Li avevamo lasciati ad inizio campionato pieni di speranze, di aspettative e di una buona dose di ottimismo… Ora li ritroviamo soddisfatti dell’obiettivo raggiunto e pronti a superarlo, verso nuovi traguardi.
Sono i ragazzi della (ex) Terza divisione maschile di Lugagnano, una squadra nata l’anno scorso con una promessa chiara fin dall’inizio: salire ad ogni costo. E il costo da pagare non è stato nemmeno troppo elevato: divertimento, impegno e condivisione. Ce l’hanno fatta, la promozione in Seconda è arrivata con due giornate di anticipo, come l’esito quasi scontato di un anno praticamente perfetto: tutte le partite vinte, solo cinque i set persi, e mai nessuno in casa.
Per i ragazzi di Paolo e Alberto Fasoli, che si alternavano in campo e in panchina, è stata fin troppo facile! Merito dell’esperienza, di cui possono vantare i giocatori ormai “non più giovani”, merito di una squadra che ha saputo giocare insieme, e vincere insieme. “Non è stato un campionato leggero”, mi ammonisce Paolo, quasi a dire: “Non erano gli avversari a non essere degni, eravamo noi ad essere superiori!”…
Nessuno ne dubita, certo è che la grande sicurezza e l’indiscussa preparazione tecnica dimostrate partita dopo partita sono sempre state accompagnate da una buona dose di “tranquilla euforia”. Scendere in campo sempre con “spirito allegro” è un lusso che poche squadre si possono concedere, ma per i ragazzi del Lugagnano questa serenità sportiva sembrava l’esito naturale di anni di esperienza e dedizione messi al servizio di un gruppo neonato, ma estremamente promettente.
Certo, ci sono stati cali di concentrazione e picchi di tensione, che hanno richiesto prese di posizione decisive da parte dell’allenatore, rimproveri al caffè, o prediche alla camomilla… Ma alla fine, quando si ha il trofeo fra le mani, si guarda al tutto, e si trascurano i dettagli. E, nel complesso, quest’anno è stato davvero ottimo.
Quella che si prospetta nel giro di pochi anni è una vera e propria “scalata in serie D” e, vista la capacità dei ragazzi di tener fede alla parola data, forse ci si può davvero sperare!