Non sono solo canzonette: La 73esima edizione del Festival di Sanremo si preannuncia imperdibile

Dicono, quelli che sanno sempre tutto, che nella vita bisogna essere seri, occuparsi di cose serie, non perdere tempo con interessi che non siano diretti a qualcosa di concreto e remunerativo.

Sono pensieri che condividi, caro Massimo? Niente affatto signori, soprattutto se si parla di musica  che, come tutte le forme d’arte, è qualcosa che ci aiuta a nutrirci di momenti di importanza essenziale. Ma cosa fai Bolzonella, ti fai prendere dall’egocentrismo e ti intervisti da solo?

Mah sì dai, perché no. In fondo non ci si conosce mai abbastanza, per cui farsi domande per cercare delle risposte diventa un esercizio molto più intellettuale di quanto si possa pensare.

Il bello del nostro e vostro “Baco da Seta” è anche quello di poter offrire ai lettori una varietà sempre più ricca di spunti, riflessioni e argomenti. E quindi eccomi ancora a voi a parlare di Musica (emme maiuscola d’omaggio alla nobile arte). Ecco perché con crescente interesse ed entusiasmo, mi appresto a vivere in totale coinvolgimento  il mio quarantaseiesimo Festival di Sanremo consecutivo.

L’edizione di quest’anno sarà la numero 73. Io ho cominciato a guardarlo senza soluzione di continuità dal 1977. Ad andarci da giornalista accreditato in loco dal 2000, con una presenza nel 2005 come addetto ufficiale al seguito di Umberto Tozzi, che fu eliminato alla prima sera.

Magari un giorno farò un articolo proprio su quell’esperienza, potrebbe essere interessante raccontare un festival vissuto in quella veste. Lo farò, promesso. Tornando al tema Sanremo, per me parlare del Festival equivale a vivere qualcosa di divertente, disimpegnato, non convenzionale, ma inequivocabilmente e indiscutibilmente serio. Sì perché i suoni e le parole, magicamente coniugati insieme, sono materia di consistenza dei nostri sogni, dei nostri sentimenti delle nostre speranze.

Non “sono solo canzonette”, amici cari; sono energie vitali che alimentano il nostro essere. E così martedì 7 febbraio, per il terzo anno consecutivo, ogni giorno pubblicheremo il cosiddetto “Baco da Festival”, ovvero il quotidiano editoriale da Sanremo, per vivere insieme la manifestazione musicale più importante dell’anno.



Quello che ci attende è un Festival con un cast senza precedenti, che rappresenta in modo completo i gusti degli italiani di ogni età. I bookmakers danno come vincitore Ultimo, che dovrà confrontarsi con i popolarissimi Giorgia e Marco Mengoni, ma anche con artisti da classifica come Madame, Lazza, Tananai ed Elodie. Poi ci sono icone di spessore quali Anna Oxa, Gianluca Grignani e Articolo 31, I Cugini di Campagna, I Modà ma anche Paola e Chiara, Colapesce e Dimartino.

Ma attenzione all’esordiente gIANMARIA (la g minuscola non è un errore di scrittura, si scrive proprio così). Un cantautore vicentino che, in virtù della vittoria di Sanremo giovani, sarà tra gli artisti in gara nell’unica categoria rimasta. Lui scrive benissimo, talento da vendere e una personalità straordinaria. Canterà Mostro. Diventerà qualcuno. Quando lo vedrete in televisione, magari conoscendolo poco o per niente, ricordatevi di queste mie parole.

E poi ci sono loro, le vere protagoniste del Festival. Quelle oggi sconosciute, in virtù del fatto di essere inedite, che i più chiamano “canzoni”. Quei grandi mondi condensati in tre minuti o giù di lì, che piano piano entreranno in punta di piedi nelle nostre quotidiane esistenze.

So di averlo scritto ancora, ma mi ripeto volentieri. E’ proprio vero, “non sono solo canzonette”!

Massimo Bolzonella nasce a Verona il 13 maggio 1965 intorno alle ore 22. Giornalista pubblicista dal 1991, ha prestato la sua voce alla radiofonia veronese per quasi 40 anni. Scrive e vive di musica Italiana, ha curato la comunicazione web di Umberto Tozzi per 12 anni. Sposato, ha due figli, due gatti e un cane. La frase della sua vita è "Sai dove vado adesso? A farmi il mondo", pronunciata da John Travolta nel film "Stayin'alive" dopo il trionfo da primo ballerino a Broadway.