Nella Biblioteca Capitolare di Verona un tabernacolo del XV secolo proveniente da Palazzolo

Dopo l’Editto di Costantino del 313 d.C. la Chiesa cattolica iniziò ad uscire dalla clandestinità e ad organizzare la comunità dei fedeli, trasferendo le sedi episcopali nei centri urbani che ripresero vita sotto la guida dei loro Vescovi.

Nasce proprio in quegli anni la Biblioteca Capitolare di Verona, la più antica biblioteca esistente oggi al mondo. Primato che pochi anche nella nostra città conoscono. Il primo documento certo, in quanto datato, presente nella Biblioteca è del primo agosto del 517 d.C., ma gli storici sono ormai concordi nel far risalire la sua creazione agli anni immediatamente dopo il 313, come si diceva.

Nella Capitolare si conservano documenti di inestimabile valore proprio degli anni dell’Editto di Costantino, quali il più antico esemplare del De civitate Dei di Agostino, il De Trinitate di Ilario di Poiters e l’Opera varia con il trattato sulla Verginità di Maria, scritto da Girolamo e testo fondamentale nel dibattito contro gli ariani.

Ma infinita è la lista delle opere conservate in quel tempio del sapere, che vede Monsignor Bruno Fasani quale suo Prefetto. Basti dire che vi sono conservati circa 1300 codici prodotti tra il IV e il XIX secolo e un archivio con documenti pergamenacei e cartacei che testimoniano in particolare la storia del Capitolo della cattedrale fin dal VIII secolo.

La grande sorpresa per il visitatore che proviene dal Comune di Sona è quello di trovare nel museo della Capitolare, tra capolavori assoluti, un meraviglioso tabernacolo con figure, proveniente dalla Pieve di Santa Giustina di Palazzolo (nelle foto) e attribuito ad un anonimo scultore veronese o toscano della prima metà del XV secolo.

Una sorpresa analoga a quella provata visitando la Galleria delle Carte Geografiche nei Musei Vaticani a Roma, voluta da Papa Gregorio XIII e realizzata tra il 1580 e il 1585, dove è possibile ammirare un’antica rappresentazione del nostro territorio, con località a noi famigliari come “Palazzuolo” (Palazzolo) e di “C di Cauri” (attuale Cà di Capri nei pressi di Lugagnano).

Lo splendido tabernacolo in pietra di Palazzolo conservato nella Biblioteca Capitolare testimonia, ancora una volta, come il nostro territorio sia da lunghissimo tempo al centro di importanti crocevia culturali e di gloriosi percorsi storici.

Cultura e storia che abbiamo il dovere preciso di conservare e valorizzare. Come scriveva quel grande storyteller che era Michael Crichton, “se non conosci la storia, non conosci nulla. Sei una foglia che non sa di essere parte di un albero”.

Nato nel 1969, risiede da sempre a Lugagnano. Sposato con Stefania, ha due figli. Molti gli anni di volontariato sul territorio e con AIBI. Nella primavera del 2000 è tra i fondatori del Baco, di cui è Direttore Responsabile. E' giornalista pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti del Veneto. Nel tempo libero suona (male) la batteria.