Mille firme per dire no a Ca’ di Capri. Legambiente e il Comitato dei cittadini di Sona hanno presentato al dipartimento Valutazione impatto ambientale del Veneto una petizione, sottoscritta in poche settimane da 1.011 residenti di Sona, per convincere le autorità competenti ad intervenire per modificare in maniera profonda il progetto di messa in sicurezza della discarica di Lugagnano presentato dalla Rotamfer, la ditta che ha in gestione il sito che si trova tra i comuni di Sona e Verona. La discarica è sotto sequestro dal 2006 a seguito delle indagini della procura di Verona per le irregolarità riscontrate nella gestione.
Per Legambiente, il piano prospettato dall’azienda è in realtà un ampliamento mascherato della discarica perché prevede un ulteriore conferimento di 680mila metri cubi di rifiuti, l’aumento dell’altezza della collina di rifiuti fino a venti metri di altezza, e l’innalzamento dei limiti di ammissibilità del materiale di scarto tale da trasformare nella sostanza Ca’ di Capri in una discarica di rifiuti pericolosi.
L’associazione ambientalista e il comitato chiedono ai presidenti del Veneto e della Provincia e al sindaco di Sona di non consentire il conferimento di nuovi rifiuti, di utilizzare per il riempimento del catino e della baulatura solo materiale inerte, di non aumentare l’altezza della collina ma, almeno, rispettare il progetto già approvato e di non concedere la deroga dai limiti di legge per l’ammissibilità dei rifiuti.
In attesa della Via, valutazione di impatto ambientale, sul progetto della Rotamfer, Legambiente ha richiesto inoltre che venga prevista un’inchiesta pubblica (consentita dalla procedura Via). «Questo permetterebbe ai cittadini di controllare l’operato delle commissioni incaricate ad esaminare il caso», spiega Michele Bertucco, presidente della sezione veneta di Legambiente, «e di esporre le proprie ragioni nelle sedi dove si decidono le sorti di Ca’ di Capri senza subire le decisioni dall’alto. Confidiamo che il sindaco di Sona», conclude Bertucco, «si faccia portavoce della nostra richiesta. Chiediamo infine che il progetto non venga delegato alla Rotamfer ma venga presentato dagli stessi enti preposti (Comune, Provincia e Regione)».
«Auspico che Legambiente ci presenti la richiesta dell’inchiesta pubblica», replica Gualtiero Mazzi, sindaco di Sona, che rimane contrario al progetto presentato dalla Rotamfer, «in modo che possa essere presa in considerazione. Nel frattempo», aggiunge, «stiamo arrivando alla definizione delle osservazioni sul progetto della ditta, che prima di essere inviate in Regione, saranno esaminate dalla commissione Ecologia».