Lugagnano: L’immondizia lungo via Binelunghe ed il rimpallo di responsabilità tra Comune di Verona e Veneto Strade

Le passeggiate della frazione di Lugagnano non offrono obbiettivamente grandi possibilità di scelta. L’arrivo della TAV ha per altro tolto temporaneamente di mezzo alcune tratte molto frequentate dai lugagnanesi.

C’è da dire però che il territorio del Comune di Sona offre ampi scorci paesaggistici e naturalistici splendidi per le camminate all’aria aperta, quindi le possibilità al di fuori dei confini della frazione e abbastanza vicino a casa ci sono. Per chi però vuole fare la passeggiata breve a Lugagnano senza doversi spostare con la macchina e semplicemente uscendo di casa spostandosi a piedi, le tratte fuori dal centro abitato, sono bene o male, sempre le stesse.

Una domenica mattina, deciso ad uscire dalle solite tratte di camminate per allungare un po’ la strada e mettere sotto esame le mie risorse fisiche, ho pensato di proseguire su via Sackarov per poi rientrare nell’abitato di Lugagnano percorrendo via Binelunghe, la strada che costeggia il tratto di Tangenziale Nord che va da Verona Nord appunto verso la Valpolicella.

Siamo nel Comune di Verona a cavallo con il territorio del Comune di Sona, con il cavalcavia della A22 a fare da confine tra i due territori.

La scarpata della tangenziale è da sempre regno di piante infestanti, la cui potatura si è sempre limitata allo stretto necessario ad evitare l’invasione della carreggiata stradale. Verso la fine di gennaio però è stata effettuata una consistente potatura delle piante pulendo la scarpata e donandole luce e visibilità.

Dopo la potatura sono rimasti a cielo aperto rifiuti di ogni tipo che prima erano coperti dalla vegetazione e non si vedevano: pneumatici, latte metalliche e di plastica, sacchetti pieni di immondizia e molto altro. Uno spettacolo indecente e una oscena rappresentazione della maleducazione.

Profondamente risentito del fatto, ho scattato delle foto e ho scritto una PEC al Comune di Verona. Il quale, recepita la stessa, l’ha inoltrata a Veneto Strade. Come a significare che la competenza non fosse sua.

Qualche giorno dopo mi scrive Veneto Strade che, citando leggi, normative e circolari varie, afferma che la rimozione dei rifiuti è a carico del Comune di Verona. Comune che è in copia a questa risposta. A distanza di 10 giorni, il 29 gennaio, non avendo avuto risposta dal Comune, riscrivo allo stesso e in copia a Veneto Strade segnalando che il problema dei rifiuti abbandonati persiste. Veneto Strade ribadisce che l’onere è del Comune di Verona, il Comune di Verona non risponde. Un rimbalzo quindi di competenze che, alla data di domenica scorsa, lascia ahimè sul posto i rifiuti.

Se l’opera di pulizia partisse dai cittadini che si organizzano con trattori e furgoni e altro, la cosa sarebbe già fatta. Ma siamo su suolo pubblico e su una strada ad alta viabilità. Quindi non è il caso di accollarsi, come privati cittadini, oneri che possono generare problemi. Non ultimo il fatto che, una volta raccolti i rifiuti, servono delle autorizzazioni al conferimento presso le isole ecologiche del comune di competenza. La buona volontà da sola a volte non basta o, peggio ancora, ti si può ritorcere contro.

Il problema è che i rifiuti non solo non sono stati rimossi ma stanno aumentando perché gli incivili, pensando che quella sia una discarica e assimilando cattivi esempi, si prendono la libertà di buttarne altri.

La situazione è paradossale: due enti si rimbalzano le competenze e non risolvono i problemi. Mi chiedo a cosa pensasse chi ha tagliato le piante quando ha visto i rifiuti: non poteva partire già da lì una segnalazione a chi di competenza?

Ci sarebbe da aprire un capitolo sull’inciviltà di chi si macchia di questi scempi, ma sono stati scritti fiumi di inchiostro su questo e non aggiungerei niente di nuovo. Ahimè non esiste altra possibilità che l’assunzione di responsabilità a rimuovere i rifiuti e, in parallelo, una corretta sanzione verso chi compie l’inqualificabile gesto di abbandono di rifiuto su suolo pubblico.

Riguardo a due enti coinvolti, Comune di Verona e Veneto Strade, è possibile intervenire per risolvere il problema e sanare quella situazione di degrado? Se vogliamo avere cittadini responsabili è d’obbligo dare l’esempio con segnali di responsabilità. Andando oltre il caso di via Binelunghe, dove sembra che sia il Comune di Verona a dover fare la propria parte, anche nel tratto di tangenziale Nord che va dal casello di Verona Nord verso la Valpolicella, le piazzole di sosta sono, allo stesso modo della scarpata che la costeggia, delle discariche a cielo aperto. E qui la competenza è di Veneto Strade.

Rimpallandosi i problemi non si da certo un gran bel esempio di istituzioni al servizio del cittadino.

Sono nato a Bussolengo l'8 ottobre 1966. Risiedo a Lugagnano sin dalla nascita, ho un figlio. Sono libero professionista nel settore della consulenza informatica. Il volontariato è la mia passione. Faccio parte da 30 anni nell'associazione Servizio Operativo Sanitario, di cui sono stato presidente e vicepresidente e attualmente responsabile delle pubbliche relazioni. Per 8 anni sono stato consigliere della Pro Loco di Sona. Ritengo che la solidarietà, insita nell’opera del volontario, sia un valore che vale la pena vivere ed agire. Si riceve più di quello che si dà. Sostengo la cooperazione tra le organizzazioni di volontariato di un territorio come strumento per amplificare il valore dei servizi, erogati da ognuna di esse, al cittadino.