“La Battaglia di Bosco di Sona – 5 aprile 1799 – Una pagina gloriosa della nostra storia”. Questo titolo altisonante si poteva leggere sul Notiziario del Comune pubblicato lo scorso mese di dicembre. Abbiamo già scritto alcune cose su quanto di errato il Signor Nicola Cavedini, Presidente del Comitato Pasque Veronesi, scriveva in tale articolo, ma poichè ciò che risulta scritto nero su bianco a molti appare come reale, intendiamo aggiungere qualche ulteriore precisazione.
Non esiste nella storiografia italiana e neppure in quella austriaca una “battaglia del Bosco di Sona” nella data indicata dal Cavedini. Solamente nel 1848, nella I Guerra di Indipendenza, ci fu una “battaglia del Bosco di Sona” tra Austriaci e Piemontesi, ma questa è un’altra storia.
La battaglia indicata dal Cavedini venne invece chiamata “dell’Adige” e fu combattuta dal 26 marzo al 5 aprile 1799. Una prima fase si sviluppò tutta lungo la riva destra dell’Adige, con violenti scontri soprattutto a S. Lucia- Bussolengo e Pastrengo-Piovezzano. In questa prima fase Sona fu solamente terra di passaggio di una colonna di truppe francesi che, passato il Mincio il 24 marzo, si erano stazionate nell’area di S. Giorgio.
Il 26 marzo il reparto ricevette l’ordine di dirigersi verso Palazzolo, ove venne a contatto con un piccolo reparto di cacciatori tirolesi che si ritirarono a Bussolengo, dopo un veloce scontro alla baionetta. Nella stessa giornata un’altra colonna francese composta da due divisioni, concentrate nei campi di Sona, ricevette l’ordine di conquistare S. Massimo e S. Lucia e quindi lasciò il territorio del nostro Comune dirigendosi verso Verona.
La seconda fase della “battaglia dell’Adige”, combattuta da fine marzo al 5 aprile, fu chiamata “di Magnano” (frazione di Buttapietra) o “di Verona”, “di Villafranca” dalla storiografia tedesca. In questa fase, tutta combattuta a sud di Verona, Sona fu coinvolta solamente il 29 marzo, quando due battaglioni Imperiali “furono spinti verso Sona e Sommacampagna e per poco non intercettarono le truppe francesi in ripiegamento da Parona”. Questo è tutto ciò che interessò il Bosco di Sona “nelle gloriose pagine della sua storia” indicate dal Cavedini.
Merita una segnalazione anche l’elenco dei reparti Imperiali impegnati nella battaglia a dimostrazione che non erano presenti reparti Veneti in aggiunta a quelli Austriaci. Su 92.244 militari impegnati da parte austriaca, comprese la Riserve e le Retrovie, erano presenti due Brigate leggere di Italiani per un totale di 1.586 uomini al Comando di Ufficiali austriaci sul fronte dell’Adige e due altre Brigate leggere per 1.550 uomini, sempre al comando di ufficiali austriaci di stanza in Trentino.
Ci sorprende sempre leggere descrizioni fantasiose di fatti storici, soprattutto perché non ne capiamo la ragione. Quale gloria a Sona o alla Serenissima possono portare vicende non vissute?