Obiettivo cinema: “Jurassic World”, di Colin Trevorrow

Trama e Recensione

Il parco riapre. Il sogno di John Hammond, il personaggio del compianto Richard Attenborough, è divenuto realtà. Ventidue anni dopo gli avvenimenti del primo capitolo, l’intera Isla Nublar è gestita a livello operativo da Claire, donna in carriera troppo presa dal lavoro per occuparsi dei suoi nipoti di otto e sedici anni in visita al parco.

Per mantenere elevato il trend dei flussi degli oltre ventimila visitatori al giorno, occorre gestire complesse operazioni di marketing relative a nuove attrazioni, aumentare il “fattore wow”. La direzione opta così per la modificazione genetica: creare un (nuovo) dinosauro in grado di moltiplicare le presenze ed esaurire le richieste degli azionisti. Il dottor Wu, unico diretto collegamento con il primo episodio, mischia DNA di altri dinosauri e specie animali e ottiene l’Indominus Rex, una sorta di T-Rex 2.0, più grande, più spaventoso, più intelligente.

poster jurassic worldAllorché la scienza mette in atto gli esperimenti moralmente più discutibili o più pericolosi, è inevitabile che la situazione sfugga di mano: l’Indominus esce dal recinto e diventa una minaccia letale per i migliaia di visitatori sull’isola. Per impedire al lucertolone di trovare posto nella catena alimentare si ricorre all’ausilio di Owen Grady, un ex-marine in grado di capire il comportamento animale e un abile ammaestratore dei feroci Velociraptor.

Jurassic World è un’evoluzione dell’opera prima Jurassic Park, e il miglior sequel rispetto a Il mondo perduto e Jurassic park III. Spielberg affida la regia del quarto capitolo al giovane Colin Trevorrow e torna al ruolo di produttore esecutivo.

La sceneggiatura, talvolta troppo elementare, prevedibile, scontata, è compensata dal casting: Chris Pratt – la scelta migliore dell’intero cast -, dopo l’enorme successo di Guardiani della galassia e The Lego movie, ben si immedesima nel ruolo dell’avventuriero Owen e mostra personalità e ironia in tutte le sequenze del film. Le altre interpretazioni rimangono stereotipate: Bryce Howard, l’impegnata donna in carriera Claire, non convince; Vincent D’Onofrio (Full Metal Jacket) conferma fin da subito il ruolo di villain esaltato e senza spessore all’interno del film; Irrfan Khan (Vita di Pi), il ricco magnate proprietario del parco, non porta il personaggio a un’evoluzione psicologica e gioca un ruolo marginale e superficiale all’interno della narrazione.

Un uso sempre più abbondante, invasivo, ma mai incompetente di 3D e CGI rende Jurassic World spettacolare a livello visivo: la ricostruzione del parco e lo scontro titanico dei dinosauri sono agli occhi dello spettatore (anche del più nostalgico) godibilissimi.

Il risultato è pertanto un blockbuster postmoderno pompato di effetti speciali sorprendenti, la cui l’impronta spielgerbiana rimane, ma perde quel brivido sotto la pelle che ha caratterizzato l’opera prima: dov’è il bicchiere con l’acqua che trema?

La Scheda

“Jurassic World”, regia di Colin Trevorrow, 2015 

La Valutazione

3 stelle di 5

Trailer

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Nato nel 1994 e residente a Lugagnano, scrive per il Baco dal 2013. Con l'impronta del liceo classico e due lauree in economia, ora lavora con numeri e bilanci presso una società di revisione. Nel (poco) tempo libero segue con passione la politica e la finanza e non manca al suo inderogabile appuntamento con i nuovi film al cinema (almeno) due volte a settimana. E' giornalista pubblicista iscritto all'ordine dei giornalisti del Veneto.