Trama e Recensione
Francia, 17 luglio 1738. In pieno giorno presso il mercato del pesce di una Parigi putrida e fetida Jean-Baptiste Grenouille viene alla luce da una ragazza madre, in mezzo a rifiuti e sporcizia. Fin da piccolo Jean-Baptiste dimostra un innato talento nel riconoscimento degli odori e una memoria olfattiva straordinaria, una passione su cui verterà la sua esistenza. Una volta cresciuto, viene assunto dal profumiere Baldini, il quale gli insegnerà tutti i segreti e le tecniche su essenze ed odori. Alla ricerca di un profumo in grado di raggiungere l’apice del piacere sensoriale, Jean-Baptiste trasforma la sua passione in ossessione: diventerà autore di diversi omicidi per poter conservare e distillare l’odore proveniente da giovani corpi femminili.
– Perché avete ucciso mia figlia?
– Perché mi serviva.
Tom Tykwer traduce efficacemente il capolavoro letterario di Patrick Süskind in settima arte. Soprattutto nella prima parte del film, la regia è abilissima nel comunicare gli odori che Jean-Baptiste percepisce: intrecciando i suoni di una colonna sonora delicata e a tratti onirica, riprese attente ai particolari (con un aiuto di CGI nei casi più estremi) e giochi di luce, derivati da un lavoro di fotografia meticoloso e artistico, il senso olfattivo dello spettatore viene provocato; è arduo non immaginare gli odori che lo schermo propone.
Nella seconda parte del film, invece, il ritmo della narrazione rallenta a causa soprattutto di una sceneggiatura a tratti claudicante. E l’immedesimazione nel protagonista non sempre avviene in toto: il libro, infatti, offre una visione più chiara e approfondita della psicologia di Grenouille; nonostante alcuni passaggi siano stati trasposti fedelmente, il contenuto del libro si piazza ben al di sopra di quello del lungometraggio.
Molto in gamba l’attore protagonista, Ben Whishaw, che offre al suo personaggio una caratterizzazione incisiva: pur mettendo in evidenza un’espressione timida e apatica, non viene celata la forza di volontà di Jean-Baptiste. Molto bravo anche il compianto Alan Rickman, mentre Dustin Hoffman regala un’interpretazione di certo non indimenticabile.
La mancanza di morale e sentimenti e l’eccesso di morbosità rendono il protagonista un antieroe; la sua evoluzione converge verso il negativo a tinte grottesche, verso un epilogo tutt’altro che scontato.
La Scheda
“Profumo – Storia di un assassino”, regia di Tom Tykwer, 2006
La Valutazione
3,5 stelle di 5
Il trailer