Nuovi sguardi per gli autismi: a tu per tu con Elena Sironi nell’incontro organizzato da ANTS di Lugagnano

Positivo riscontro per l’incontro “Autismi, falsi miti e nuovi sguardi” con la dottoressa Elena Sironi, Psicoterapeuta e Analista BCBA (nella foto sopra con la Presidente di ANTS Federica Costa): entusiasta il pubblico, oltre una quarantina di persone, riunito nella sala parrocchiale di Lugagnano.

Un evento aperto a tutti per capire, approfondire, riflettere, a tu per tu con una professionista specializzata in interventi psicoeducativi per ragazzi con disturbi dello spettro autistico. Fondatrice e consulente per l’Associazione “Controvento APS” e impegnata nel progetto della Regione Lombardia “Noah” (New Organisation Autism Healtcare), la dottoressa Sironi si occupa anche di formazione e sostegno per famiglie e insegnanti.

Il Baco l’ha incontrata per conoscere meglio lei e l’approccio che propone.

Hai un curriculum davvero di tutto rispetto: hai sempre avuto l’obiettivo, il sogno di lavorare in questo ambito?

In realtà… no! A dire il vero ho sempre avuto passione per il mondo dell’arte forse perché sono nata in una famiglia di architetti, tutti specializzati in questo settore, nessuno nell’ambito del sociale. È stato quasi per caso, leggendo alcuni libri in adolescenza, che mi sono appassionata alla psicologia: così ho scelto questo percorso universitario che a Milano, rispetto ad altri atenei, è particolarmente orientato all’ambito della neuropsicologia: da qui pian piano è nata la passione per questo specifico settore. Ho iniziato subito a fare molta “pratica” a livello di volontariato, mettendomi sempre più in gioco, e la passione è cresciuta assieme alla voglia di approfondire ciò che vivevo nella quotidianità. Quindi posso dire che la scelta di seguire questo percorso è scaturita giorno dopo giorno da motivazioni concrete, più che da studi teorici.

Anche se non è certo semplice. Come descriveresti in poche parole l’autismo?

Lo definirei “un modo di comunicare diverso da quello che possiamo avere tutti noi”, che richiede a volte di essere interpretato da un mediatore, da un interprete appunto… che riesca a trovare la “chiave” giusta per poter parlare la stessa lingua, per capirsi.

Una chiave da personalizzare per ciascuna di queste persone, perché come tutti noi, ognuno di loro è unico.

Assolutamente sì! Soprattutto, sottolineerei questo: è fondamentale ricordare sempre che ogni comportamento presente in una persona con autismo non è voluto, “fatto apposta”, ma si tratta di un comportamento che emette semplicemente perché ha trovato “quel” modo di fare e lo utilizza come se fosse l’unica via per comunicare, perché funziona, anche se non adeguato… In realtà gli si può insegnare tutta una serie di altri modi di fare e comunicare, più funzionali e più idonei: il nostro compito è proprio quello di aiutarli a scoprire ed imparare queste modalità “alternative”.

Cosa non si sa, invece, dell’autismo?

Quasi sempre, lo si pensa come un mondo lontano, un pianeta “a sé stante”, un mondo di non interazione. Non è così. E lo dimostrano i video che ho realizzato per questa presentazione e che mostrano bimbi e ragazzini che interagiscono con i loro familiare, con i terapisti… paradossalmente, a volte, anche di più rispetto ad altri bambini o persone che non hanno questo tipo di diagnosi, solo magari, ripeto, in modo non socialmente adeguato! Bisogna assolutamente sfatare questo falso mito della persona autistica che non sa comunicare, che vuole chiudersi in se stessa… Io mi batto per questo, affinchè ci possa essere formazione e conoscenza che il comportamento verbale può essere appreso!

Una battaglia, un obiettivo che insegui anche attraverso le associazioni e le cause per e con cui lavori, come Controvento.

Controvento è prima di tutto un grande sogno realizzato: assieme ad alcune colleghe che studiano e lavorano con me da oltre 10 anni come terapiste e consulenti, ho sentito l’esigenza di strutturare, di creare una cornice attorno ai nostri nomi tra tanti professionisti diversi… fondamentalmente, per arrivare alle famiglie definendo chiaramente qual è il nostro tipo di intervento: un approccio basato sull’analisi del comportamento applicata, in tutti i contesti di vita, strutturato in base a tutte le direttive delle linee guida. Ci tenevamo molto a darci questi confini anche perché crediamo che avere uno spazio “nostro” in cui collaborare tra colleghi e professionisti, in cui confrontarsi e sostenerci a vicenda è una risorsa fondamentale, che aiuta in modo decisivo negli inevitabili momenti critici del proprio percorso personale e professionale. Una base da cui poi provare a creare una “rete” sui territori che consenta un continuo confronto con i colleghi, uno scambio costante molto prezioso.

Cosa puoi dirci invece del Progetto Noah?

Sono uno dei supervisori in una delle 7 sedi della Lombardia dove appunto è partito questo progetto regionale, che propone un intervento ABA ad un grande numero di bambini che possono accedervi senza spese che gravino sulle famiglie. È molto importante per me rimarcare che gli interventi basati sull’analisi del comportamento applicata, a volte un po’ “osteggiati” forse perché non ancora ben conosciuti, in diverse regioni sono proposti gratuitamente da molti anni.

In che senso “falsi miti e nuovi sguardi”?

Mi sono trasferita da poco in Veneto anche se lavoro ancora in Lombardia e insegno in alcuni master un po’ in tutta Italia. La cosa che mi ha sorpreso, non appena sono arrivata qui, è che alcune famiglie fossero un po’ scettiche e quasi spaventate da questo tipo di intervento: ecco perché ho deciso di sfruttare la preziosa opportunità offerta da Ants per spiegare che ABA è una modalità – non necessariamente in termini di cosa è migliore e cosa è peggiore! – che può insegnare alcuni comportamenti adattivi, modalità per comunicare a questi bambini. Le linee guida riportano che gli interventi comportamentali intensivi e precoci sono quelli che permettono di ottenere maggiori risultati, sempre con la supervisione di professionisti capaci ed esperti. Si tratta di un tipo di intervento che non va comunque temuto né tanto meno demonizzato… così come del resto nessun tipo di scienza, a meno che naturalmente non venga utilizzata in modo sbagliato.

Quindi l’intento di questo incontro…

… è stato proprio quello di informare, far chiarezza su quali siano le linee guida più attuali, quali i comportamenti più efficaci da adottare e, al tempo stesso, presentare questa nuova “porta” che si apre a chi ne ha voglia, nell’ottica di “non si può parlare male di una cosa finchè non la si conosce al meglio”.

Per chi non è ferrato in materia puoi sintetizzare in cosa consiste il metodo ABA?

Premessa: la scienza dell’analisi del comportamento applicata ha come obiettivo quello di incrementare comportamenti socialmente significativi in qualsiasi individuo, in qualsiasi contesto: questo significa che posso lavorare come professionista/analista al parco, giocando coi bimbi, così come a scuola o in altri contesti. L’importante è avere sempre obiettivi individualizzati su ciascun bambino o ragazzo, sia per quanto riguarda i comportamenti verbali sia per i deficit o gli eccessi di comportamenti (cioè possiamo aumentare comportamenti attuati “poco” o ridurre comportamenti eccessivamente presenti). Ad esempio posso lavorare al parco sulle richieste, a scuola sulle abilità sociali, a karate sulle imitazioni motorie ed il rispetto del turno… ci sono tantissime possibilità! Per ogni obiettivo si valuta la procedura più adatta e si decide qual è il dato che va annotato per poi gradualmente valutare, pian piano, strada facendo, se il percorso intrapreso è efficace: non esiste uno schema fisso, ma è sempre altamente e rigorosamente definito in maniera individualizzata. L’aspetto che deve rimanere costante è la coerenza di tutti gli attori in gioco e la precisione nella tecnica e nella presa dei dati! La scienza di per sé, non è, quindi, rigida ma anzi c’è estrema flessibilità ed elasticità, disponibilità a cambiare, ricalibrare, migliorare costantemente ogni specifica strategia in base appunto ad ogni singola persona.

Laureata al DAMS, mamma di 4 pesti, addetta stampa, Vera Tomelleri è appassionata di Manga e mountain bike, sogna l’Africa, la route 66 e… un’escursione in Oceano per avvistare squali bianchi.