Per il Baco da alcuni anni è divenuta consuetudine, ogni 23 luglio, commemorare la Battaglia di Sona, evento bellico che si tenne nel 1848 nell’ambito della Prima Guerra d’Indipendenza fra gli eserciti piemontese e austriaco, e conclusosi con la vittoria di quest’ultimo. In un articolo precedente avevamo ricordato l’eroe principale di quello scontro, il generale Charles Menton D’Aviernoz. Questa volta parliamo di un altro protagonista, il luogotenente Prospero Balbo di Vinadio.
Figlio del conte Cesare Balbo, nacque a Parigi il 5 marzo del 1824. Nel 1834 divenne allievo dell’Accademia Militare, nel 1841 entrò nel Corpo di artiglieria dell’esercito piemontese con il grado di sottotenente. Partecipò nel 1848 alla Prima Guerra d’indipendenza. Fu proprio in occasione della Battaglia di Sona del 23 luglio che dette prova di grande fermezza, capacità e valore.

La sezione da lui comandata in qualità di luogotenente si trovò quasi sempre agli avamposti e sostenne un fuoco vivacissimo a mitraglia e a granata. Nelle alterne vicende dello scontro, sorpassato nel fianco destro dai cacciatori tirolesi, dovette difendere i cannoni a colpi di moschetto. Ferito in quello stesso combattimento il comandante, capitano di Cortanze, divenne lui responsabile della batteria e, con ben aggiustati tiri, bersagliò sullo stradone di Verona la cavalleria nemica avanzante.
Tali prove di capacità, di abnegazione e soprattutto di ardimento, furono premiate con la medaglia d’oro al valore concessagli con regio decreto il 15 agosto dello stesso anno, per essersi distinto nei fatti d’armi che ebbero luogo fra il 22 e il 25 luglio 1848 sulle alture di Rivoli, S. Giustina di Palazzolo, Sona e Volta Mantovana. Nel 1860 si ritirò dall’esercito e si dedicò all’insegnamento della matematica e della fisica. Morì a Torino nel 1894.
Pochi sanno che a Rovereto si trova una lapide che ricorda lui e l’impresa di Sona. In una località (chiamata Costa Violina) di questa città esiste un percorso dedicato agli artiglieri che si sono distinti nella storia dell’esercito italiano: una lunga via monumentale, chiamata appunto “Strada degli Artiglieri”, costeggiata da numerose lastre marmoree in cui sono incisi i nomi degli eroi di quel glorioso corpo militare. A un certo punto se ne vede una con su scritto:
M.O.
LUOGOTENENTE
PROSPERO
BALBO
SONA E VOLTA
MDCCCXLVIII
Pertanto, se si vuole trovare un segno tangibile che ricordi l’operato di Prospero Balbo a Sona, bisogna andare a Rovereto. Da noi, nessuno ha mai sentito questo nome.
Così come nessuno ha mai udito nominare il suo fratello minore Ferdinando Balbo. Classe 1828, partecipò appena ventenne alla Prima Guerra d’indipendenza. Fresco del grado di sottotenente d’artiglieria, ebbe il battesimo del fuoco a Santa Giustina Palazzolo il 29 aprile 1848, e il giorno dopo a Pastrengo.
A Sona combatté con valore, non meno del fratello maggiore, aiutando e proteggendo i soldati piemontesi in ritirata. Per questo fu insignito di medaglia d’argento e promosso al grado di tenente. Morì nel 1849, nella battaglia di Novara contro gli austriaci, colpito da una palla in pieno petto mentre manovrava un cannone.
In alto, una cartolina commemorativa dei fratelli Prospero e Ferdinando Balbo.