Politica a Sona. Il capogruppo della Lega Di Stefano: “Invece della bandiera dell’Ucraina il Comune deve esporre quella della pace”

L’amministrazione del sindaco Mazzi, a pochi giorni dall’inizio del conflitto in Ucraina, aveva deciso di esporre sulla facciata del municipio di Sona la bandiera dell’Ucraina, accanto a quelle dell’Europa, dell’Italia e del Veneto. Dove si trova ancora (sopra, nella foto di Mario Pachera).

Nel corso del consiglio comunale del 31 maggio scorso su quella bandiera appesa fuori dal municipio è intervenuto il capogruppo della Lega in consiglio comunale Gaspare Di Stefano.

“Premettendo che l’aggressione di Putin e della Russia nei confronti dell’Ucraina è stata condannata in tutti i modi e in tutti i consensi, dall’ONU al Consiglio europeo e dai vari Stati di democrazia occidentale, tranne qualche rara eccezione,ha esordito il capogruppo di minoranzaio dico che sostanzialmente ci sono delle sensibilità diverse a questo punto: se l’Italia deve muoversi come un attore fondamentale al tavolo della pace, deve assumere non dico una posizione pilatesca, perché non si può assumere in un caso come questo, ma in una sede istituzionale esporre la bandiera di una nazione belligerante non mi sembra proprio il caso”.

“A tale riguardo voglio citare intanto le disposizioni della presidenza del consiglio dei ministri che riguardano l’esposizione delle bandiere estere e alla domanda se un ente o un ufficio pubblico può esporre bandiere straniere, la presidenza del consiglio dei ministri dice no, salvo occasioni di incontri internazionali”.

Ma dopo aver analizzato l’aspetto formale della vicenda, il consigliere comunale Di Stefano è intervenuto anche sul merito della questione.

Il capogruppo della Lega in consiglio comunale a Sona Gaspare Di Stefano.

“La vicinanza all’Ucraina io personalmente l’ho manifestata in tanti modi, sia a livello privato che nel mio piccolo, e questa penso che sia fuori questione. E comunque riguarda la sensibilità e la visione politica che ha ognuno di noi – ha spiegato Di Stefano -. Non voglio addentrarmi in discorsi di politica estera, lo lascio fare ai vari opinionisti che vanno nelle televisioni di Stato per parlare molto spesso a sproposito di questo conflitto. Voglio semplicemente dire che, a mio avviso, sarebbe stato molto più giusto esporre sul municipio la bandiera della pace e dire che Sona è un Comune per la pace. Perché, se noi vogliamo avere un ruolo, come dice il presidente Macron, e vogliamo avere un’Europa che sia libera da condizionamenti, sia da parte degli Stati Uniti che da altre potenze straniere, dobbiamo giocare un ruolo attivo per la pace. Considerando il governo russo, indipendentemente dalla sua natura oligarchica, un interlocutore da far sedere al tavolo della pace”.

“Ricordiamo che questa guerra sta facendo decine di migliaia di morti da una parte e dall’altra – ha proseguito il capogruppo della Lega parlando in consiglio comunale -. La solidarietà va in primo luogo ai civili innocenti dell’Ucraina che vengono uccisi, ma va anche ai militari russi e ai militari ucraini che si trovano in questo scontro fratricida senza avere nessuna colpa. Questa non è una posizione politica, guardate bene, e non è una posizione che riguarda essere minoranza o essere maggioranza. E’ una posizione che riguarda la coscienza di ognuno di noi e quindi invito l’amministrazione a riflettere su la scelta presa”.

Nato nel 1969, risiede da sempre a Lugagnano. Sposato con Stefania, ha due figli. Molti gli anni di volontariato sul territorio e con AIBI. Nella primavera del 2000 è tra i fondatori del Baco, di cui è Direttore Responsabile. E' giornalista pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti del Veneto. Nel tempo libero suona (male) la batteria.