Perché il sindaco di Valeggio fa bene a minacciare di denunciare chi lo insulta sui social

Nei quindici mesi di quell’incredibile vicenda politica ed umana che fu l’impresa di Fiume, dal 12 settembre 1919 al 27 dicembre 1920, accanto alla tragedia si registrò – come sempre nelle vicende italiane – anche la commedia.

Nel comando delle truppe che accerchiavano Fiume, a Badoglio era succeduto il generale Enrico Caviglia e fu proprio Caviglia a far lanciare da un aeroplano un manifestino che, minacciando conseguenze per gli occupanti della città, incominciava con un infelice obbrobrio linguistico: “Chiunque il quale”. Un invito a nozze per quel genio di Gabriele D’Annunzio, che da quel giorno iniziò a chiamarlo, ovunque ed in ogni occasione, non Caviglia ma bensì proprio “Chiunque il quale”, tramandandolo con questo nomignolo alla memoria collettiva.

Altri tempi, altre tragedie, e soprattutto altra qualità di ingiurie rispetto a quelle che in questi giorni hanno originato la decisione dell’amministrazione di Valeggio sul Mincio di agire legalmente contro chi avrebbe rivolto insulti al sindaco su un gruppo social di quel Comune.

La cronaca ci racconta, infatti, che sulla pagina Facebook “Abitare a Valeggio su Mincio” due persone avrebbero scritto ingiurie contro il primo cittadino, poi cancellate nel giro di qualche ora dal gestore della pagina. Motivo degli insulti, l’installazione di due dossi nel centro del paese.

In conseguenza di quelle offese, il sindaco di Valeggio Alessandro Gardoni e la giunta hanno approvato una delibera con la quale incaricano gli uffici comunali di individuare il legale più idoneo per assistere il sindaco nell’eventuale procedimento penale instaurato davanti al tribunale. Toccherà all’avvocato valutare la configurabilità del reato di diffamazione sui social e poi, eventualmente, avviare un’azione penale nei confronti degli autori dei post, che sono stati identificati.

In realtà, da quello che si capisce, è possibile che alla fine non vi sarà alcuna azione legale: in quel caso la notizia sarebbe stata fatta uscire dal Comune al momento in cui fosse stata depositata la querela e non ora, in una fase nella quale si sta ancora capendo quale avvocato incaricare. Anche perché è stata la stessa amministrazione comunale a dichiarare che l’obiettivo è anche (soprattutto?) quello di “scongiurare” che prenda piede “la prassi di ingiuriare”, l’attività della pubblica amministrazione attraverso i social.

Comunque sia, che si tratti solo di un robusto avvertimento o che si arrivi poi ad un procedimento penale, ben hanno fatto sindaco e amministrazione comunale di Valeggio a decidere questa linea severa nei confronti di un fenomeno che non è più accettabile, a tutti i livelli.

La quantità di fango che ogni giorno registriamo sui social ed il numero di avvelenatori di pozzi in cui continuamente ci imbattiamo ha ampiamente superato il livello di guardia. Tanto che non vi è amministratore pubblico, azienda o attività commerciale, volontario di qualsiasi associazione, giornalista o semplice cittadino che non si debba continuamente confrontare con un livore sordo e ottuso che impedisce qualsiasi forma di sereno dibattito pubblico.

E’ giusto, e anche necessario, che chi pensa di poter offendere ed ingiuriare senza conseguenze, come se si trovasse nel bagno di casa propria e non in un ambiente pubblico, internet, che ormai è tale e quale la piazza del paese, inizi a capire che invece delle conseguenze ci sono. E che insultare senza limiti e freni non ha nulla a che fare con la libertà di espressione (ci tocca sentire anche questo), e ne è anzi grave è pericoloso ostacolo.

Anche perché, va detto, di altri D’Annunzio in giro non ne vediamo proprio e quello che ci tocca leggere ogni momento è solo l’abbruttimento di persone che non hanno la più pallida idea di cosa sia la sana convivenza civile.

Nato nel 1969, risiede da sempre a Lugagnano. Sposato con Stefania, ha due figli. Molti gli anni di volontariato sul territorio e con AIBI. Nella primavera del 2000 è tra i fondatori del Baco, di cui è Direttore Responsabile. E' giornalista pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti del Veneto. Nel tempo libero suona (male) la batteria.