Politica a Sona. Caltagirone: “Le tensioni in maggioranza mi hanno disturbato, voglio ripartire da quel progetto”

È trascorso appena un mese dalla pubblicazione di un comunicato in cui Simone Caltagirone annunciava la formazione di un “nuovo progetto politico per Sona”, irrompendo nell’attuale campagna elettorale sonese.

Caltagirone (nella foto di Mario Pachera), già vicensindaco ed assessore ai servizi sociali durante il primo mandato di Gianluigi Mazzi dal 2013 al 2018, si è ritirato dalla vita politica dopo la seconda tornata elettorale, nonostante il consenso ricevuto.

Pur essendo uscito anche dal progetto Valore Famiglia l’anno successivo, Simone è rimasto attivo nel tessuto di associazioni e volontariato nel nostro territorio, tanto che è stato nominato presidente del Forum delle associazioni del Comune di Sona. “Non era mia intenzione tornare a fare politica” dichiara Simone Caltagirone in quest’intervista al Baco, “nonostante la passione e la voglia fossero vive e presenti”.

Cosa l’ha spinta, dunque, a ripresentarsi?
Mi hanno, diciamo, “disturbato” le vicende politiche degli ultimi mesi, essendo stato uno dei promotori dell’attuale maggioranza del sindaco Mazzi a partire dal 2012, e avendo io stesso portato dei contributi significativi sia durante il primo mandato sia in previsione del secondo a partire dal 2018. Ho iniziato a fare delle riflessioni quando ho cominciato ad annusare le prime tensioni all’interno della coalizione.

Ossia?
La candidatura di Gianfranco Dalla Valentina, la successiva smentita attraverso il comunicato di Paolo Bellotti, la mancata presa di posizione del sindaco. Sono elementi che stanno mettendo pesantemente a rischio il progetto di cui ho fatto parte.

Qual è l’obiettivo, dunque?
Riprendere in mano quel progetto politico comune che avevamo, magari creando discontinuità nelle persone, aprendoci anche a chi ha voglia di collaborare e dare un contributo concreto a servizio della comunità. Giovani in primis, che sono una forza sul territorio, come ho potuto constatare durante il mio mandato dal 2013 al 2018 con delega alle politiche giovanili. Ecco, l’obiettivo da parte mia è essere aggregatore, evitare che ci sia un distacco definitivo all’interno del gruppo.

È stata una delle ipotesi nate subito dopo la pubblicazione del comunicato: “aggregatore” in qualità di candidato sindaco?
No, quello no, non mi vedo come successore di Gianluigi. Mi metto a disposizione per riportare in auge un gruppo forte e coeso come nel 2013. Ammetto però che il comunicato ha generato parecchio interesse da parte sia di persone politicamente esposte sia di chi non ha esperienza amministrativa ma è attivo sul territorio. Cosa che mi ha fatto parecchio piacere, visto che qualcosa di concreto alla base c’è ed è frutto di lavoro, contatti e relazioni nelle settimane precedenti.

In realtà, però, le due correnti diverse nate dall’attuale maggioranza le diamo già per scontate e definitive: Gianfranco Dalla Valentina da una parte, il trio Bellotti, Cimichella, Merzi dall’altra.
Dalla Valentina ha fatto le sue scelte e si è esposto personalmente, quindi lo do per scontato anch’io.

Scelte, da quanto ci risulta, in realtà appoggiate dalla maggioranza del gruppo “PerSona al centro”.
A me pare diversamente, come emerso dal comunicato di Bellotti in seguito.

No no, noi abbiamo conferma del contrario: come confermatoci esplicitamente da Dalla Valentina, e in via ufficiosa anche da altri componenti del gruppo, Bellotti si è mosso come capogruppo, portavoce solo di se stesso e degli altri due.
Questo conferma i miei timori di cui parlavamo prima, ossia che qualcosa all’interno del gruppo originario non funziona più.

Dalle informazioni che abbiamo, lei non ha mai negato di essere un elettore di centrodestra. Essendo politicamente vicino a quest’area, valuterebbe di candidarsi all’interno di una delle liste dei partiti?
Sono da sempre un elettore di centrodestra, ma candidarmi in una di quelle liste è una cosa che non ho mai valutato, in quanto sono fermamente convinto che l’appartenenza a un partito in un territorio come il nostro non sia determinante. Anzi, credo che le liste civiche debbano avere più spazio, anche perché possono coinvolgere chiunque.

Elemento che ha caratterizzato anche la lista di cui ha fatto parte durante il primo mandato del sindaco Mazzi.
Esatto. Le liste e la coalizione erano eterogenee, comprendevano persone di destra e di sinistra, ma accomunate lo stesso progetto amministrativo, dalla stessa comunità d’intenti.

Voci di corridoio dicono che qualche dialogo con il PD di Sona da parte di alcune liste civiche vi è stato. Lei come la vedrebbe un’alleanza con il Partito Democratico?
Pur rientrando in una lista civica, non voglio anteporre la mia fede politica; ma sono un elettore di centrodestra, la vedo dura per me rientrare in una coalizione con il centrosinistra. Ammetto comunque che in questo momento non sto pensando ai simboli di partiti politici alleati alla nostra civica.

E se, in via ipotetica, si presentasse un’occasione di alleanza con il simbolo di Fratelli d’Italia?
Sarà fondamentale il coinvolgimento di tutta la lista civica, capire se vi è unità d’intenti col resto del gruppo.

Il costo per l’ampliamento del museo della baita degli alpini di Lugagnano sarà sicuramente un tema caldo della prossima campagna elettorale. Lei che opinione ha in merito?
E’ una scelta politica fatta dall’amministrazione, e in quanto tale la rispetto. Si tratta di un argomento di cui si parla da molti anni, non nato sei mesi fa. Aggiungo che questo progetto era un punto del programma presentato dall’attuale maggioranza in vista delle elezioni del 2018, che molti elettori hanno votato.

La percezione, però, è che sia una scelta scollegata dalle necessità attuali della cittadinanza a causa dell’importo decisamente ingente, pari a 715 mila euro.
Io non vorrei entrare nel dettaglio del tema, visto che non ho seguito la vicenda “da dentro” e non so quali siano stati i processi e le motivazioni oggettive che hanno portato alla maturazione di questa decisione. Però, ecco, è una scelta politica che comunque rispetto, essendo uno degli obiettivi che quest’amministrazione si è posta.

Un argomento sul tavolo della prossima amministrazione sarà indubbiamente il rinnovo o meno delle consulte di frazione. Qual è il suo punto di vista sull’argomento?
Ammetto di non essere mai stato convinto al 100% dell’utilità delle consulte di frazione. È vero che il nostro Comune possiede quattro frazioni diverse, e ognuna di queste richiederebbe un proprio municipio; tuttavia, a mio avviso, se un’amministrazione non solo è presente, ma è anche rappresentata territorialmente dagli amministratori, le consulte diventano un di più non necessario.

Bisogna ammettere, però, che sono partite da poco e non hanno ancora mostrato il proprio potenziale.
Assolutamente, hanno comunque bisogno del tempo per una propria maturazione. Quindi, tornando alla domanda precedente: se nel gruppo vi è comunità d’intenti e volontà di rinnovo delle consulte come forma di cittadinanza attiva, sono il primo a non oppormi. Non vorrei, però, che nel tempo prendessero una piega più politica che civica.

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Nato nel 1994 e residente a Lugagnano, scrive per il Baco dal 2013. Con l'impronta del liceo classico e due lauree in economia, ora lavora con numeri e bilanci presso una società di revisione. Nel (poco) tempo libero segue con passione la politica e la finanza e non manca al suo inderogabile appuntamento con i nuovi film al cinema (almeno) due volte a settimana. E' giornalista pubblicista iscritto all'ordine dei giornalisti del Veneto.