Trama e Recensione
Uno degli innumerevoli pregi della settima arte è raccontare storie. Davanti al grande schermo abbiamo riso e pianto. Magari ci siamo arrabbiati, o spaventati. Forse qualche volta siamo rimasti delusi o indifferenti.
Ecco, Lion – La strada verso casa racconta una storia che difficilmente dimenticheremo, soprattutto per le emozioni che è in grado di trasmetterci.
Ci troviamo in un povero paese dell’India centrale verso la metà degli anni ’80. Il piccolo Saroo, che ha cinque anni, una sera decide di accompagnare il fratello più grande a trasportare delle balle di fieno.
Il sonno, tuttavia, ha la meglio su Saroo che si addormenta su una panchina della stazione. Svegliatosi nel cuore della notte, solo e spaventato cerca il fratello su un treno lì fermo. Il fato vuole che non riesce a scendere in tempo: viaggia per due giorni e due notti, percorre 1600 chilometri e giunge nella caotica Calcutta.
Trovato dalle autorità e non riuscendo a spiegare la sua provenienza poiché parla un dialetto a loro incomprensibile, viene affidato ad un orfanotrofio. Successivamente viene adottato da una benevola coppia australiana che gli permetterà di ricominciare una nuova vita ad Hobart, in Tasmania.
Dopo vent’anni Saroo decide di scavare a fondo sulla sua famiglia e sulle sue origini, affidandosi ai vaghi ricordi e a Google Earth.
Il film è un adattamento del libro autobiografico dello stesso Saroo Brierley, “A Long Way Home”. Lion costituisce per il regista Davis, reduce dalla serie televisiva Top of the Lake – Il mistero del lago, il debutto alla regia cinematografica.
Il film può essere diviso in due parti principali: la prima sul piccolo Saroo, l’altra sulla ricerca della propria famiglia.
Ambedue le parti hanno una propria grammatica cinematografica: la prima è cinema puro, di sceneggiatura scarna, e bellissima. La prospettiva del mondo è vista con gli occhi del piccolo Saroo, catapultato in un mondo nuovo, diverso e dispersivo. La visione di questa prima parte non è mai tediosa, anzi, ha un che di magnetico.
Alla seconda parte, invece, è dedicata una sceneggiatura decisamente più ricca, forse troppo: le tematiche introdotte non sono poche da sviluppare (la famiglia, il fratello “diverso”, l’adozione, l’amore). Tanti anche i personaggi da introdurre ed approfondire. A proposito: spicca su tutti Nicole Kidman, che regala una delle sue migliori interpretazioni degli ultimi anni; a differenza di Rooney Mara (che interpreta Lucy), di poco spessore.
Eppure la seconda parte è la più importante per i temi trattati: la ricerca, il viaggio il ritorno. Questi temi chiave del film sono carichi di una forte componente emotiva, ma avrebbero meritato un linguaggio cinematografico decisamente più approfondito.
La Scheda
“Lion – La strada verso casa”, regia di Garth Davis, 2016
La Valutazione
3,5 stelle di 5
Il trailer