In più di un’occasione Il Baco ha scritto dell’atleta di tiro con l’arco Martina Sona, seguendone la crescita ed i risultati fin dall’inizio.
Ora, un altro capitolo molto importante si è aggiunto alla carriera della promettente arciera classe 2007 di Lugagnano, Martina è stata convocata ed ha debuttato con ottimi risultati nelle file della Nazionale Italiana Femminile nella categoria allievi. Siamo andati ad incontrarla nella sua abitazione di Lugagnano dove vive con i genitori, per sentire com’è andata questa grande esperienza.
Allora Martina, com’è stato indossare la maglia della nazionale?
Un’emozione stupenda, già veder stampato sulla maglia sotto alla scritta Italia il mio nome mi dava una sensazione meravigliosa, indossarla è stato ancora più incredibile, sentivo molto il peso di quello che sta dietro a quella maglia, un grande onore indossarla.
Com’è avvenuta la tua prima convocazione?
Già da un anno i tecnici della nazionale che seguono le promesse italiane mi stavano tenendo d’occhio, venivano a vedere le mie gare, osservavano i miei punteggi, analizzavano il mio modo di tirare, nel frattempo, io ho ottenuto ottimi risultati nelle gare regionali e specialmente nazionali, tutto questo ha favorito il mio debutto con la Nazionale Italiana.
Dove è avvenuto il debutto?
La prima convocazione è stata in occasione delle ultime due tappe degli europei, a Catez in Slovenia dal 30 aprile al 7 maggio e dal 5 al 11 giugno a Sion in Svizzera.
E com’è andata?
Sono contenta dei risultati ottenuti, ma la cosa che più mi da soddisfazione è che ho capito di poter essere competitiva anche a livello internazionale. Nella tappa slovena ho ottenuto un ottavo posto individuale, ma il meglio è avvenuto nella tappa svizzera. A Sion ho raggiunto il quinto posto individuale sfiorando le semifinali, perse per un misero punto, mentre, nella gara a squadre abbiamo conquistato un grandissimo secondo posto gareggiando per l’oro fino alla fine.
E’ uno sport impegnativo il tiro con l’arco?
Molto più di quello che la gente crede, sia fisicamente che mentalmente. Io mi alleno tutti i giorni, faccio sedute giornaliere di 200/250 tiri, il bersaglio per la mia categoria è a 60 metri, pertanto ci vuole una certa forza e tecnica, compenso con delle sedute di palestra e di massaggi. La tecnica è molto importante, un movimento sbagliato è pericoloso, sono frequenti gli infortuni che incorrono gli arcieri causati da un movimento errato. Un fattore importante è la resistenza, saper restare sotto il sole parecchie ore senza che questo influisca sulle tue prestazioni è vitale nella gare outdoor, mi alleno anche per questo.
E poi?
Poi c’è il ruolo della mentale, la testa nel tiro con l’arco è un fattore molto rilevante, saper gestire l’emozione durante la gara è alla base dell’usare bene l’arco, non farsi prendere dall’ansia durante i momenti cruciali della gara è indispensabile, il margine d’errore è minimo se non assente. E’ molto importante anche saper calcolare la forza del vento, sia dalla posizione di tiro che quella del bersaglio e variare a seconda della necessità l’intensità, la forza e la direzione della freccia.

E l’arco?
Dietro alla tecnologia degli archi attualmente in uso c’è un mondo. Io uso un arco olimpico, è un attrezzo di una complessità incredibile, è composto da vari componenti, montarlo è sempre una procedura abbastanza lunga, delicata e che va fatta con molta cura ed attenzione. Quando vado a fare le gare mi sposto con una valigia enorme, le frecce sono in carbonio e anche dietro a loro c’è grande studio e molta tecnica.
Quali sono i prossimi impegni in calendario?
Mi sto già preparando duramente per i mondiali che si svolgeranno dal 2 al 10 Luglio a Limerick in Irlanda. Mi sta già salendo l’agitazione visto l’importanza dell’evento, ci tengo molto a fare bene, sia a livello individuale che di squadra e tenere alto i colori azzurri. Sono consapevole delle difficoltà visto il livello altissimo, in ambito mondiale ci sono delle squadre formidabili come quella Koreana e quella Ucraina. Conterà molto partire bene fin dalle qualificazioni, per essere inserite in modo favorevole nel tabellone eliminatorio. Magari anche con un po’ di fortuna, incontrarle più avanti possibile nel tabellone e poi fare una grande prestazione senza incorrere in errori. Poi ce la giochiamo.