Maltempo ed interventi a Sona: “Ecco cosa si è fatto, e cosa si deve fare”. La valutazione dell’Assessore Dalla Valentina

Il maltempo della settimana appena trascorsa ha causato anche sul territorio di Sona diversi danni, soprattutto a causa del forte vento che ha determinato la caduta di alberi.

Nei momenti di allerta che ne sono derivati, parecchie persone si sono prestate per dare una mano a rimuovere alberi, rami e quant’altro era caduto su strade e fabbricati.

Gli interventi più importanti sono stati poi eseguiti a San Giorgio in Salici dai Vigili del Fuoco per rimuovere il vecchio cipresso che è andato ad appoggiarsi alla facciata della chiesa e quello caduto sulla Trattoria a San Rocco. Sul posto erano anche presenti la Polizia Locale del Comune di Sona e i Carabinieri.

Per una valutazione su quanto accaduto sul nostro territorio, e su come si è intervenuti, abbiamo interpellato l’Assessore alla Protezione Civile Gianfranco Dalla Valentina.

“Gli interventi conseguenti agli eventi atmosferici dei giorni scorsi – spiega Dalla Valentina – sono stati tempestivi e corretti. Pur lodando l’impegno e la volontà dei volontari che si sono prestati con la loro opera, è opportuno cogliere l’occasione per specificare la dinamica degli interventi di prima emergenza sul territorio. Esistono delle procedure di intervento sulla quale tutte le forze di soccorso si esercitano e che si devono rispettare. Non rispettarle crea spesso situazioni di maggior pericolo per la popolazione e per i volontari”.

L’Assessore alla Protezione Civile Dalla Valentina.

“Ci sono interventi che possono essere eseguiti esclusivamente dai Vigili del Fuoco. Intervenire sulla strada senza le corrette segnalazioni, senza la dovuta attrezzatura di sicurezza, può determinare situazioni di maggior pericolo. Si raccomanda quindi sempre un’attenta valutazione del rischio prima di farsi cogliere dalla volontà di dare una mano, mettendo magari a repentaglio la propria e l’altrui sicurezza”.

“E’ opportuno – prosegue l’Assessore alla Protezione Civile – conoscere anche la procedura di intervento della Protezione Civile comunale. La squadra si muove solo ed esclusivamente su indicazione del Sindaco o dell’Assessore delegato, del Prefetto o dei responsabili di PC regionale. Non può intervenire su chiamata di nessun altro soggetto”.

“Ogni squadra di PC ha delle proprie specificità. Ci sono quelle specializzate in soccorso subacqueo, quelle per taglio rami, quelle per emergenze alluvionali, quelle specializzate nel rischio sismico e così via. La nostra squadra nasce come supporto logistico, ovvero la predisposizione dei campi base, strutture sanitarie emergenziali, cucine e quant’altro. Negli ultimi tempi ha conseguito anche la specializzazione nell’utilizzo delle pompe idrovore e come tale è stata impiegata nell’esondazione del progno di Negrar di due mesi fa. Il volontario di Protezione Civile non può e non deve essere impiegato in situazioni nelle quali non è specializzato, dove non è stato formato, dove non è fornito di adeguate attrezzature”.

“Nel caso specifico del maltempo della scorsa settimana, sentita la Polizia Locale già sul posto a S. Giorgio in Salici, la quale riportava che la situazione era sotto controllo e che era imminente l’arrivo dei Vigili del Fuoco, a conoscenza della specializzazione della nostra squadra, si è ritenuto non dover attivare la nostra squadra. A poco sarebbe servito – spiega ancora Dalla Valentina – inviare dei volontari, che oltre a non avere l’adeguata formazione, non hanno nemmeno l’attrezzatura per tagliare gli alberi. E in ogni caso non potrebbero mai essere impiegati a tagliar dei tronchi, che non costituiscono un pericolo, a terra su un suolo privato”.

“Certo, eventi estremi come quello della scorsa settimana fanno riflettere. Si dovrebbero formare dei volontari anche con questa specializzazione, oltre a quelli già formati in altre. Ma le risorse umane sono sempre poche. Ecco quindi come una comunità potrebbe concretizzare la sua forma di cittadinanza attiva: partecipando alla formazione di Protezione Civile. Essere preparati ad ogni emergenza è impossibile. Ma più siamo – conclude Dalla Valentina – e più ampia sarà la gamma di rischi sui quali saremo preparati in aiuto alla nostra comunità.”

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