Nella notte tra il 24 e il 25 di gennaio, come da millenaria tradizione, alcuni nostri contadini ancora pongono delle cipolle all’esterno di casa, posate su di un pezzo di legno, per tentare di vaticinare come sarà il meteo dell’anno appena iniziato.
Un anno piovoso o un anno particolarmente siccitoso, infatti, possono determinare la fortuna o il disastro per le coltivazioni.
Ma come funziona questa storica e simpatica tradizione? Lo abbiamo chiesto alla signora Nicoletta Adamoli, che risiede e lavora nella sua azienda agricola a Lugagnano, in corte Messedaglia.
“Il procedimento è semplice – spiega Nicoletta -. Si tagliano le cipolle a spicchi, una per ogni mese dell’anno, e ci si pone sopra un po’ di sale grosso. Le cipolle vengono lasciate all’aperto tutta la notte, su un pezzo di legno, e al mattino, in base a quanto si è sciolto o meno il sale sulle dodici cipolle, si può dedurre quali saranno i mesi più piovosi o quelli più asciutti”.
E qual è stato il responso per quest’anno? “Non dei migliori – spiega Nicoletta, mostrando le cipolle dopo la notte all’aperto (nella foto) -. Le cipolle ci dicono che aprile, agosto ed ottobre saranno appena umidi. Mentre gli altri mesi saranno tutti asciutti”.
“Comunque, al di là del valore o meno di queste previsioni – ci tiene a concludere la Signora Adamoli, con un sorriso –, quella delle cipolle è una bella tradizione contadina che non va persa”.