Affrontiamo con questo articolo un problema di cui si sente parlare già da qualche anno, ma che forse non è mai stato ben visualizzato nell’ottica del nostro territorio, come Comune di Sona. Ci riferiamo al preoccupante calo demografico, che sta avvenendo in tutta Italia e che negli ultimi due anni ha toccato anche Sona.
I recenti dati dimostrano infatti come negli ultimi due anni (ci riferiamo ai dati del 2015-2016) il numero dei residenti nel nostro Comune sia calato da 17.683 a 17.630. Si tratta quindi di un delta di 53 persone che su una quantità come 17 mila sembra irrilevante, ma che non può non farci riflettere.
Perché hanno abbandonato casa? Quale motivazioni li ha spinti a lasciare un territorio che comunque offre servizi di ottima qualità? Credo che la causa principale sia da ricercare nel profondo stato di crisi in cui il nostro Paese, inteso come Italia, è affondando negli ultimi anni. Gli emigrati principali sono infatti i giovani che si spingono, o scappano, all’estero in cerca di fortuna, o anche semplicemente di un lavoro che in Italia non trovano. Ma questo è solo uno dei fattori scatenanti.
Per capire meglio la situazione del nostro Comune abbiamo intervistato il Sindaco Gianluigi Mazzi, il quale ha saputo dare un’interpretazione e una valutazione personale dei tabulati riportanti l’andamento demografico del Comune di Sona.

Come Sindaco, cosa ne pensa di questo recente calo demografico?
I dati che abbiamo a disposizione dimostrano come dal 1932 ad oggi la crescita demografica sia stata per il nostro Comune molto evidente, passando dai 5.542 abitanti agli attuali 17.630. E’ giusto ricordare che circa mille abitanti si sono aggiunti nel 1975 dopo la scelta referendaria degli abitanti di Lugagnano di essere tutti cittadini del Comune di Sona. La crescita è stata continua ed importante, soprattutto tra gli anni 2005 e 2008, e tutte le scelte urbanistiche fatte negli anni hanno tenuto conto di questo trend di crescita. Oggi invece non è più così, in particolare negli ultimi due anni quando la variazione della popolazione è stata negativa.
A cosa pensa sia dovuto questo calo?
Sono diversi i motivi: il primo è sicuramente collegabile alla crisi. Pochissimi oggi comperano casa e questo non porta nuovi cittadini nel Comune. Altro importante motivo è collegato alle nascite: nascono sempre meno bambini e lo si nota dividendo il numero dei residenti per il numero delle famiglie. Oggi ogni famiglia ha una composizione media di 2.4 persone, nel 2006 erano 2.6, nel 1996 erano 2.9; nel 1968, anno della mia nascita, erano 4.7 persone per famiglia. Il numero dei nati nel 2014 è stato simile a quello del 2003 e quello del 1970, anche se il numero delle famiglie è notevolmente aumentato dal ‘70 ad oggi. Terzo motivo è collegato agli stranieri: se dal 1990 al 2014 il valore di immigrazione è incrementato fino a risultare il 12% della popolazione, con la crisi del lavoro molti di loro sono tornati a casa, e negli ultimi due anni la loro presenza è diminuita di quasi duecento residenti.
Perché i residenti decidono di trasferirsi altrove?
Questa domanda andrebbe fatta ad ognuno di loro. Per gli stranieri ho già risposto prima, il motivo è la crisi economica e di lavoro che in Italia da una decina di anni ha ridotto le opportunità di impiego. Abbiamo poi il fenomeno di giovani italiani che emigrano all’estero, in altri paesi Europei o altri Continenti, in cerca di opportunità interessanti che in Italia non trovano. Infine anche la questione tributaria, le tasse per intenderci, e il costo della vita: aziende e famiglie vedono in Paesi diversi dall’Italia la nuova sede per proseguire, riducendo i costi economici a carico.
Cosa comporta questo per il Comune?
La decrescita comporta che dobbiamo ripensare il futuro. Da alcune nostre analisi nei prossimi anni i residenti si attesteranno nel breve ai valori attuali e cresceranno ancora un po’, frutto di nuovi insediamenti abitativi, per la posizione logistica favorevole del nostro Comune e per la bellezza del nostro territorio. Ma non ci saranno più grandi aumenti demografici con alcune modifiche sostanziali: caleranno i bambini ed aumenteranno gli anziani!
Questa decrescita che effetti avrà sulle scuole del territorio? Subiranno un accorpamento?
Volenti o nolenti sarà proprio così! Non si può pensare con la logica del campanile… Si sono ridotti i ragazzi iscritti, sono calate le sezioni; e a questo punto gli Amministratori saranno chiamati a creare dei poli scolastici unici per più paesi. Nel nostro pensare il futuro di Sona, oggi come Amministrazione, lo stiamo già facendo.
E tutte le altre attività della comunità? Subiranno conseguenze anch’esse?
Sulle scuole abbiamo lavorato molto e le famiglie sono molto attente per i loro figli; nessuno però evidenzia con la stessa intensità la richiesta per le Case di Riposo, per i centri di sollievo, i servizi di welfare. Come Sindaco ho voluto investire nella Casa di Riposo di Lugagnano, nelle iniziative a supporto degli anziani e delle famiglie che hanno in casa un genitore anziano da accudire. Anche nello sport e negli impianti sportivi bisognerà operare in una logica di ottimizzazione, soprattutto per i servizi e le strutture rivolte ai giovani.
In conclusione?
Voglio concludere sottolineando che questa intervista che mi avete fatto è importantissima perché, per la prima volta, permette di fare considerazioni ed analisi in una prospettiva diversa, a cui nessun politico sonese era stato chiamato fino ad oggi. I cittadini di Sona dovranno sempre più pensare anche a queste scelte ottimizzate, poco felici nella logica dell’avere la scuola sotto casa, ma scelte fondamentali per affrontare il futuro di una comunità, dove chi ha e avrà tre figli sarà considerato un caso eccezionale.