“Noi giovani e la politica”: le riflessioni di Mirko, Giulia e Beatrice, tre candidati alle scorse elezioni a Sona

Alla luce dei risultati delle elezioni amministrative di Sona dello scorso 10 giugno in cui Gianluigi Mazzi è stato eletto Sindaco per il secondo mandato, ci siamo rivolti a tre giovani candidati per sentire da loro una riflessione sulla politica e sull’esperienza che hanno vissuto in campagna elettorale.

Già prima delle elezioni avevamo intervistato tre giovani, uno per lista, Nicolò FerrariMattia Leoni e Ivan Dalla Pellegrina (due dei tre, tra l’altro poi eletti: Ferrari nelle file della minoranza e Leoni con la maggioranza, ed ora anche Presidente del Consiglio comunale), per capire quali fossero le loro motivazioni ed i loro obiettivi. 

Oggi, come si diceva, torniamo sull’attualissimo tema “giovani e politica” pubblicando la riflessione di tre giovani che non sono risultati eletti ma che rimangono, comunque, molto attivi nel tessuto sociale, associativo e politico del nostro territorio: Mirko Girelli, Giulia Castelli eBeatrice Zoccatelli.

La prima riflessione è quella di Mirko Girelli, 27 anni, candidato nella lista Noi per Sona a sostegno del candidato Maurizio Moletta.

Mirko Girelli

“Sono passati quasi due mesi dalle elezioni e ancora oggi è difficile trarre una conclusione netta su quanto successo. Naturalmente la prima cosa da dire è che, per essere una ‘prima volta’, l’esperienza di queste elezioni è stata molto positiva. È qualcosa che indipendentemente dal risultato finale ottenuto, mi ha dato moltissimo sia a livello personale e sia sotto profilo politico – spiega Mirko -. Ho avuto la possibilità di confrontarmi con persone di pensieri e progetti politici diversi, di ascoltare idee, proposte, critiche e consigli; tutto questo ha arricchito me e il mio bagaglio di conoscenze del territorio e della gente del comune in cui vivo. Parlando del mio risultato il minimo che posso fare è ringraziare tutte le persone che hanno visto in me una persona in cui credere, sono rimasto stupito e soddisfatto delle preferenze ricevute. Scoprire che 85 persone hanno deciso di dare fiducia a me, un ragazzo, è stato incredibile e, francamente, del tutto inaspettato. In questa piccola relazione, nel tirare le somme di quanto è stato, voglio rivolgermi soprattutto a loro, ad i miei elettori, che con la loro fiducia mi hanno dato la possibilità di rappresentarli. Pur non avendo raggiunto un ruolo chiave cercherò, attraverso i mezzi in mio possesso, di fare quanto di cui assieme abbiamo discusso, quanto proposto e quanto immaginato in questa campagna elettorale. Ovviamente parlo del mondo in cui vivo, cioè il mondo agricolo ed il rapporto cittadinanza-agricoltura a cui tanto tengo. Possano essere oggetto di sostanziali risultati anche tramite la voce di Maurizio Moletta con il quale ho scelto di vivere l’esperienza di queste elezioni. A tal proposito è doveroso da parte mia estendere un prezioso ringraziamento a Maurizio che mi ha dato l’opportunità di mettermi in gioco e di vivere questa esperienza. Voglio, infine, inviare un messaggio a tutti i giovani che ho sentito molto sfiduciati dalla politica. Voglio dire loro, e ricordarlo anche a me stesso, che non dobbiamo rassegnarci, che con tenacia dobbiamo portare avanti le nostre idee e i nostri sogni. Che dobbiamo credere che quello che siamo e le persone che scegliamo oggi sono la base del nostro futuro. Astensionismo, schede bianche, troppe ne abbiamo viste in quest’ultima elezione. Le nostre scelte, e il volto è una delle più importanti, sono l’unico strumento con cui portare avanti le nostre idee innovative e vederle realizzate. Ammetto, oltre alla grinta di sempre questa avventura ha lasciato in me un qualcosa in più, chiamiamola carica, chiamiamolo fervore politico o più semplicemente diciamo che sento una gran passione che di sicuro mi accompagnerà da qui in avanti”.

La seconda è la riflessione di Giulia Castelli, 25 anni, candidata nella lista Progetto Comune a sostegno del candidato Sindaco Flavio Bonometti.

Giulia Castelli

“Siamo un gruppo di ragazzi a cui piace parlare di politica con gli amici, discutere le proprie idee, impegnarsi. Qualche mese fa, Flavio Bonometti ha deciso di competere per la carica di Sindaco del Comune di Sona e ha invitato alcuni di noi a seguirlo durante la sua campagna elettorale. All’inizio, abbiamo  partecipato alle prime riunioni  per capire un po’ come funzionino le cose in politica. Per passare dalle nostre discussioni di principio alla realtà. La cosa che ci ha sorpreso è la fiducia riposta in noi. Ci siamo seduti al tavolo con gente più esperta di noi e subito abbiamo avuto voce in capitolo e  la possibilità di proporre iniziative. Una fiducia che porta con sé responsabilità – indica Giulia -. Avevamo una voce in questo progetto politico e volevamo che il nostro impegno in questa campagna elettorale fosse un esempio. Ciò che speravamo di trasmettere era un concetto banale per certi aspetti ma importante: la nostra generazione può dire la propria e progettare insieme a chi ha qualche anno più di noi il futuro della nostra comunità. Non vivendo nel mondo  delle favole, sapevamo quanto sia difficile coinvolgere le persone e quanto la parola “politica” per quelli della nostra generazione assomiglia più a una brutta malattia o a qualcosa di estremamente faticoso, qualcosa da cui  sicuramente è meglio stare lontani. Al contempo, però,  credevamo nella forza delle idee e nell’importanza di un’esperienza di questo tipo: dare responsabilità vera è fondamentale per imparare e crescere. Quello che volevamo dare non era solo un sostegno politico a Bonometti, volevamo portarci via un’esperienza di responsabilità. Nei curriculum le chiamano, ‘soft skills’, ma rappresentano la base per capire come funzioni il mondo che ci circonda e navigarci. Il confronto, dover parlare davanti a molte persone ed esporre le proprie idee, organizzare  in autonomia un incontro. Non essere a fine scaletta ma aprirla, essere la punta di diamante, il vero volto di un progetto politico. Questo era ciò che ci attirava di Flavio Bonometti, la possibilità di vivere tutte  queste esperienze. E durante questa campagna elettorale le abbiamo provate tutte.  Dopo il voto  è fisiologico uno momento di riflessione sui risultati e ciò che abbiamo notato non ci è piaciuto:  la disaffezione dalla politica è un problema più ampio che non riguarda solo i giovani, coinvolge tutti. Infatti, un’affluenza così bassa, in calo del 10 per cento rispetto alle comunali di 5 anni fa (64,89%), e del 32  per cento rispetto a dieci anni fa (86,51%), è sintomo che qualcosa nel rapporto tra la politica e i cittadini si  è inclinato. Da tempo si parla della crisi di fiducia che colpisce le istituzioni più importanti dello Stato, secondo alcuni non più capaci  di rappresentare i cittadini. Ma lo stesso pare si verifichi per l’elezione di un Sindaco. A livello comunale conta molto il rapporto personale, la  storia dei candidati, quanto il progetto politico abbia attecchito sul territorio. Negli ultimi anni le comunali non sono mai state un evento imperdibile per i cittadini, soprattutto se la giornata è soleggiata e calda, perfetta per una giornata di mare o  lago. Questo trend – nei giorni di pioggia si va a votare, nei giorni di sole no – è già di per sé strano in quanto si eleggono persone che per 5 anni dovranno occuparsi della tua quotidianità ma pare si sia accentuato negli anni. Un modo di porsi nei confronti della comunità ancora più assurdo se si riflette su quali siano le sfide che dovranno affrontare coloro che sono stati eletti: organizzare la ristrutturazione del campo da calcio in cui gioca tuo figlio, accordarsi con altri enti per la gestione del progetto TAV, contrastare la mafia che colpisce già da tempo gli  imprenditori del Nord Italia. In poche parole, portare avanti progetti che influenzano la nostra quotidianità  in modo tangibile. In questa tornata non potevamo avere candidati migliori per rappresentare un’istituzione vicina ai bisogni quotidiani dei cittadini. Nonostante mancassero all’appello grandi realtà politiche nazionali quali PD e Movimento 5 stelle, fattore che probabilmente ha influito nella scelta di alcuni di astenersi dal voto, i tre profili che hanno gareggiato sono volti noti  nella vita pubblica sonese. Tutti in Consiglio comunale da tempo, due con un’esperienza da Sindaco del nostro Comune alle spalle. I concorrenti, inoltre,  davano in molti casi risposte diverse a problemi che riguardano la nostra comunità. Eppure pochi sono andati a votare. Perché? Dopo queste elezioni – conclude Giulia – non possiamo che farci questa domanda, noi giovani aspiranti politici locali. Forse nessuno ha veramente vinto perché nessuno ha costruito un progetto che coinvolgesse il cento per cento della comunità di Sona. L’alternativa a questa ipotesi, ossia l’apatia dei sonesi e la totale mancanza di interesse per  la vita della propria comunità, ci inqueta e preferiamo non prenderla in considerazione. A seguito di queste riflessioni e dell’esperienza maturata durante questa campagna elettorale, pensiamo che parlare ai giovani sia più che mai fondamentale ora. Le nuove generazioni devono poter sperimentare la politica per capire quanto lo spessore delle persone, l’integrità, le decisioni prese siano un criterio di scelta importante e quanto la politica influisca nella nostra quotidianità. Ma, soprattutto, dobbiamo  crescere cittadini che partecipino a loro modo alla vita della propria comunità, chi in modo passivo votando, chi in modo attivo candidandosi”.

Concludiamo con la riflessione di Beatrice Zoccatelli, 27 anni, candidata nella lista Giovani per Sona a sostegno di Gianluigi Mazzi.

Beatrice Zoccatelli

“Il coraggio di mettersi in gioco rimanendo fedeli a sé stessi, la gioia nell’apprendere l’unione di una squadra dove i giovani si rendono conto di avere una responsabilità verso ciò che è il proprio territorio. Il rispetto a prescindere. Il saper lottare per i propri ideali che a differenza dei nostri genitori, si esprimono in una politica differente, dove non esiste più la scissione tra destra e sinistra. Il dialogo, i sorrisi, l’ascolto. Sono tante le cose su cui potrei soffermarmi riguardo a questa campagna elettorale – spiega Beatrice -. Un’esperienza unica, vissuta con consapevolezza e tanti sacrifici che mi hanno portata a conoscere giovani che non sono spaventati nel dire la propria o mettersi in prima linea. Una campagna condivisa con amici al di fuori del comune di Sona nelle elezioni di Villafranca, Lazise e Bussolengo. Ragazzi che i cittadini hanno riconosciuto validi premiandoli con numerosi voti e preferenze. Che dire? Personalmente sono felice di aver vissuto questi due mesi intensi perché crescere durante il percorso attraverso un confronto costante con il mondo adulto e la macchina amministrativa, mi ha fatto apprezzare ancora di più il mio paese che ora sento di chiamare casa. Ora comincia la parte più impegnativa e voglio poter pensare che continueremo a lavorare come una squadra. Anche insieme ai giovani che hanno concorso nelle fazioni opposte. Mi auguro che si possa andare avanti avvicinando più giovani possibili alla politica e alle politiche giovanili perché infondo, da qualche anno a questa parte, sebbene non se ne parli abbastanza, Sona ha subito un cambiamento radicale nell’attivismo giovanile dimostrandosi all’avanguardia rispetto ad altre realtà comunali”.

Nato nel 1994 e originario di Lugagnano, scrive per il Baco dal 2013. Con l'impronta del liceo classico e due lauree in economia, ora lavora con numeri e bilanci presso una società di servizi. Nel (poco) tempo libero segue con passione la politica e la finanza e non manca al suo inderogabile appuntamento con i nuovi film al cinema (almeno) due volte a settimana. E' giornalista pubblicista iscritto all'ordine dei giornalisti del Veneto.