Se ancora non fosse chiaro il concetto del disagio che provoca e dello sconforto che non lascia spazio a nulla, ancora una volta l’ennesimo episodio di vandalismo si è presentato stamane domenica 15 gennaio, all’alba, agli occhi di Sergio Castioni, titolare dell’edicola in via Cao del Prà a Lugagnano, quando all’apertura del suo esercizio intorno alle 5.30 ha notato qualcosa di anomalo nel presepe che si trova proprio di fronte al suo esercizio.
“Ho notato purtroppo la statua del Bambin Gesù riversa senza testa e senza braccia nella culla (nella foto sopra la statua recuperata, NdR). Ancora una volta qualche ragazzetto ha trovato un momento di divertimento nello sfascio di un’opera di volontariato – esprime al riguardo il suo parere Castioni interpellato telefonicamente -. Stiamo cercando di sistemarlo in modo che possa essere ripristinato e riposto nuovamente all’interno della struttura“.
La realizzazione del presepe ubicato in piazza della chiesa a Lugagnano, e inaugurato lo scorso 8 dicembre con la benedizione del parroco don Giovanni Ottaviani, è opera di Bruno Zarpellon, Gianpaolo Badin ed Ernesto Perina con il prezioso contributo di Antonio Fazio che lo ha ulteriormente arricchito con l’installazione di un carro armato. Un simbolo volutamente inserito dall’ideatore Zarpellon come riferimento alle tante, troppe, guerre che l’umanità sta affrontando da sempre.
E così anche la comunità di Lugagnano si vede oggi costretta a fare i conti nuovamente con l’ennesimo episodio di maldestra inciviltà o semplice ignoranza. Chiamatela come volete ma sempre e solo di questo si tratta.
Possiamo scriverne e parlarne fino allo stremo, ma qualcosa va sicuramente fatto e detto per adottare repentinamente un’inversione di marcia e far comprendere il più possibile che atti di questa natura sono sinonimo di povertà d’animo e non è ciò di cui si ha bisogno ora, né mai.
Nella foto di Mario Pachera qui sotto, Gesù Bambino nel presepe di Lugagnano prima del vandalismo.