Omicidio Meche di Lugagnano: il punto sulle indagini

Non resta che attendere Claudiu Stoleru. Il romeno accusato di aver ucciso Luciana Rambaldo e il marito Luigi Meche sta per essere trasferito, dal carcere di Borgata Aurelia, a Civitavecchia, alla casa circondariale di Montorio.

Il ministero di Giustizia ieri ha avuto il primo contatto con l’istituto di pena veronese. Il funzionario s’è informato sulla disponibilità di una cella per il ventenne che è accusato di duplice omicidio, ma ha ammesso di averne commesso uno soltanto. Per ora il trasferimento è stato chiesto, ma non disposto ed è possibile, che, visto il nuovo ponte festivo, passi ancora qualche giorno. Nel frattempo l’avvocato Paola Girotti, è stata nominata avvocato di fiducia e quindi verrà a Verona il giorno del sopralluogo della casa di Lugagnano.

Secondo quanto ha raccontato Stoleru nell’immediatezza dell’arresto, avrebbe agito per difendersi dalle insistenti e sempre più esigenti richieste di prestazioni sessuali da parte di Meche. E se per l’assassinio dell’imbianchino il movente sarebbe dunque assodato, non altrettanto lo è per la moglie, soprattutto per le condizioni in cui il cadavere è stato trovato: mezzo svestito.

Quando Stoleru arriverà a Verona dovrà recarsi di nuovo della villetta di Lugagnano e assieme ai carabinieri della sezione investigativa scientifica, far combaciare ogni sua dichiarazione con i riscontri che i carabinieri hanno già. Altri risultati arriveranno dal Ris, il reparto investigativo speciale cui medicina legale ha inviato altri campioni. Ma per avere risultati certi è necessario dare a queste analisi i tempi tecnici richiesti.

L’arma utilizzata per ammazzare l’imbianchino di Lugagnano non è ancora stata trovata, per questo sarà necessario tornare nella stanza degli attrezzi della villetta dove era stato ritrovato il corpo di Meche, nascosto sotto cartoni, stracci e altro materiale. Da lì spuntava solo una parte della sua scatola cranica. L’assassino dopo averlo ucciso l’ha nascosto e ha persino rintonacato le pareti lordate dal sangue, quasi che lo scopo ultimo fosse poi quello di portare via il corpo dall’abitazione per non farlo trovare più.

Tracce di sangue sono state trovate sulla scala a chiocciola che dal semiterrato porta al piano rialzato della villetta. È necessario stabilire di chi sia quel sangue trovato sui gradini di legno.

Insomma di cose da chiarire il ragazzo romeno ne ha parecchie. E debbono combaciare con quanto rilevato, visto che il giovane s’è sbizzarrito in particolari che per ora almeno, non trovano alcun riscontro oggettivo. “Il sopralluogo è quanto mai importante – ha sottolineato l’avvocato Girotti – proprio alla luce di quello che il mio assistito mi ha dichiarato. Perchè se è chiara la dinamica dell’omicidio di Meche così non è per la moglie e quindi ritornare in quella casa è di grande importanza».

L’avvocato Girotti ha confermato che il suo assistito aveva delle escoriazioni da graffi sulla schiena, sul dorso e su un fianco e che a procurarglieli sarebbe stato l’imbianchino durante la colluttazione. L’avvocato ha inoltre annunciato che presenterà istanza di scarcerazione al tribunale del riesame: “Ritengo ci siano motivazioni valide per presentare la richiesta del riesame del provvedimento restrittivo e non soltanto per poter finalmente acquisire gli atti che al momento restano secretati. Quando verrà stabilita la data del sopralluogo sarò a Lugagnano con il mio assistito che ha confermato il rapporto di fiducia”.

Questo sopralluogo deve sfatare ogni dubbio sulla dinamica e la tempistica degli omicidi affinchè si possa finalmente porre la parola fine a una vicenda davvero complicata.

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