“Prima il settore giovanile”, incontriamo il Direttore Generale dell’AC Lugagnano Campedelli

L’appuntamento era in programma da tempo, ma i mille impegni di chi guida una realtà complessa come una società di calcio ci portano ad incontrare il Direttore Generale dell’AC Lugagnano Giampaolo Campedelli (nella foto) alle sette di sera presso gli impianti di via Marconi. Campedelli arriva telefonando, se ne andrà telefonando e nel corso delle nostra chiacchierata di telefonate ne riceverà almeno quattro o cinque. Sempre inerenti la società che dirige ormai da tre anni.

Il motivo dell’incontro, voluto dalla dirigenza dell’AC Lugagnano e cercato dal Baco, è quello di mettere un po’ d’ordine nella ridda di voci che alla fine dello scorso anno sportivo hanno investito soprattutto il settore giovanile della società, con alcuni malumori manifestati dai genitori.

“Partiamo proprio da questi malumori – esordisce Campedelli, senza tergiversare – io come Direttore Generale mi prendo la piena e completa responsabilità per le cose che non hanno funzionato lo scorso anno, soprattutto per due squadre del nostro settore giovanile. Sono a conoscenza che ci sono state delle situazioni fuori controllo, ma stiamo lavorando proprio per rendere l’intera struttura più professionale, proprio per evitare che si ripetano certe disfunzioni. Questa ristrutturazione prevede soprattutto l’introduzione di una figura che funga da cerniera tra la società e le squadre. Un uomo di campo dalla grande esperienza, che abbiamo individuato in Renzo Quartaroli, che ha proprio il compito di monitorare costantemente tutte le nostre squadre giovanili e di riferirne alla società, in maniera da avere sempre sottomano il ‘termometro’ delle varie squadre”.

E l’obiezione sollevata da alcuni genitori in merito al fatto che pensereste più ai risultati che ai ragazzi? Campedelli scuote un po’ la testa e poi attacca: “Guardi, su questo punto voglio essere molto chiaro. Per me, per noi, i risultati hanno un significato: nel calcio si gioca per vincere. Ma questo vale soprattutto per i tornei regionali, dove in palio ci sono posizioni importanti per la società. Negli altri campionati prediligiamo sempre la valorizzazione e la crescita del ragazzo. Le racconto un aneddoto: pensi che in uno degli incontri di fine anno che ho avuto con i genitori una signora mi ha chiesto perché non facciamo maggiore selezione, per alzare il tasso tecnico. No, le ho risposto, non è questa la nostra politica”. Proseguiamo con le novità? “Proseguiamo. Abbiamo anche individuato la figura di un responsabile dell’organizzazione generale, Vito Marinelli, che ha appunto il ruolo di seguire tutti gli aspetti pratici, logistici e organizzativi che riguardano le nostre squadre giovanili, proprio per poter fornire un servizio sempre più efficiente. Altro importante innesto è quello del nuovo responsabile della scuola calcio: Luciano Faccioli, che già da un anno collabora con noi raccogliendo ottimi apprezzamenti sia tra i ragazzi che nelle famiglie. E che oltre ad essere uomo di calcio è anche psicologo e quindi ha la possibilità di seguire i più piccoli sotto ogni punto di vista”.

Restando sempre sul tema giovanili, un certo disagio ha creato la notizia della fusione con il Bussolengo che avrebbe dovuto aver inizio quest’anno, di cui abbiamo parlato anche sullo scorso numero del Baco. “Eccoallarga le braccia il Direttore Generale – su questa cosa proprio non ci siamo capiti. Non so se abbiamo sbagliato noi a comunicare o se alcuni genitori abbiano capito male. Resta che le cose non stanno come qualcuno pensa. Con il Bussolengo abbiamo iniziato solo una collaborazione, e sottolineo collaborazione, tra alcune squadre giovanili. La scuola calcio ed i ragazzini fino agli esordienti non sono interessati da questa collaborazione. L’operazione riguarda invece i ragazzi più grandi, e l’unico scopo è quello di dare la reale possibilità di giocare a tutti. Così vengono allestite squadre più competitive, che disputano i campionati regionali, e squadre che affrontano i campionati provinciali che danno invece modo ai ragazzi di crescere tecnicamente in maniera più serena, senza l’assillo del risultato subito. Quindi spazio e attenzione per tutti, altroché selezione e scelte pensate solo per qualche elite! Proprio il contrario! Ed in più come società assicuriamo ai ragazzi che vanno ad allenarsi a Bussolengo un trasporto gratuito da e per Lugagnano”. 

Infondati pertanto certi timori? “Guardi, sicuramente abbiamo sbagliato alcune cose, e potrebbe ricapitare perché lavorare su numeri così grandi non è semplice. Ma lo sforzo di seguire i ragazzi in maniera corretta è altissimo”. In quest’ottica cosa si sente di chiedere quindi ai genitori? “Chiedo che per qualsiasi cosa, qualsiasi cosa, parlino con me. Per qualsiasi problema sia del figlio che della squadra dove milita si rivolgano direttamente a me. In maniera che io possa dare risposte concrete, eventualmente poi indirizzandoli a chi è realmente competente per risolvere ogni dubbio. Chiedo uno spirito di collaborazione, stiamo cambiando pelle per rispondere meglio anche alle loro esigenze. Se ci sono critiche da fare siamo sempre qui per ascoltarle, ci permettiamo di chiedere che siano però critiche costruttive e non solo distruttive. Vogliamo parlare, non essere aggrediti. Lo scopo in fondo è comune: il bene dei nostri ragazzi. Ai genitori ricordo sempre che se loro, come è giusto che sia, guardano principalmente alla situazione di loro figlio; il nostro compito è quello di guardare, oltre che al singolo, anche al complesso di tutti i ragazzi e di tutti quelli che operano nella società, e si parla di centinaia di persone tra ragazzi e adulti”.

“Mi permetta anche un’aggiunta”. Prego. “Non vuole essere una polemica ma è giusto sottolineare, proprio per sfatare quanto alcuni sostengono circa la nostra scarsa attenzione ai ragazzi in quanto tali, che lo scorso anno abbiamo organizzato molti incontri su temi specifici della crescita dei bambini e dei ragazzi – alimentazione, dinamiche di gruppo, educazione, problemi motori ecc – condotti da veri esperti del settore. Incontri ai quali al massimo hanno partecipato una trentina di genitori. Quando si critica a senso unico andrebbe anche valutato realmente tutto il lavoro che stiamo facendo”.

Una parola sulla prima squadra? “Lo scorso anno abbiamo fatto una fatica notevole, per tanti motivi anche societari che ora non serve ricordare, ad allestire una squadra competitiva. Ed infatti il girone di andata è stato durissimo. Ma poi gli ingranaggi si sono messi in moto, grazie al lavoro di tutti, e abbiamo disputato un girone di ritorno esaltante, con risultati da play-off. Quest’anno abbiamo puntato sullo stesso gruppo, puntiamo sempre più ad inserire in prima squadra ragazzi del nostro vivaio, puntiamo sempre più sul mister Massimo Gasparato. Che con grande spirito di servizio ha accettato di allenare per un altro anno la prima squadra”. E la presidenza? “Resta saldamente al suo posto Giovanni Forlin, una figura importante e di riferimento per tutto il calcio di Lugagnano”.

Per chiudere? “Per chiudere mi permetta di sottolineare nuovamente lo sforzo che stiamo facendo per il settore giovanile, sforzo anche economico. Siamo assolutamente consapevoli che la nostra vera forza siano i bambini ed i ragazzi, che siano loro il nostro patrimonio sul quale investire energie, impegno qualificato, attenzione. Le risorse vanno indirizzate soprattutto sulle squadre giovanili, è una cosa in cui ho sempre creduto moltissimo e a causa della quale in anni passati ho anche ritenuto di andarmene da altre società. Crediamo che il calcio a Lugagnano possa e debba avere un futuro importante, nonostante i tempi di grande crisi. E aggiungo che dicendo questo ormai parlo di una cosa che sento veramente come mia, anche se sono qui solo da tre anni. Pensi che sono venuto pure ad abitare a Lugagnano, ormai sono un vostro concittadino, a tutti gli effetti”. 

Una stretta di mano e un’altra telefonata in arrivo – e qui Campedelli alza gli occhi al cielo – segnano la fine dell’intervista. Ci sarà modo di rivedersi.

Nato nel 1969, risiede da sempre a Lugagnano. Sposato con Stefania, ha due figli. Molti gli anni di volontariato sul territorio e con AIBI. Nella primavera del 2000 è tra i fondatori del Baco, di cui è Direttore Responsabile. E' giornalista pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti del Veneto. Nel tempo libero suona (male) la batteria.