Obiettivo Cinema: Paolo Villaggio e l’elogio della goliardia

Dopo circa un anno dalla scomparsa di Bud Spencer, oggi se n’è andata un’altra colonna del cinema italiano. A causa delle sue condizioni di salute, non ha potuto partecipare al Festival della bellezza di Verona lo scorso 4 giugno. Ricoverato da diversi giorni al Policlinico Gemelli di Roma, Paolo Villaggio si è spento a 84 anni.

Un lutto nel cinema italiano, ma non solo: Villaggio ha lasciato il segno anche nei mondi dell’editoria, del teatro, della televisione e della radio.

La filmografia dell’attore italiano è ampia e variegata, ma la sua fama, inutile girarci intorno, è nota al pubblico per la creazione letteraria e la successiva trasposizione cinematografica del ragioniere Ugo Fantozzi, personaggio comico-grottesco, scoppiettante e irresistibile.

Fantozzi è il prototipo del tapino, la quintessenza della nullità.
Paolo Villaggio

Sceneggiato con maestri come De Bernardi e Benvenuti, il film capostipite sul ragioniere appare sul grande schermo nel ’75, sotto la direzione del regista Luciano Salce. La collaborazione prosegue con successo anche l’anno successivo con Il secondo tragico Fantozzi.

Nonostante i film fantozziani seguenti abbiano avuto risultati altalenanti al box office italiano e non tutti si siano dimostrati all’altezza dei primi due capitoli, il personaggio nato prima dalla penna e poi personificato dall’interpretazione del comico genovese è entrato vigorosamente nell’immaginario collettivo.

Il cinema fantozziano è denso infatti di gag comiche e chiassose, indimenticabili: l’immancabile nuvoletta, i fragorosi cenoni di capodanno, il pronti-via per timbrare il cartellino all’uscita, e molto altro.

Si nota una predilezione della comicità visiva rispetto a quella verbale, introdotta sempre dalla voce fuori campo dello stesso Villaggio.

Fisicamente tozzo e sgraziato, con la pelle color topo e i capelli giallo sabbia, il Villaggio-Fantozzi si presenta sullo schermo sempre in maniera improbabile, con giacca da ragioniere, pantaloni ascellari e sulla testa il simbolico e caratteristico basco.
Paolo Mereghetti

Personaggio volutamente goliardico, rozzo e talvolta cinico, Fantozzi rappresenta l’icona della commedia impiegatizia in grado di offrire un ritratto della società dei consumi dissacrante e ironico, talvolta grottesco e amaro, ma mai meramente polemico.

Impossibile riportare tutte le opere cinematografiche, letterarie, televisive, teatrali in cui si è contraddistinto Paolo Villaggio, ma è un dovere ricordarlo nel film La voce della luna di Federico Fellini; la sua straordinaria interpretazione accanto a Roberto Benigni gli è valso il suo primo David di Donatello, ex aequo con Gian Maria Volonté.

Come compagni d’avventura ho scelto Benigni e Villaggio. Due geniali buffoni, due aristocratici attori, unici, inimitabili, che qualunque cinematografia può invidiarci tanto sono estrosi. Penso che possano essere gli amici ideali per inoltrarsi in un territorio che non ha mappe, né segnaletica.
Federico Fellini

https://www.youtube.com/watch?v=1TN6QLURfes

Espresso attraverso tutti i mezzi di comunicazione, il talento artistico di Paolo Villaggio verrà ricordato non solo per aver creato personaggi memorabili e opere intramontabili, ma per i toni goliardici e irriverenti mediante cui raccontava la realtà, in tutte le sue sfumature e sfaccettature. Un modo per immedesimare lo spettatore nei suoi personaggi con un tocco satirico.

Nato nel 1994 e residente a Lugagnano, scrive per il Baco dal 2013. Con l'impronta del liceo classico e due lauree in economia, ora lavora con numeri e bilanci presso una società di revisione. Nel (poco) tempo libero segue con passione la politica e la finanza e non manca al suo inderogabile appuntamento con i nuovi film al cinema (almeno) due volte a settimana. E' giornalista pubblicista iscritto all'ordine dei giornalisti del Veneto.