre acute prese di scatto con sicurezza superba, il tutto retto da una tecnica che va considerata come la più pura e la più rara”. Il pubblico entusiasta che gridava “Bravo Bepi!” non sapeva che quella sarebbe stata l’ultima esibizione di Lugo in Arena.

Tornò a Verona nel 1945 per rappresentare “Tosca”, l’opera che più amava, ma questa volta al Teatro Nuovo, in quanto il Filarmonico era stato danneggiato dalla guerra. Anche quella fu un’ottima interpretazione, tuttavia Lugo era ormai al tramonto della sua carriera, breve ma intensissima e ricca di successi.

Nel 2016 avevamo reso possibile scaricare sul nostro sito una pubblicazione consistente in una serie di immagini in grado di ricostruire la vita di Giuseppe Lugo.

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Nato a Verona nel 1956, lavora come medico di base. Dal 2003 è redattore del “Baco da seta”, su cui pubblica articoli che trattano quasi sempre di storia del nostro Comune. E’ presidente del “Gruppo di ricerca per lo studio della storia locale di Sona”, che fa parte della Biblioteca comunale di Sona.