Politica a Sona: Lega e Progetto Comune presentano una mozione contro il ddl Zan che vuole punire i reati e i discorsi d’odio fondati sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere

Già depositata in Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, la proposta di legge Zan, dal nome del suo primo firmatario e relatore, Alessandro Zan del Partito Democratico (nella foto), un ddl contro l’omotransofobia. La bozza del testo interviene in particolare sulla modifica del Codice penale, agendo sugli articoli 604-bis e 604-ter, rispettivamente legge Mancino e Reale, che attualmente puniscono la discriminazione razziale, etnica e religiosa.

Il ddl Zan aggiungerebbe a tale discriminazione anche i reati e i discorsi d’odio fondati sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere. La proposta di legge si muove, inoltre, su un terreno non strettamente giuridico, in quanto vengono proposte l’istituzione di una giornata nazionale contro l’omotransfobia (17 maggio) e la costituzione di un fondo dedicato ai centri antidiscriminazione e case rifugio che offrono assistenza sanitaria e psicologica alle persone che non riescono a trovare lavoro, non hanno casa o hanno subìto violenze a causa del proprio orientamento sessuale. A questo si aggiungono iniziative culturali, in contesti lavorativi e scolastici, e un monitoraggio condotto dall’Istat sull’andamento dell’omotransfobia nel nostro Paese.

Il tema ha toccato le corde anche della politica locale sonese: i gruppi di minoranza Lega – Salvini e Progetto Comune hanno infatti presentato una mozione al Presidente del Consiglio comunale Mattia Leoni (di riflesso rivolta a tutto il gruppo di maggioranza del Sindaco Gianluigi Mazzi) in cui si chiede di “manifestare presso il Parlamento della Repubblica Italiana […] la propria più ferma opposizione all’approvazione di una legge che risulterebbe liberticida”.

I firmatari della mozione, (al primo banco da sinistra nella foto in basso) Nicolò Ferrari e Flavio Bonometti della lista Progetto Comune e i Consiglieri leghisti Gaspare di Stefano, Antonella Tortella ed Edgardo Pesce, specificano che il ddl Zan: “Andrebbe a violare la libertà di pensiero, la libertà di parola, la libertà di opinione, la libertà di associazione, la libertà di stampa, la libertà di educazione, la libertà di insegnamento e la libertà religiosa”.

Il banco della minoranza.

Il caso dell’insegnante licenziato in Virginia per essersi rifiutato di usare il pronome personale di uno studente transgender, o quello di un avvocato sotto processo per aver denunciato nel corso di una conferenza l’attività di un circolo che faceva propaganda omosessualista nelle scuole sono solo due di alcuni esempi citati nella mozione a sostegno della presente tesi. Come riportato dai Consiglieri di minoranza, questi fatti testimoniano l’impedimento di “qualsiasi forma di manifestazione di pensiero che sia in dissonanza con l’ideologia propagandata dai gruppi e dalle associazioni omosessualiste”.

All’interno dell’esposizione argomentativa viene fatto riferimento, inoltre, ai numeri pubblicati dall’Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori (OSCAD): le 66 segnalazioni registrate nel biennio 2017-2018 per aggressioni verbali o fisiche verso persone omosessuali e transessuali non rappresenterebbero, secondo i Consiglieri di minoranza, “un allarme sociale per questo genere di fenomeni discriminatori, tale da giustificare l’adozione di un provvedimento mirato”.

È altresì evidente – si legge nella mozione – che con l’approvazione di questa legge si perverrebbe ad inibire di fatto, dietro minaccia di sanzione penale, ogni attività e iniziativa di contrasto alla diffusione dell’ideologia gender nelle scuole, oppure di opposizione alle adozioni di bambini da parte di persone omosessuali, oppure di denuncia della pratica del cosiddetto utero in affitto”.

Non viene specificato in quale modalità la giunta sonese possa esprimersi in contrasto al ddl Zan: se attraverso un post sui social (potente arma di distrazione di massa), una manifestazione in piazza o semplicemente accogliendo la presente mozione dando un segnale forte, ma limitato al solo livello mediatico.

Non abbiamo di fronte, infatti, una novità nella cronologia delle mozioni sonesi: ci stiamo muovendo nei dibattiti dei grandi temi nazionali e sul terreno della politica parlamentare, dimensioni e logiche che esulano dall’attività amministrativa locale. L’indirizzo politico, tuttavia, che il Consiglio comunale eventualmente adotterà rimane un capitolo da scrivere.

Nato nel 1994 e residente a Lugagnano, scrive per il Baco dal 2013. Con l'impronta del liceo classico e due lauree in economia, ora lavora con numeri e bilanci presso una società di revisione. Nel (poco) tempo libero segue con passione la politica e la finanza e non manca al suo inderogabile appuntamento con i nuovi film al cinema (almeno) due volte a settimana. E' giornalista pubblicista iscritto all'ordine dei giornalisti del Veneto.