Trama e Recensione
Nel 2001 Marty Baron diventa il nuovo direttore del quotidiano Boston Globe e affida a Spotlight, la squadra investigativa del giornale, il compito di compiere un’indagine relativamente agli abusi sessuali perpetrati dai sacerdoti di Boston (che, alla fine del film, si riveleranno essere oltre 70). Abusi taciuti e insabbiati dai vertici della gerarchia ecclesiastica.
Tra porte chiuse in faccia, bastoni tra le ruote, menzogne e intime confessioni, Ben Bradlee Jr. e gli altri quattro membri di Spotlight, Walter Robinson, Mike Rezendes, Sacha Pfeiffer e Matt Carroll, approfondiscono questa ardua e, allo stesso tempo delicata, questione, per anni ignorata e sottovalutata dai media e dalle autorità (laiche). I giornalisti del Boston Globe vinsero il premio Pulitzer nel 2003.
Il film rientra nel filone del cinema di giornalismo latu sensu, ma si rifà in particolare al cinema americano classico degli anni Settanta: Tutti gli uomini del Presidente (di Alan J. Pakula con Dustin Hoffman e Robert Redford) è un esempio e un riferimento di ciò.
Il regista McCarthy, figura piuttosto poliedrica in quanto già attore (Ti presento i miei, Flags of our fathers e molto altro), già sceneggiatore (L’ospite inatteso e Up), realizza una sceneggiatura lineare e approfondita. La sensazione è che in due ore di film si voglia arrivare sempre al punto, senza dover inserire momenti di pathos intermedi. Ciò non significa che il tema della pedofilia sia trascurato o mal interpretato; anzi, l’intenzione è proprio quella di presentare i fatti oggettivamente e con trasparenza, lasciando allo spettatore il compito di effettuare una lettura critica del fenomeno, tanto silenzioso (cioè, fatto passare sotto silenzio) quanto devastante.
La regia è quindi sobria, non ricerca continuamente guizzi autoriali; lo stile trasparente e scolastico avvicina il lungometraggio ad un film verità televisivo. Antiteticamente regalano un’interpretazione intensa i giornalisti che conducono l’inchiesta: con professionalità e tenacia trovano il giusto equilibrio tra libertà e lavoro di squadra; Mark Ruffalo spicca fra tutti con eleganza e maestria.
Il caso Spotlight non prende mai una posizione: non è mai né contro la Chiesa nel suo insieme né contro la religione. E abbiamo bisogno anche di questo cinema, sobrio e allo stesso tempo grave, importante. Perché, spesso, non è importante (o necessario) prendere una posizione, ma è fondamentale conoscere. Ogni critica è valida solo se poggia su delle conoscenze; è sempre sbagliato sparare nel mucchio. Le conoscenze sono il punto di partenza per vedere la realtà nel suo insieme e con occhio critico.
Il film viene proiettato gratuitamente venerdì 17 febbraio al cineforum organizzato dal Circolo NOI di Lugagnano. VEDI QUI IL PROGRAMMA COMPLETO DELLA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA.
La Scheda
“Il caso Spotlight”, regia di Tom McCarthy, 2015
La Valutazione
4,5 stelle di 5
Il trailer