Obiettivo cinema: “Non sposate le mie figlie!”, di Philippe de Chauveron. Venerdì al cineforum del NOI di Lugagnano

Trama e Recensione

“Qu’est-ce qu’on a fait au Bon Dieu?” “Che abbiamo fatto al buon Dio?” Se lo chiedono Claude e Marie, una coppia cattolica francese con quattro figlie: le prime tre sposate con un arabo, un ebreo e un cinese, e la quarta, Laure, la più piccola, da sposare.

E mentre i due genitori sperano in un marito simile a loro, bianco, francese e cattolico, Laure annuncia il suo matrimonio con Charles, attore di origini ivoriane; almeno, però, è cattolico. Nella coppia e nelle famiglie delle altre tre figlie nasceranno simpatici disagi e divertenti preoccupazioni. Ciò che nessuno si aspetta è che anche il padre dello sposo, ex militare intollerante e insofferente alla colonizzazione europea dell’Africa, avrà da dire la sua sul matrimonio.

LocandinaIl regista Philippe de Chauveron percorre un terreno già battuto e, per di più, naviga in acque sicure: la tematica provocatoria del film è già stata trattata con successo dalla commedia Indovina chi viene a cena? di Stanley Cramer; e la sceneggiatura (non troppo) politicamente scorretta, che racchiude gli incontri e scontri di culture, gastronomia e religioni diverse, è la leva perfetta per agire efficacemente sulla curiosità del pubblico. Qu’est-ce qu’on a fait au Bon Dieu? – per chiamarla col titolo originale, di gran lunga migliore della traduzione italiana – non incastra perfettamente la sinossi con i tecnicismi propri della commedia: non mancano battute divertenti né risate spontanee, ma un ritmo coerente e costante, una regia ricercata e non patinata, prese di posizione sagaci e provocatorie.

Il film di Philippe de Chauveron gioca sui concetti di identità, differenza e confronto, introduce i temi del razzismo e della globalizzazione, antisemitismo e integrazione, cercando di dipingere un quadro scanzonato, spassoso e, talvolta, sarcastico della Francia di oggi, in cui i valori liberté, egalité, e fraternité la rendono vittima di se stessa.

La commedia francese esibisce ironici cliché e tabù e sviluppa la tesi del personaggio David Benichou, secondo cui tutti noi, in fondo, siamo un po’ razzisti (in senso lato): a volte non è solo la diversità di cultura, religione o ideologia politica che costituisce diffidenza e fa nascere pregiudizi tra le persone, basta anche un’opinione diversa e la sua (incline) prevaricazione su quella altrui. Qu’est-ce qu’on a fait au Bon Dieu? a poco a poco cambia prospettiva e lascia per strada il conflitto, offrendo più spazio ad alterchi e vivaci scambi di vedute, e alleggerisce con risate un sentimento di disagio condiviso, risolvendolo con un matrimonio, dato che l’amore ha sempre la meglio.

Il film viene proiettato venerdì 5 febbraio al cineforum organizzato dal Circolo NOI di LugagnanoVEDI QUI IL PROGRAMMA COMPLETO DELLA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA.

La Scheda

“Non sposate le mie figlie!”, regia di Philippe de Chauveron, 2014

La Valutazione

3 stelle di 5

Il trailer

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Nato nel 1994 e originario di Lugagnano, scrive per il Baco dal 2013. Con l'impronta del liceo classico e due lauree in economia, ora lavora con numeri e bilanci presso una società di servizi. Nel (poco) tempo libero segue con passione la politica e la finanza e non manca al suo inderogabile appuntamento con i nuovi film al cinema (almeno) due volte a settimana. E' giornalista pubblicista iscritto all'ordine dei giornalisti del Veneto.